meritevole e degno di nota dal blog Mercato Libero di Paolo BarraiGli italiani rischiano di essere famosi nel mondo per la pizza, gli spaghetti, il mandolino, la mafia, i numerosi telefonini, le vacanze al mare ad agosto sulla sdraio con la famosa pancetta.....
Purtroppo sono anche famosi per l'incapacita' assoluta di capire dove e come investire i propri soldi.....
Dopo l'Argentina, Cirio, Parmalat e il crollo del 2001 di titoli come Tiscali e Fastweb....ci si mette anche la totale assenza di intelligenza nell'allocazione del denaro...
Guardiamo insieme questi numeri....
ETF O FONDO?
Oggi un ETF azionario costa per il sottoscrittore 0,15% all’anno di spese di gestione, un fondo azionario di una banca italiana mediamente 1,8%.I due prodotti sono molto simili anzi, in molti casi l’ETF ha batturo il rendimento del fondo.
Eppure sono molti gli italiani che ancora detengono fondi azionari italiani o lussemburghesi pagando tale commissione (per un patrimonio di 100.000 euro si risparmierebbe 1650 euro all’anno di commissioni!).
FONDO COMUNE O FONDO LUSSEMBURGHESE?
Oggi, investire in un fondo lussemburghese vuol dire spostare la tassazione al momento della vendita, investire in un fondo italiano vuol dire pagare immediatamente il capital gain.
Vediamo di calcolarne l’impatto…
Prendiamo per esempio il mercato tedesco (Dax) che in 4 anni e’ salito del 350% (da 2260 a 7910).
Prendiamo due investitori italiani che abbiano deciso di comprare, il primo un fondo lussemburghese, il secondo, un fondo comune italiano, entrambi che investivano sul DAX.
Ipotizziamo che i due gestori abbiano ottenuto le stesse performances e supponiamo , per semplicita’ di calcolo che il rendimento sia stato costante in tutti i 48 mesi.
Se il rendimento lordo mensile fosse stato del 2,6% per entrambi i gestori a fine periodo il valore della quota per l’investitore del fondo lussemburghese sarebbe stato di 342.825 euro. (rendimento lordo finale del 342% in 4 anni).
Al momento della vendita si applicherebbe un’aliquota del 12,5% e quindi il capitale sarebbe pari a 312.472 euro.
Vediamo ora cosa accadrebbe all’investitore del fondo comune italiano.
Ipotizziamo sempre un rendimento lordo del 2,6%.
Ipotizziamo tassazione mensile con rendimento netto al 2.275%
Il capitale netto dopo 48 mesi sara’ pari a 294.398
Quindi l’italiano che avesse investito 100.000 euro in un fondo sul dax 4 anni fa avrebbe perso oltre 18.000 euro se avesse scelto un prodotto italiano rispetto ad un prodotto lussemburghese!
E.....ETF LUSSEMBURGHESE?
Se lo stesso investitore avesse investito 100.000 in un ETF lussemburghese avrebbe inoltre risparmiato 1650 euro di commissioni all’anno ovvero 6.600 euro.
In aggiunta avrebbe avuto un vantaggio fiscale di 18.000 euro.
Quasi 25.000 euro che l’allocco italiano avrebbe pagato in piu’ rispetto al furbo lussemburghese!
Per quanto dovra' andare avanti ancora questa storia?
MA NON E' FINITA....
L’italiano da spiaggia non contento di farsi male con commissioni e tassazione di fondi decide di investire nei fondi obbligazionari obbligazionari.
Fino a qui nulla di male se non che decide di lasciare il denaro in fondi di liquidita’ e/o obbligazionari a breve e/o lungo periodo, magari italiani
Risultato....paga commissioni piu' care (rispetto all'etf), viene penalizzato fiscalmente (se il fondo e' italiano) e perde soldi rispetto a quello che ha scelto il fai da te acquistando BOT a un anno (il prodotto piu’ facile che esista) che oggi offre un rendimento netto del 3,65% (molte sono le banche che fanno pagare 10 euro per acquistare un Bot e non una commissione percentuale)
Ma poi vuole rifarsi, va in banca o da un promotore e si fa consigliare. E qui viene il bello….le banche e le reti spingono il nostro investitore ad acquistare prodotti strutturati o assicurativi a capitale garantito che permettono di partecipare al rialzo del mercato azionario.
Peccato che dietro questi prodotti vi siano dei costi (molte volte anticipati o occulti) che distruggono le performances, oltre al fatto che viene bloccato il capite per anni (il costo d’uscita dal prodotto e’ molto penalizzante per l’investitore).
Con i mercati azionari degli ultimi anni, i sottoscrittori di questi prodotti hanno avuto dei ritorni di poco superiori alle obbligazioni (ma se avessero investito una piccola parte del loro capitale nel mercato azionario direttamente avrebbero ottenuto risultati migliori). Se i mercati rallenteranno (e non dico scenderanno) la maggioranza di questi prodotti avranno performance inferiori a quelle di un titolo di stato e anche prossime allo 0.
Quindi tanto rumore per nulla…….eccetto per il sistema bancario che ha preso grandi commissioni ai clienti.
la scelta dell'allocazione del risparmio non e' ovviamente facile, ed e' per questo che si dovrebbe spingere sempre di piu' verso la consulenza. La consulenza e' un servizio che dovrebbe essere pagato a parte e che dovrebbe essere slegata dalla vendita dei prodotti di una particolare banca.
La figura del promotore dovrebbe essere di molto ridotta per lasciare il posto alla consulenza pura e alla scelta (e a questo punto veramentelibera) del prodotto migliore sul mercato per il prioprio cliente.
Se l'investore si abituasse a pagare una commissione di consulenza e una per l'acquisto del prodotto anche se la somma dei due costi fosse uguale a quella odierna l'investitore godrebbe di benefici immensamente superiori.
Ma la gang delle banche non ci pensa lontanamente a proporre una tale soluzione....e l'italiano medio e' troppo preoccupato a mangiar spaghetti e comprare l'ultimo modello di cellulare...