sabato 16 giugno 2007

VIOLENZA O LEGITTIMA DIFESA?

Seconda violenza contro Ariano e il suo territorio, perché non c’è mai stato uno studio di fattibilità, di esame delle conseguenze sui corsi d’acqua e sulle falde acquifere.
3) Fatta la discarica, che doveva ricevere rifiuti urbani, si cominciarono a notare camion con targhe straniere che nottetempo scaricavano qualcosa. Immondizia non poteva essere perché nessun paese straniero è venuto a sversare in Italia. Gli agricoltori della zona ed alcune forze politiche denunciarono queste circostanze. Nessuno mai ha aperto una inchiesta.
Come la vuoi chiamare, violenza passiva? E sia, ma siamo alla terza violenza contro Ariano e contro i coltivatori della zona che sono stati costretti a togliere ogni attività legata alla pastorizia perché nessuno comprava più i prodotti provenienti da quella zona ritenuta inquinata.
4) Finalmente un giudice vuole vedere chiaro. Apre una inchiesta e requisisce la discarica. Che fa il Governo? Vara un decreto legge con il quale vanifica l’iniziativa del magistrato. Riapre la discarica. Capito bene? Siamo alla quarta violenza, questa volta contro la magistratura (a difesa della quale certe forze si ergono solo quando va loro a fagiuolo, contro la costituzione e ancora una volta contro Ariano).
5) Un ministro della Repubblica impedisce l’utilizzo di una discarica più vicina al suo collegio elettorale, tanto da costringere Bertolaso a minacciare le dimissioni, e poi si associa al varo del decreto legge di cui sopra. Quinta violenza: alla parità dei cittadini di fronte alla legge. Lo vuoi chiamare clientelismo? Sempre violenza è.
6) Il giorno 11 giugno il Consiglio comunale di Ariano si riunisce e all’unanimità, da destra a sinistra, vota un ordine del giorno in cui si dichiara contrario alla riapertura della discarica e fa presente che potrebbero esserci anche problemi di ordine pubblico. La risposta del Governo non si fa attendere: il giorno successivo il Prefetto di Avellino chiede con un fax al Sindaco e al Presidente del Consiglio Comunale di Ariano di convocare il Consiglio stesso per il giorno 14 alle ore 12. E’ il sesto atto di violenza; condotto contro gli arianesi e il proprio organo di autogoverno: il Consiglio Comunale. Ma come si poteva pensare che ventuno consiglieri si rimangiassero ciò che avevano deliberato qualche giorno prima?
7) Come definisci tu una personalità istituzionale, a livello provinciale, che in questi giorni ha fatto questa proposta: fateci aprire la discarica e noi vi facciamo sbloccare presto la strada per Foggia, cioè la strada statale 90 per le Puglie. Tu come definisci questo episodio: delirio di onnipotenza, stupidità, insipienza? Puoi definirlo come vuoi, per me è il settimo atto di violenza. I tuoi lettori devono sapere che per una frana di cento metri la strada per Foggia è interrotta da oltre due anni.
Se la frana si può riparare, lo si faccia. Se, invece, come sostiene l’Anas, la cosa è complicata per via del movimento complessivo della collina sovrastante, perché questa personalità non tace senza avvelenare di più gli animi?
Si dice: Bertolaso aveva il diritto di incontrare gli amministratori e le associazioni.
Si, è vero. Ma un diritto si può esercitare con maggiore forza e autorevolezza quanto più si assolve prima al proprio dovere.
Il dovere di Bertolaso era, ed è, quello di rimuovere gli ostacoli che si sono frapposti fino ad oggi alla soluzione del problema dei rifiuti in Campania: incapacità gestionale, clientelismo, ruolo della camorra, sperpero di pubblico denaro per consulenze inutili e mai applicate. Non una queste, ma una serie di violenze che Bertolaso aveva il dovere di rimuovere. E non lo ha fatto o non glielo hanno fatto fare. Conclusione: si vuole esagerare e chiamare violenza il lancio di fogli di carta con la scritta “NO” e un calcio contro la macchina? Ebbene è stata violenza per legittima difesa. Non luogo a procedere. L’esasperazione è grande. La discarica di Difesa Grande non può essere disponibile. Va solo bonificata Senza un segnale di inversione di tendenza ad Ariano non si può chiedere niente, nemmeno la riapertura per pochi giorni. Mi dicono, mentre scrivo, che la Segreteria di Prodi avrebbe chiesto il consenso all’apertura della discarica per venti giorni.
Bisogna rispondere no, fermo e risoluto.
E sai perché? Perché c’è un precedente che fa testo: nel giugno del 1998 al sindaco di Ariano, dott. Vittorio Melito, dimissionario sempre per via della discarica, fu chiesto di rimanere al suo posto e, in vari incontri al Ministero dell’Interno, il Ministro in persona si impegnò a far chiudere la discarica entro pochi mesi. Ci sono i verbali. E sai chi era il Ministro, nonché compagno di partito del sindaco? L’attuale Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano.
Mi viene da dire che ieri, gli arianesi, hanno difeso anche la credibilità della massima carica dello Stato. Ti ringrazio per l’ospitalità e ti abbraccio Gaetano Grasso

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