venerdì 19 dicembre 2008

PERLE A PIAZZA AFFARI 19.12.2008

Le società ricche di liquidità

Websim - 17/12/2008 17:36:16

Business sottovalutati o valutati zero, società medio piccole trascurate che nascondono nelle pieghe dei bilanci grandi potenzialità. La tempesta finanziaria che ha falciato il valore delle società ha creato grandi occasioni in Borsa. Passando in rassegna i titoli dell'S&P/Mib, del Midex e dell'All Star, salta all'occhio la bassa valutazione che il mercato attribuisce ad alcune società che hanno una situazione di cassa positiva.

Una cosa non da poco in un momento in cui ricorrere all'indebitamento non solo è difficile, ma anche oneroso. Il caso più eclatante a Piazza Affari è Danieli (DAN.MI), che ha in cassa liquidità per circa 700 milioni di euro. In realtà, spiega un analista di una banca d'affari milanese, circa 400 milioni sono anticipi su ordini ricevuti e quindi non possono essere conteggiati come posizione finanziaria netta positiva. Questa voce, quindi, si riduce a 300 milioni di euro, che comunque sono una cifra enorme per una società che capitalizza poco più di 500 milioni (fra azioni ordinarie e di risparmio) ed è fra i leader al mondo nella progettazione e realizzazione di acciaierie. Danieli conta di chiudere il prossimo esercizio (a giugno) con ricavi compresi fra 3,1 e 3,3 miliardi e con un Ebitda di 280-300 milioni.

"Gli investitori - spiega un gestore - hanno l'opportunità di investire in società ricche di cassa che di fatto permettono di pagare quasi zero gli utili attesi nei mesi a venire. Sui listini mondiali ce ne sono oltre 2mila che sono un'ottima opportunità d'acquisto".

Maire Tecnimont , società di impiantistica, ha più cassa che capitalizzazione, ma lo squilibrio è dovuto al fatto che le disponibilità liquide della società sono essenzialmente anticipi per lavori futuri. Il gruppo dovrebbe chiudere il 2008 con ricavi per 2,27 miliardi e un utile di 102 milioni.

Curiosando nel listino milanese, spuntano altri nomi noti e meno noti che potrebbero attirare l'attenzione degli investitori. Parmalat (PLT.MI), società alimentare, ha quasi 1 miliardo di cassa e vale in Borsa solo 2 miliardi di euro: l'attività industriale dovrebbe realizzare nel 2008 ricavi per 3,941 miliardi di euro e un utile netto di 674 milioni.


Anche Dea Capital (DEA.MI), che agisce come fondo di private equity, vanta una cassa positiva per 231 milioni di euro a fronte di una capitalizzazione di 380 milioni di euro. Il 2008 dovrebbe chiudersi in lievissima perdita.

Nel settore editoriale spiccano due società. Caltagirone Editore (CED.MI) ha una posizione finanziaria netta positiva per 313,7 milioni di euro, decisamente superiore ai 270 milioni della sua capitalizzazione. Il gruppo che edita Il Messaggero e Il Mattino ha chiuso i primi sei mesi del 2008 con ricavi per 155 milioni e un utile netto di 11,5 milioni. Cairo Communication , invece, vanta quasi 64 milioni di euro di cassa contro i 160 milioni di capitalizzazione. La società, secondo le stime degli analisti, dovrebbe chiudere il 2008 con ricavi per 286 milioni e un utile netto di 16 milioni.

Anche se in misura ridotta, si trovano in posizione di forza società come Ansaldo Sts (STS.MI) (175 milioni di cassa e 960 di capitalizzazione), società che opera nel segnalamento ferroviario. Le attese sul 2008 sono per ricavi di 1 miliardo e un utile di oltre 70 milioni di euro. Cad It (CAD.MI) ha 13,6 di cassa e 45 milioni di capitalizzazione: il gruppo attivo nell'information Technology ha realizzato nei primi nove mesi 2008 ricavi per 44,6 milioni e l'utile lordo a 7,2 milioni.


El En , attiva nel mercato dei laser, ha 54,1 milioni di cassa e 68 milioni di capitalizzazione: nei primi nove mesi 2008 i ricavi sono stati pari a 165 milioni e il risultato operativo a 19,5 milioni.

Landi Renzo , società attiva negli impianti a gas, vanta 57,3 milioni di cassa e 356 milioni di capitalizzazione. Il gruppo dovrebbe chiudere il 2008 con ricavi per 220 milioni e un utile netto di circa 30 milioni.

La valutazione di una società solo sulla base della cassa, in questa fase di mercato difficile, permette però di fare altre considerazioni: "Un gruppo che è finanziariamente autosufficiente senza ricorrere alla leva - spiega un altro gestore - si trova in una situazione avvantaggiata. Non ha debiti e per questo può sfruttare la sua flessibilità finanziaria per acquisire altre società e guadagnare quote di mercato".
Rispondi citando

domenica 31 agosto 2008

Immobiliare Lombarda- parte 3^ ricorso al TAR

29 agosto 2008

OPA IMMOBILIARE LOMBARDA: i piccoli si scatenano!

Ricordate la lettera/appello scritta dall'amico Michele e qui (con grande onore) pubblicata? CLICCATE PER RILEGGERLA . Il plotone di piccoli azionisti delusi ne ha fatta di strada, dalle parole e' passato ai fatti. Evviva! Tanto di cappello e molto tifo per loro, capaci con il loro gesto di dimostrare che la borsa (in Italia) non e' solo azzardo, "gioco", frivola esperienza, ma e' anche studio, impegno, e soprattutto nel vero senso della parola: INVESTIMENTO. Essere un azionista non e' solo un'interpretazione scenica che permette la plusvalenza, il Capital gain, ma e' anche un investimento (a rischio, sia chiaro) perche' si crede sulla forza della societa' in cui si versa il proprio risparmio. Questo gruppo di piccoli che lottano per i propri diritti di azionisti, spero che con il loro ricorso al Tar, diventino l'esempio per quello che e' chiamato il "parco buoi". Basta essere solo carne da macello, e' il momento di raggiungere una certa maturita' finanziaria. Spero vivamente che la carta stampata abbia il coraggio di dare spazio a quanto oggi sta avvenendo...

martedì 22 luglio 2008

INGIUSTIZIA........COMPIUTA A DANNO DEI "PICCOLI"

Una Consob all’italiana

22 Luglio, 2008

La notizia l’avete ormai saputa tutti: 0,1659 ad azione sarà il prezzo del’Obbligo di Acquisto.

Prima cosa, facciamo un bilancio.

Alle quotazioni che Milano Ass. batte mentre scriviamo, chi avesse consegnato in Porcopas oggi avrebbe in mano 3,26 € + 0,34 € incassati come dividendo. Al netto della cedolare sul dividendo fanno circa € 3,56. Sommando 1,752 € di parte cash, il ricavato sarebbe pari ad € 5,31 per ogni 46 azioni IMLO consegnate.

Cioè € 0,1154 a titolo.

Chi accettasse il corrispettivo fissato da Consob ricaverebbe oggi il 44% in più.

Seguendo la nostra strategia (NON ADERIRE ALLA PORCOPAS) l’investitore avrebbe ottenuto il 44% in più, per di più interamente in contanti e avendo corso il solo rischio di ricavare € 0,145 in contanti in caso di squeeze out (diritto d’acquisto) al prezzo della Porcopas (ipotesi peggiore).

Ognuno di voi è proprietario delle proprie azioni e ne può fare ciò che crede; noi ipotizziamo che nei prossimi giorni (ma lo si vede già in questi minuti) il prezzo tenderà ad allinearsi verso gli 0,1659 €. Ricordiamo anche che, volendo, si potrà avere un corrispettivo parte in azioni Milano, parte cash. Poiché di azioni Milano non ne abbiamo mai voluto nemmeno sentir parlare (del resto avevamo comprato un titolo immobiliare con l’idea di tenerlo, no ?), fatelo da soli il conteggio sulla convenienza del corrispettivo misto (alternativo e a scelta dell’investitore). Sono 1 Milano + € 1,3392 ogni 28 IMLO.

Oggi stesso il Codamil deciderà come reagire alla delibera, su cui facciamo solo un paio di note:

a) da un lato ha riconosciuto un NAV diverso (ovviamente superiore) da quello indicato da Fonsai (e lo dice espressamente);

b) dall’altro ha ritenuto non rilevanti le adesioni delle aziende della famiglia Ligresti ai fini delle adesioni alla Porcopas (e lo dice espressamente).

Due buoni squarci in un quadro di fatto sconfortante (troppa timidezza nell’organo di controllo); un quandro tuttavia sotto il profilo giuridico abbastanza stimolante.

Anticipiamo quello che diffonderemo - come promesso - con maggiore dovizia: ogni azione Immobiliare Lombarda vale, NELLA REALTA’, PIU’ di 36,3 centesimi (0,363 €), come abbiamo spiegato a Consob.

Su questo non ci piove.

I membri del Consiglio direttivo si sono già riuniti e, a titolo personale, informano che non venderanno alcuna delle proprie azioni fino a quando il Comitato non avrà adottato la propria linea strategica.

Va tenuto presente che, con ogni probabilità, la gran parte delle azioni che verranno vendute da oggi in poi verranno cedute a Fonsai (anzi, è più che probabile che sia Fonsai a fare acquistare mani amiche); per cui vendendo si facilita anche lo squeeze out. Pare molto più saggio attendere qualche giorno e vedere che accade. Può anche capitare che Fonsai impugni la delibera perché riterrà il prezzo eccessivo; in tal caso le quotazioni potrebbero anche flettere. Ci pare un pericolo molto modesto e molto teorico, ma è giusto evidenziarlo, se non altro per completezza e coerenza.

A breve daremo maggiori informazioni, anche sui tempi del delisting.

Il Codamil

domenica 20 luglio 2008

Girando per il Mondo ..per il Cuore Economico del Mondo




Mentre la borsa crollava, io facevo l'italiano a New York. Basta entrare in un negozio (cosa dico, in una splendida boutique) sulla 5th e si possono comprare polo o camicie di marca tra i 40 e i 60 $, che sarebbero quello che a noi costa comprare le stesse camicie taroccate in una bancarella. I taxi costano molto meno che in Italia e così tutto il resto. Io ricordo la stessa sensazione durante un mio viaggio in Germania ai tempi del "serpente monetario" quando con il cambio di 750 lire per un marco, andare in un ristorante costava meno che una pizzeria di Biella




.
Sicuramente gli USA sono in crisi, ma l'Euro è soppravvalutato.
Ho avuto l'impressione di un paese vivo, dove la gente lavora e si da da fare, un paese in movimento, un paese ancora proiettato al futuro, dove le televisioni parlano per ore di energie alternative, non come da noi che si parla solo dei processi a Berlusconi (come se D'Alema e Fassino fossero due angioletti).
Un paese che non si piange addoso, e si rimbocca le maniche. Ma anche un paese dove gli americani se la ridono quando sentono che in Italia l'indulto a svuotato le carceri e stiamo a discutere per mesi sulle impronte digitali ai ROM (quando entri in USA ti prendono le impronte, si le prendono a tutti, neri rossi e verdi, turisti e business men e io non mi sono sentito discriminato).
Un paese dove si elimina ciò che non va e si cercano vie alternative.

Per questo la crisi dei mercati è molto importante, e secondo me, sarà ancora lunga, ma non sarà la fine del mondo, e tantomeno la fine del mondo occidentale, il gigante malato sta distruggendo per ricreara, e se si metterà a lavorare seriamente per lo sviluppo delle energie alternative, state pur certi che nel giro di 3/4 anni ne vedremo delle belle. Il prossimo mercato toro sarà dei titoli dell'energia, ma non dei petroliferi, della nuova energia.

sabato 19 luglio 2008

IMMOBILIARE LOMBARDA I nostri primi risultati nell'operazione

Risultati di una politica durata 30 anni.....Grazie ai politici irpini che ancora si ostinano a non andare a casa


In 600mila lasciano il Sud

Crescita al di sotto della media nazionale, disoccupazione e lavoro nero in aumento, emigrazione alle stelle. Sono questi i tratti salienti di un Mezzogiorno che non riesce a tenere il lento passo dell'economia settentrionale, e che da sei anni consecutivi cresce meno del Centro-Nord. A dirlo è il Rapporto sull'economia del Mezzogiorno 2008 presentato ieri a Roma.
crescita vicina allo zero
Nel 2007 il Sud è cresciuto dello 0,7%, un punto di meno rispetto al Centro-Nord e in calo di 0,4 punti percentuali rispetto allo scorso anno. Ma sono Puglia (2 %), Molise (+1,7%), Basilicata (+1,5%) e Sardegna (+1,3%) a mostrare le migliori performance. Campania (+0,5%) e Sicilia (+0,1 %) sono quasi ferme la Calabria fa registrare addirittura segni negativi.
Due le cause principali del fenomeno: investimenti che rallentano, famiglie che non consumano. Rilevante infatti il rallentamento degli investimenti fissi lordi dell'area (che hanno fatto segnare nel 2007 un timido +0,5% a fronte del + 2,4% dell'anno precedente), che testimonia il peggioramento del clima di fiducia delle imprese. Sulla stessa linea la spesa delle famiglie meridionali, ferma al +0,8%, circa la metà di quella del Centro-Nord (+1,5%). Da sette anni la dinamica dei consumi interni è poco più che stagnante (+0,5 %), a conferma delle difficoltà delle famiglie meridionali a sostenere il livello di spesa.
OCCUPAZIONE in calo
Come negli scorsi anni, continua il calo dei disoccupati: meno 101mila al Sud, con una flessione rispetto all'anno precedente dell'11,2%. Ma non tutti i disoccupati hanno trovato un nuovo lavoro. Lo dimostrano i dati sulla disoccupazione. Una quota consistente di disoccupati ha smesso di cercare un'occupazione. In Campania, ad esempio, nel 2007 i disoccupati sono scesi di oltre 38mila unità, e i nuovi occupati a loro volta sono scesi di 11mila unità.
In altri termini, negli ultimi sei anni al Sud i disoccupati sono scesi di 635mila unità: 285mila hanno trovato un lavoro, 350mila sono "scomparsi": non cercano né trovano lavoro.
Spina nel fianco è anche il sommerso, che riguarda al Sud circa 1 lavoratore su 5 (19,2%), a fronte del 9,1 % dell'altra ripartizione. Nel 2007 i lavoratori irregolari al Sud sono scesi di 66mila unità (-4,8%), arrivando a quota 1 milione 304mila. Agricoltura, commercio e servizi i settori dove si concentrano i lavoratori al nero. Da segnalare la forte presenza di sommerso al Sud nel settore industriale (11,6% contro 1,8% del Centro-Nord), segno delle forti difficoltà delle Pmi meridionali.
povertà tra famiglie e LAUREATI
Rispetto al 28% del Centro-Nord, più della metà delle famiglie monoreddito al Sud risulta esposto al rischio di povertà.
Nel 2005 il 18% delle famiglie meridionali ha percepito meno di 1.000 euro al mese e il 20% circa ha guadagnato tra 1.000 e 1.500 euro mensili. Inoltre quasi 14 famiglie su 100 al Sud hanno più di tre persone a carico (4.1 % al Centro-Nord) con punte del 18% in Campania.
Vi sono famiglie in cui non ci si può permettere un pasto adeguato almeno tre volte a settimana (10% sul totale meridionale), né riscaldare adeguatamente l'abitazione (20 %) o comprare vestiti necessari (28 %). Quasi il 20 % delle famiglie meridionali nel 2005 ha avuto periodi in cui non poteva acquistare medicinali.
Neanche raggiungere un buon livello di istruzione tutela dall'esposizione al rischio povertà: si trova in questa situazione il 9,4% dei laureati residenti al Sud.
600mila emigranti
Negli ultimi dieci anni, dal 1997 al 2007, oltre 600mila persone hanno abbandonato il Mezzogiorno per trasferire la residenza al Centro-Nord. Nel 2007 ai 120mila trasferimenti di residenza si aggiungono 150mila pendolari di lungo raggio, che si spostano temporaneamente al Centro-Nord per lavorare. Questi flussi di mobilità unidirezionale Sud-Nord sono un caso unico in Europa e testimoniano la distanza economica tra le due aree.
I nuovi emigranti sono in larga parte pendolari: soprattutto maschi, giovani (1'80 % ha meno di 45 anni), single o figli che vivono in famiglia, con un titolo di studio medio-alto e che svolgono mansioni di livello elevato nel 50% dei casi, a conferma dell'incapacità del sistema produttivo meridionale di assorbire manodopera qualifica; alti costi delle abitazioni e contratti a termine spingono a trasferire definitivamente la residenza.
Lombardia, Emilia Romagna e Lazio restano le tre regioni preferite dai nuovi emigranti. Le regioni più soggette al pendolarismo di lunga distanza verso il Nord sono la Campania (50mila unità). Sicilia (28mila) e Puglia (2Imila).
sud POCO COMPETITIVO
In base a tre indicatori individuati dalla SVIMEZ (benessere economico, situazione di partecipazione ed equilibrio del mercato del lavoro, livello di sviluppo delle risorse umane e della ricerca scientifica) è stato costruito un indice di competitività che conferma in modo evidente la debolezza del Mezzogiorno.
Sicilia, Puglia, Campania e Calabria registrano i più bassi tassi di occupazione femminile in Europa (sotto il 30%), distanti di quasi lO punti dalle regioni più arretrate della Grecia e della Spagna e di quasi 20 dall' est Europa.
SPESA PUBBLICA IN calo
La quota di spesa pubblica in conto capitale del Mezzogiorno è passata dal 40,6% del 2001 al 35,3% nel 2007, arrivando cosÌ al livello più basso dal 1998. Tale quota non solo è ben lontana dall' obiettivo del 45% fissato in fase di programmazione, ma non raggiunge neppure il peso naturale del Mezzogiorno (la media tra la sua quota di popolazione e di territorio) che è del 38% circa. Negli ultimi anni nel Mezzogiorno la spesa "aggiuntiva" nazionale e comunitaria, data l'esiguità delle risorse, si è limitata a compensare le carenze della spesa ordinaria.
INFRASTRUTTURE carenti
Fatto pari a 100 il valore Italia, riguardo alla dotazione di autostrade il Sud è fermo al 78,6%. Non va meglio sul fronte delle ferrovie: il 42 % delle linee presenti nell'area non sono elettrificate. Sottodotate anche le linee di trasmissione elettrica e del gas (67,3% dell'Italia), che raggiungono percentuali ancora più basse in Basilicata (49,2%), Molise (37,4) e Sardegna (32,2). Fa eccezione la Campania, che registra il 123,1 %. L'indice sintetico di dotazione di reti idriche ferma il Sud al 65,6%, la metà circa del Centro-Nord (135,2). Nel Mezzogiorno inoltre il 37% dell'acqua immessa in rete viene perso, con percentuali particolarmente elevate in Sardegna (43,2 % ) e Puglia (46,3 % ).


mercoledì 16 luglio 2008

Mutui da il Foglio.it

ArchivioCronachette

Perché l'italiano è molto homo e poco oeconomicus

Il risparmiatore, si sa, non è molto razionale. Quello italiano, in particolare, si entusiasma e si deprime molto in fretta. Mai una volta che si sieda al tavolo a fare due conti, calcolatrice alla mano, a valutare i propri investimenti con l’approccio dell’homo oeconomicus.

L’assemblea dell’Abi, l’associazione delle banche italiane, ha diffuso oggi i dati sul mercato dei mutui. Gli italiani riscoprono il tasso fisso: i finanziamenti con la rata bloccata sono arrivati a quota 53 miliardi, solo quattro anni fa erano a 31. Una tendenza che ci avvicina agli altri paesi europei, dove il tasso fisso è la norma. In Francia il tasso fisso riguarda tre mutui su quattro, da noi le proporzioni sono invertite.

Un segnale positivo? Gli italiani stanno diventando più prudenti?

Purtroppo no. E’ solo l’effetto del panico scatenato dalla crisi dei subprime. Nell’ultimo anno le rate variabili sono schizzate in alto, non per colpa dela Bce (che fino a luglio non ha alzato il costo del denaro), ma a causa dell’incertezza sui mercati finanziari che ha fatto lievitare l’Euribor, il tasso a cui si prestano denaro tra loro le banche, che è il parametro su cui sono calcolate le rate del tasso variabile (costo del denaro più uno spread). Chi ha sottoscritto contratti a tasso variabile nel 2003-2004, ad esempio, ci ha guadagnato rispetto a prestiti di uguale valore ma a tasso fisso, eppure oggi ha la percezione di essere schiacciato da rate insostenibili. Le banche, negli anni scorsi, spingevano i contratti a tasso variabile, ma anche gli stessi clienti snobbavano i fissi, perché molto più costosi dei variabili (più convenienti ma anche più rischiosi). Oggi che il mutuo a tasso variabile costa circa come il fisso, ecco l’inversione di tendenza.

Peccato che, per evitare l’incertezza, tanti italiani si condannino a pagare per anni rate decise sulla base delle condizioni di rischiosità eccezionale di oggi.

Prevedibile polemica in coda allo sportello tra qualche anno, quando le acque si saranno calmate: “Tutta colpa delle banche, ci hanno costretto a prendere il tasso fisso, ora il variabile è così conveniente…” Eccetera eccetera. A prendersela con le banche di solito ci si prende. In questo caso, però, la responsabilità è almeno per metà dei cliente italiano che magari saprà essere assai homo, ma è molto poco oeconomicus.

Avellino tra calcio e..... politica

Dopo lunghe attese , si è definito che con il fallimento del Messina Calcio , la società Us. Avellino per caratteristiche previste sia stata ripescata in serie B...
Dopo tante speranze il Sindaco della città il Sig. Galasso cosa fa',
reclama alla proprietà Canoni di affitto dell'impianto sportivo,
sostenendo che la stessa non ha mai provveduto ad onorare l'impegno.
La notizia è stata prontamente smentita dal Sig. pugliese il quale precisa che l'unico canone non onorato è relativo al 30.06.2008 .....
a questo punto mi viene da pensare .....siamo di fronte a un Mentitore!!!!!
Chi è che mente?
Spero che il Sindaco non sia condizionato dallo schieramento politico al quale appartiene ,
visto che io personalmente lo ritengo l'artefice e causa del degrado ,dell'impoverimento della nostra Provincia...
la quale vede costretti migliaia di giovani ad emigrare eguagliando così situazioni già vissute negli '70 ...

E' possibile che la vostra politica sia una malattia?
Ma sosprattutto è possibile che una persona come Lei, fa in modo che persone come il Sig. Pugliese (non meritevoli e degni di nota nel campo imprenditoriale per diverse vicende già note) ma comunque impegnate e finora responsabili sportivamente parlando nell'avventura che da qualche anno hanno intrapreso sia più serie di Uno che ha rappresentato lo Stato fino a qualche anno fa'!!!
Perchè sig. Sindaco i suoi amici politicizzati imprenditori non vogliono pagare per comprare la società? Ed invece insieme a Lei sono lì a blaterare ...

Tutti li a parlare ed ad accusare Il sig. Pugliese...
finora è l'unico che il suo impegno lo sta mantenendo , non con risultati eccellenti ....ma la situazione potrebbe essere peggiore (vedi MESSINA) .

Allora le consiglio si vesta di Umiltà, lasci la Politica, vada a casa e si comporti da persona seria con parole e fatti!!!!
altrimenti tra lei e il sig. Pugliese il peggiore è Lei!!!!!!!

"Treni" e "Vagonate" di soldi rubati a noi italiani

E' notizia di questi giorni che una nuova compagnia ferroviaria composta dai Sig.ri Della Valle , Montezemolo e Banca Intesa sarà la concorrente di Ferrovie dello Stato nell'Alta Velocità.

Bell'affare per " lor signori" che beneficeranno di tariffe di affitto agevolate per non dire irrisorie... a danno di F.s. società, da noi sino ad oggi finanziata attraverso contributi e tasse.

Oggi arrivano i soliti "Potenti" che con l'appoggio di media e quotidiani di vario genere vengono dipinti come i "salvatori" dei consumatori, i "concorrenti" che offriranno tariffe agevolate.....
grazie al basso canone di affitto che pagheranno e ruberanno clientela alle ferrovie società (ancora nostra).

Roba da matti,
alle Ferrovie (quindi a noi popolo italiano) oltre al danno la Beffa ,
siamo presi in giro quotidianamente dai soliti che fanno la loro fortuna con i nostri soldi e si reputano "imprenditori", appoggiati da media che continuano a raccontare una "loro" verità .

Questa non è fare Impresa,
lo Stato (NOI) consente troppo ai Potenti e
di conseguenza l'Economia , il mercato
non sono Liberi e un Mercato non Libero porta a distruzione o a molti + Poveri che ricchi.

Una 1^ Idea potrebbe essere un azionariato popolare Italiano che consenta un'altra alternativa. Una società che anzichè spartirsi grossi utili offra tariffe low coast e quindi davvero concorrenziali a danno di questi "Lor Signori" che vogliono e continuano ad arricchirsi con i nostri soldi, chiedendoci addirittura di ringraziarli!!!!!

lunedì 14 luglio 2008

Speranza per un nuovo Testo Unico della Finanza

Opa, Consob lavora a misure tutela azionisti minoranza - Consob

MILANO, 14 luglio (Reuters) - La Consob ha in fase di
avanzata elaborazione, nell'ambito delle norme attuative della
direttiva sulle offerte pubbliche di acquisto, misure a tutela
degli azionisti di minoranza.
Lo ha detto il presidente della
Commissione Lamberto Cardia
nel discorso in occasione dell'incontro annuale con il mercato
finanziario.
Nell'attuale fase di mercato, sottolinea Cardia, gli
andamenti negativi possono indurre gli azionisti di controllo a
lanciare offerte volte a
cancellare i titoli dalla quotazione.
"Diventa urgente garantire agli azionisti di minoranza la
possibilità di effettuare scelte consapevoli in merito
all'adesione all'offerta", afferma il presidente Consob.
La previsione di una riapertura dei
termini dell'offerta, ad
esempio, potrebbe attenuare la pressione a vendere che gli
azionisti di minoranza subiscono quando si prefigura il venir
meno della quotazione del titolo o la riduzione della sua
liquidità.
Inoltre, prosegue Cardia, gli
amministratori indipendenti
potrebbero essere maggiormente responsabilizzati
nell'elaborazione delle valutazioni del consiglio di
amministrazione della società-bersaglio sul merito dell'offerta.

((Sabina Suzzi, redazione Milano, Reuters
Messaging:
sabina.suzzi.reuters.com@reuters.net, +39 02 66129549,
milan.newsroom@news.reuters.com))

domenica 13 luglio 2008

POTERE ECONOMICO

Nella storia del mondo quasi tutte le nazioni devono scegliere tra modi di vivere alternativi. Troppo spesso questa scelta non è libera. Un modo di vivere è basato sulla volontà della maggioranza, ed è contraddistinto da libere istituzioni, rappresentanti di governo, libere elezioni, garanzie per la libertà individuale, libertà di parola e di religione, e libertà dall’oppressione politica. Il secondo modo di vivere è basato sulla volontà della minoranza imposta con la forza alla maggioranza. Dipende dal terrore e dall’oppressione, dal controllo della stampa e della radio, da false elezioni, e dalla soppressione delle libertà individuali. Io credo che la politica degli Stati Uniti debba essere quella di aiutare i popoli liberi che stanno resistendo al tentativo di conquista di queste minoranze armate, o di pressioni esterne. Io credo che noi dovremmo assistere i popoli liberi che stanno lavorando per la ricerca del loro destino, e della loro strada. Io credo che il nostro aiuto dovrebbe permettere per prima cosa la stabilità economica e l’ordine politico”.

venerdì 25 aprile 2008

Venerdì 25 Aprile 2008, 8:11


Milano Finanza attacca i piccoli azionisti Immobiliare Lombarda?

Di Il punto-borsainvestimenti

Visita il sito di TrendOnline


Il 24 aprile è uscito un articolo su Milano Finanza nella sezione CONTRARIAN
Non credo di aver letto mai un articolo così spudaratamente DI PARTE. Un articolo che sembrava essere stato scritto NON DA UN GIORNALISTA ONESTO E IN GAMBA, ma dall'ufficio stampa di una società del gruppo Ligresti.

In quest'articolo si voleva mettere sotto pressione la Consob che deve decidere a che prezzo verrà fatta l'opa residuale su Immobiliare lombarda (Milano:IML.MI - notizie) .

Ricordo a voi lettori che Ligresti ha lanciato un'offerta pubblica di scambio sul titolo immobiliare Lombarda. L'opas è stato un vero fallimento. Grazie sopratutto alla bravura del CODAMIL (il comitato piccoli azionisti).
E' vero che all'opas hanno aderito il 90,02% degli azionisti, ma nessuno ha ricordato che circa l'80% era in mano a Ligresti e a due controparti istituzionali amiche del gruppo.
Quindi sul 20% di azionisti rimasti 1 ogni 2 ha deciso di tenersi le azioni, convinto che valgano di più (supportati anche dalla valutazione espressa da Banca Leonardo). Ora il nostro "giornalista" con la g minuscola, nel suo articolo si arrampica sui vetri a difesa del gruppo Ligresti e contro il mercato dei piccoli investitori.
Mi piacerebbe che il signor giornalista ci mostrasse i conti economici della sua azienda (in perfetto rosso) e si rendesse conto che a furia di sposare le parti dei poteri forti il suo giornale non lo leggerà più nessuno e che il rosso continuerà a colorare il conto economico. E' ora di dire basta ad articoli voluti ed imposti dai poteri forti su giornali che dovrebbero essere neutrali.
E' ora che i blog finanziari e indipendenti lavorino in network contro lo strapotere dei media in mano ai poteri forti e sovvenzionati dallo stato stesso (mi riferisco in particolare alla carta stampata).

Lancio un'idea, creiamo un network di blog e quando notiamo un'operazione contro il mercato libero facciamo una battaglia insieme. Il risultato sarà sorprendente.

Chi voglia approfondire l'iniziativa mi invii una mail : mercatiliberi@gmail.com


Ecco la reazione del Codamil...una lettera che non troverà mai spazio in un giornale italiano....chissà come mai....vero?


24 Aprile, 2008
Oggetto: esposto – richiesta rettifica.
In qualità di Comitato votato alla tutela degli azionisti di minoranza di Immobiliare Lombarda SPA, siamo rimasti costernati alla lettura dell'articolo pubblicato oggi sul quotidiano finanziario MF edito da Milano Finanza Editori SPA, a pag. 5, nella rubrica “Contrarian” (si tratta di articolo non firmato, la cui responsabilità ricade sul direttore): l'articolo contiene almeno una affermazione falsa, che ha tutta l'attitudine a turbare ed ingannare il Mercato, nonché a codizionare le scelte degli Azionisti.
In particolare, è falsa, nel caso di Immobiliare Lombarda, l'affermazione “il corrispettivo è determinato dalla Consob in modo che esso assuma < … la stessa forma di quello dell'offerta … “ Non è vero che tale norma si applichi in questo caso. Non è tollerabile che un giornalista finanziario scriva una tale falsità – falsità oggettiva - , a prescindere dalle ragioni per cui la scrive.E' falso che nella procedura di obbligo di acquisto di Immobiliare Lombarda il prezzo debba essere fissato con la stessa forma di quello dell'Opas precedente. Tale affermazione implica che gli ATTUALI azionisti di minoranza (i quali detengono ben il 9,98% del capitale sociale) possono essere indotti a vendere le proprie azioni nel timore di vedersi assegnate azioni Milano Assicurazioni (Milano: MI.MI - notizie) che hanno già rifiutato decidendo di non aderire all'Opas.
La verità deve ora essere affermata con la medesima visibilità e risonanza della notizia falsa e tendenziosa pubblicata stamani, al fine di riparare almeno in parte il danno.
Chiediamo pertanto alla Commissione di usare tutti i propri poteri, nonché di spendere la propria autorevolezza ai fini di ripristinare una corretta informazione; ciò può essere fatto emettendo un comunicato ufficiale in cui la Commissione indichi al Mercato modalità, criteri e tempi (l'articolo in questione indica per ben due volte che la determinazione verrà presa oggi stesso) della determinazione del prezzo relativo all'obbligo di acquisto che grava su Fondiaria-Sai onde evitare ulteriori e future fughe incontrollate e fuorvianti di notizie come quella in questione.
Chiediamo anche che Consob ingiunga (se ciò è nei suoi poteri) al quotidiano MF di pubblicare immediatamente un articolo di rettifica e smentita dell'informazione di cui sopra con la medesima visibilità e risonanza dell'articolo odierno.
Chiediamo infine che Consob eserciti l'obbligo di denuncia all'autorità giudiziaria in riferimento a qualsiasi fattispecie penalmente rilevante che apparisse ravvisabile nel contenuto e/o nel tenore dell'articolo in esame.
A nostro avviso anche la citazione, oltremodo insistita, delle norme del precedente regolamento, non più applicabile, tende a travisare il contenuto della normativa vigente, traendo in inganno gli azionisti, laddove tenta di accreditare la tesi dell'applicabilità del prezzo d'Opas (o di un prezzo inferiore) anche in caso di raggiungimento, da parte dell'offerente, di una partecipazione inferiore al 90% dei titoli oggetto d'offerta, cosa che la nuova normativa esclude categoricamente – rt. 108 commi 3 e 4 -.
Distinti saluti Il Codamil
Il blog Mercato Libero presenta altri articoli sui suoi tre siti .
Mercato Libero - Consulenza Finanziaria Fee Only- i primi tre mesi sono di prova - : MERCATO LIBERO
Il bravissimo ZIOBARBERO cura la sezione MercatoLiberonews
: MERCATO LIBERO NEWS
mentre ZIOALVARO è l'abile graficista che è responsabile del nuovo sito.
: MERCATO LIBERO GRAFICI

sabato 19 aprile 2008

Ai piccoli azionisti di Imm. Lombarda un’Opa col «premio»

questa e' una mia prima soddisfazione personale essendo tra i fautori/fondatore dell'associazione (Codamil) , il risultato dopo l'Assemblea tenutasi ieri a Milano

da il Giornale di oggi 19.04.2008
da Milano

Davide contro Golia finisce in pareggio. Ma i piccoli azionisti di Immobiliare Lombarda, la società presieduta da Paolo Ligresti, non speravano nemmeno in questo risultato e brindano comunque. L’Opas lanciata da Fondiaria Sai sulla controllata Immobiliare Lombarda ha raggiunto il primo traguardo per un soffio: le adesioni hanno superato la soglia critica del 90% precisamente 90,02%.
Questo significa che l’offerta per ritirare il titolo dal mercato andrà avanti, ma adesso sarà la Consob a decidere il prezzo che Fonsai dovrà offrire agli azionisti che non hanno aderito all’Opas, che era parte in cash, parte in azioni Milano Assicurazioni. Immediata la reazione della Borsa: Imm Lombarda ieri ha messo a segno un guadagno del 4,78% a 0,147 euro. Il mercato scommette che Consob obbligherà il gruppo Ligresti a offrire un prezzo più alto di quei 0,135 euro (calcolato sulle quotazioni dell’ultimo giorno valido per aderire all’offerta) messi sul piatto da Fonsai. E per di più tutto in contanti.
«Acquistare ieri il titolo era come tirare un rigore», commenta un gestore. «Storicamente Consob sceglie un prezzo maggiore di quello dell’Opas e quindi è molto probabile che le quotazioni continueranno a salire». Un caso per tutti è quello di Acqua Marcia quando Consob chiese un aumento del prezzo tra il 40 e il 50% rispetto all’Opa. Acqua Marcia vinse il ricorso al Tar ma poi finì per pagare la cifra richiesta da Consob. «La storia parla chiaro e anche se l’autorità di controllo non ha ancora deciso, basta solo guardare i criteri su cui si baserà la formulazione del nuovo prezzo per attendersi un risultato scontato», spiega un analista.
Per capire come si orienterà Consob prima di tutto bisogna fare un passo indietro e chiarire un dubbio circolato in questi giorni. Contrariamente a quanto scritto da alcuni commentatori, spiegano alla Consob, ci sono tutti i presupposti per applicare le regole vigenti sulla materia senza dover aspettare i regolamenti attuativi sull’Opa europea.
Questo significa che per stabilire il nuovo prezzo di offerta, Consob si rifarà a quattro criteri: il prezzo dell’Opas offerto da Fondiaria Sai, l’andamento del titolo negli ultimi sei mesi, il valore del patrimonio netto rettificato e attualizzato della società (net asset value ) e le prospettive del gruppo.
I pesi dei diversi criteri variano a seconda delle singole operazioni. I primi due parametri infatti assumono un valore significativo a seconda della percentuale di adesione (in questo caso 74,23% delle azioni oggetti d’Opas) e dei volumi degli scambi, non particolarmente elevati per Immobiliare Lombarda. In questo caso dunque i parametri che presumibilmente avranno più peso nella formulazione del prezzo della Consob saranno gli ultimi due: il net asset value e le prospettive di crescita del gruppo.
In proposito, per avere un’idea del risultato futuro, si può ricordare il giudizio espresso dall’advisor Banca Leonardo, interpellato proprio dal cda di Immobiliare Lombarda che aveva giudicato l’offerta «non congrua» sotto il profilo finanziario, valutando appunto il net asset value della Lombarda 0,201 euro per azione (più 36% rispetto al valore di chiusura di ieri).

venerdì 11 aprile 2008

Cultura finanziaria ....

http://www.youtube.com/watch?v=E1kObPQJnAg

MPS .... dal Blog del Dr. Barrai

LIBERTA' DI STAMPA O STAMPA LIBERA? MPS

OGGI MORGAN STANLEY HA PORTATO IL TARGET PRICE DI MPS A 2,32 (DA 2,85).

Un bravi a Morgan Stanley unici analisti che si mettono contro il potere dell'avvocato calabrese Mussari.
------


SAPPIATE LEGGERE LA VERITA' DI STAMPA........

Quando in edicola chiedi l'Unità sai già che tipo di notizie puoi trovare, stessa cosa se compri l'Avvenire o il giornale di Feltri.

Ma se compri Milano Finanza ti aspetti un giornale che tratti argomenti di Finanza e Mercati cercando di essere neutrale e imparziale.

Ebbene, quando compri Milano Finanza invece devi sapere che compri l'ideologia di Panerai (editore). Compri la strenua difesa dei suoi amici.

Di esempi in questi anni se ne possono trovare a centinaia. l'ultimo e clamoroso è quello della difesa estrema di Mussari, MPS, e l'operazione Antonveneta (sponsorizzata dall'amico di Panerai, Geronzi).

Ebbene, a novembre il buon Panerai ha scritto un'editoriale a favore dell'operazione Antonveneta che passerà alla storia del giornalismo (lascio a voi decidere se del buon o del cattivo giornalismo).

In una serie infinita di articoli su Milano Finanza l'editore e il giornale hanno messo in risalto le sole notizie positive, rinnegando le decine di analisti che in
questi mesi hanno continuato ad abbassare i targets sul titolo.

Panerai ha compiuto la sua opera eleggendo Mussari a banchiere dell'anno(cosa che fece anche con Faenza di Banca italease, ora in disgrazia).

Ma anche oggi Milano Finanza ha toccato il fondo. Ha infatti avuto la faccia tosta di mettere in prima pagina la Foto di Mussari con un articolo intitolato "Tutto esaurito per il Bond Montepaschi".
Il "bravo giornalista" Abdrea Di Biase a pagina 19 ha scritto un articolo strappalacrime.

Ve ne riporto qualche stralcio:
" Il successo del collocamento agevola la ricapitalizzazione da 5 miliardi"
"Forte Domanda oer il Bond da 1 Miliardo emesso da JP Morgan"
"Si è chiusa con un successo superiore alle aspettative la prima fase del rafforzamento patrimoniale"
"Adesioni ampiamente superiori all'offerta"
"MPS ha spuntato condizioni migliori rispetto a quelle attualmente praticate dal mercato"
"L'interesse del mercato è stato elevato"
"L'aumento di capitale di 5 miliardi potrà essere fatto con un LEGGERO sconto."


Ebbene:
- Nessuna informazione sull'andamento del titolo MPS a Piazza Affari che è stato anche sospeso per eccesso di ribasso.
- Nessuna comunicazione sul fatto che il 58% del Bond è stato comprato dalla Fondazione stessa, e quindi sul mercato sono finiti solo una misera parte del totale.
- Le condizioni migliori rispetto al mercato non sono corrette, a me dicono che lo spread poteva essere più basso.
- L'aumento di capitale sarà fatto con un grande sconto (non piccolo).
- il titolo MPS langue a Piazza Affari anche se tutti i titoli bancari sono rimbalzati nelle ultime settimane.
- Nessun cenno al mostro di bond subordinato che sta per uscire per il retail parco buoi.
- Nessun cenno alle annunciate vendite di assets per ora non finalizzate
- Nessun cenno che al CDA di ieri si respirava un'aria di pessimismo cosmico e sono in aumento, fra i dirigenti, coloro i quali hanno perso la stima su Mussari e già lo vedono in partenza fra pochi mesi.
- Vigni deve decidere, può affondare con mussari o può, con un briciolo di orgoglio, attaccare le scelte del suo capo.

-Per la Fondazione........signori....il caro Mancini sta già pensando di occuparsi di coltivazione di olivi e pomodori.

lunedì 31 marzo 2008

OIL STORM...... EMERGENZA PETROLIO da la Storia siamo noi




A 50 anni dalla scoperta dell'effetto serra ( grazie al ricercatore Charles Keeling che nel 1958 individuò la concetrazione di CO2), Giovanni Minoli ci parla di quali potrebbero essere le conseguenze mondiali se una fiction come Oil Storm divenisse realtà.

Oil Storm

La fiction (risalente al 2005) ipotizza che, a seguito di un uragano, il principale oleodotto statunitense, Port Fourchon in Louisiana, si sia interrotto e il prezzo del petrolio sia cominciato a salire. E per un’economia petrolio dipendente come quella statunitense, la difficoltà di approvvigionamento causa un blocco dell’economia. Il governo si attiva, ma, visto che le disgrazie non vengono mai da sole, un’altra serie di eventi catastrofici, come attacchi terroristici ai pozzi arabi, portano il prezzo del petrolio a oltre 150 dollari al barile e gli Stati Uniti alla fame.

Approfondisci...


A “La Storia Siamo Noi” la ‘fantaeconomia’ diventa la storia di una crisi immaginaria ma possibile. Una crisi petrolifera, che potrebbe riguardare tutti, in un prossimo futuro. Uno scenario apocalittico, che svela tutta la fragilità del nostro sistema economico e industriale, che dipende in tutto e per tutto dal petrolio.

Proviamo a prendere in esame cosa succederebbe se il petrolio non fosse più improvvisamente disponibile e se un insieme di disastri naturali, incidenti meccanici e conflitti politici, tagliasse di colpo l’approvvigionamento del greggio. Quali sarebbero le conseguenze per il mondo intero?

In questa puntata-finzione, un uragano di nome Julia (come il vero uragano Katrina abbattutosi negli Stati Uniti durante l’estate del 2005), è il primo protagonista del nostro scenario di fantaeconomia.
L’uragano Julia si è abbattuto sulla Louisiana lasciando morte e devastazione. E, dopo la distruzione e le perdite umane, c’è anche il rischio dello shock petrolifero. La Louisiana è nel caos. L’intero sistema economico americano rischia il collasso.
Le conseguenze dell’uragano Julia potrebbero essere terrificanti.
Nel filmato la Casa Bianca non ha scelta. Per evitare un nuovo devastante shock petrolifero, deve ricorrere alla “riserva strategica”(ovvero la riserva di petrolio disponibile qualora ci fosse un’interruzione delle forniture).
Una misura di emergenza che, in America, è stata adottata solo negli anni Settanta, da Richard Nixon.

Da principio, questo rimedio sembra funzionare. Il prezzo del greggio scende al di sotto dei 70 dollari al barile. Ma, naturalmente, in questo scenario immaginario, anche la riserva strategica può essere solo una soluzione temporanea.
Quali possono essere le soluzioni strutturali? Insomma, come rifornire l’America di tutto il petrolio di cui ha bisogno?
Dove trovare la benzina per le macchine, il gasolio per i camion che trasportano il cibo e le merci, il carburante per gli aerei?
L’unica soluzione sarebbe ricorrere al petrolio straniero.
Ovviamente l’Arabia Saudita sarebbe il partner privilegiato (nella finzione e nella realtà), ma anche il possibile alleato per fronteggiare una crisi senza precedenti. Chiedere però il petrolio all’Arabia Saudita potrebbe essere, infatti, un’arma a doppio taglio. Dopo l’11 settembre la famiglia reale saudita è entrata nel mirino di al-Qaeda e dei fondamentalisti islamici, che la giudicano troppo amica di Washington. Proprio dall’Arabia Saudita giunge la notizia di disordini da parte di un gruppo fondamentalista che ha preso il controllo di un centro commerciale in cui si trovano 300 persone. I terroristi chiedono che l’Arabia Saudita revochi l’accordo per l’aumento di fornitura di greggio all’America. La strage ha inizio.
Il timore che l’Arabia Saudita piombi nel caos e nell’anarchia scuote i mercati di tutto il mondo. Il prezzi della benzina schizza a livelli astronomici. E allora, qual è il prezzo da pagare per quel petrolio di cui l’America ha così disperatamente bisogno?
Cosa fare per proteggere quei pozzi di petrolio in Arabia Saudita da cui ormai dipende addirittura la sopravvivenza degli Stati Uniti?
Per Washington c’è un’unica strada: l’opzione militare.
La Casa Bianca dà l’annuncio: 5.000 soldati partiranno per l’Arabia Saudita. E il mondo si trova, una volta di più, sull’orlo di una guerra per il petrolio.

In Oil Storm sono trascorse sette settimane dall’uragano Julia, e nonostante l’invio delle truppe in Arabia Saudita, i mercati non sembrano tranquillizzarsi.
Il petrolio raggiunge i 6 dollari al gallone – tre volte il prezzo normale.
L’America è sconvolta e potrebbe crollare definitivamente. E allora, per rassicurare la Nazione, il Presidente Bush decide di intervenire.
Il porto di Houston sostituisce in tutto e per tutto la base di Port Fourchon, distrutta dall’uragano Julia. E dunque, ora Houston è diventato il vero centro nevralgico di una situazione già disperata.
Una incredibile concatenazione di circostanze ha portato gli Stati Uniti ad una situazione di crisi senza precedenti. Se da una parte, la produzione di petrolio si arresta, dall’altra i prezzi schizzano, a livelli astronomici.
La crisi ha una prima immediata conseguenza: il super-Commissario per il Petrolio, Jack Roden, deve rassegnare le dimissioni. Al suo posto, a sorpresa, il Presidente Bush nomina il negoziatore con l’Arabia Saudita: il sovietico Sasha Stanìmir. La Russia diviene ora l’interlocutore principale di Washington.

Ma nella fiction le terribili notizie non finiscono. Tra esplosioni di raffinerie in Arabia Saudita, vittime, disordini e dirottamenti di navi petrolifere, i riflessi sull’America sono devastanti. Notizie che potrebbero leggersi su qualunque quotidiano di un qualunque giorno se davvero queste circostanze si verificassero.
Senza elencare tutte le possibili concatenazioni di eventi che nel nostro filmato si sono abbattute sull’America, partiamo dalla situazione attuale dell’emergenza petrolio, per capire se e cosa accadrebbe se la finzione divenisse realtà.

La situazione attuale
Come ha dimostrato nel 1956 Marion King Hubbert , geofisico americano della compagnia petrolifera Shell, la crisi di una risorsa come il petrolio non si ha quando la risorsa finisce, ma quando ne resta ancora la metà, ovvero quando la produzione smette di crescere o quando il consumo cumulato raggiunge il punto di flesso. Seguendo tale teoria, il punto di produzione massima, oltre il quale la produzione può soltanto diminuire, viene detto picco di Hubbert. Ciò muove dall’assunto che la domanda petrolifera sia sostanzialmente anelastica ai prezzi, che il petrolio sia un bene primario, del quale non si può fare a meno. Ne deriva che, anche se gli investimenti necessari all’estrazione divenissero proibitivi, la produzione non cesserebbe perché si incontrerebbe una domanda comunque disposta a remunerarli.

Questa teoria è stata pienamente confermata in seguito dall’andamento della produzione di petrolio degli Stati Uniti, che ha raggiunto il suo punto di fine della crescita nel 1970. Da allora la produzione americana continua, ma è in costante calo, con la conseguenza che gli Stati Uniti importano quantità crescenti di petrolio dall’estero.
Secondo i principi elementari odierni del mercato, se i prezzi salgono significa che la domanda supera l’offerta: ed ormai, da anni la domanda sta crescendo. Oggi la diminuzione della disponibilità del petrolio è dovuto a motivi contingenti, come la guerra in Iraq e le vicende della Yukos in Russia (l’ azienda petrolifera nata dalla fusione di due aziende sovietiche, poi messa all’asta con lo scopo di cedere ad un privato una importante azienda del comparto energetico russo), eppure verrà il giorno in cui la metà del petrolio del mondo sarà stato consumato.

Ma il fattore nuovo e più importante è lo sviluppo accelerato della Cina, e dell’Asia meridionale e orientale ( in primis l’India) che stanno aumentando in modo straordinario i loro consumi di tutte le materie prime e di energia (cresce la loro domanda di proteine animali, le quali per essere prodotte richiedono un’estensione di terreni otto volte superiore rispetto quella richiesta per produrre proteine vegetali), quindi anche di petrolio.
La Cina oggi consuma la metà del cemento del mondo, un terzo del ferro, ed è diventata il secondo consumatore mondiale assoluto di petrolio e derivati. Considerando i tassi di crescita attuali, in pochi anni sarà la prima consumatrice di petrolio, e la sua economia supererà anche quella degli Stati Uniti d’America.

Ritornando alla teoria di Hubbert, oggi la maggior parte delle analisi fa cadere il “picco mondiale” intorno al 2020, soprattutto in previsione di eventuali crisi economiche che potrebbero temporaneamente ridurre la richiesta di petrolio.

Nel nostro Paese poi, a differenza di altre nazioni, il 73% dell’energia proviene da combustibili fossili, il 14,5% sono rinnovabili e il resto viene importato. Insomma, siamo petroliodipendenti come gli Stati Uniti della fiction.

In studio, con Giovanni Minoli, Davide Tabarelli, docente di Economia ed Energia all’Università di Bologna e Presidente di Nomisma Energia. Insieme cercheranno di chiarire alcune questioni fondamentali circa la crisi petrolifera che il mondo intero sta vivendo. Riportiamo di seguito l’intervista di Giovanni Minoli al Prof Davide Tabarelli.

Professore, è solo fantascienza quella che abbiamo visto? Potrebbe capitare così o peggio?
Anche peggio perché non c’è capacità inutilizzata al mondo per dare a qualcuno del greggio che viene a mancare. In sostanza la Russia in questo momento non avrebbe del greggio da sostituire a quello dell’Arabia Saudita.”

Analizziamo nel dettaglio questa fiction: che cosa è veramente solo finzione?Non è concepibile che gli Stati Uniti possano far a meno del petrolio

Davvero una calamità naturale potrebbe portare a delle conseguenze simili? Si. E’ quello che è accaduto nell’agosto del 2005 con l’uragano Katrina e poi Rita che portò a livelli record il prezzo del petrolio.”

Viviamo in un sistema veramente fragilissimo?
Si molto fragile, dipendente per il 40% dai consumi mondiali d’energia dal petrolio che arriva soprattutto dal Medio Oriente. Dagli anni ’70, quando ci furono gli altri shock petroliferi, simili a quelli paventati nel filmato, la nostra dipendenza dal petrolio è immutata.”

Non è cambiato niente?
Sostanzialmente niente. Non ci sono finora molte alternative.”

Il mondo occidentale è condannato a fare sempre più guerre per il petrolio?Quello che sta accadendo dal marzo del 2003 in Iraq lo conferma.”

Quindi guerra per petrolio, non per esportare la democrazia?
Quello può essere un palliativo o un addolcitore.”

Qual è il teatro di guerra più a rischio?
Sempre il Medio Oriente, in particolare l’Iran. Non è una nuova guerra ma è una continuazione di quella cominciata con la rivoluzione del 1979.

Questo equilibrio così instabile come può essere portato avanti senza che deflagri completamente?
Qualche problema lo abbiamo già avuto perché se siamo a 100 dollari a barile in questo momento, c’è uno squilibrio nel mercato petrolifero mondiale. Il petrolio costa 10 dollari a barile, da 10 a 100 è profitto finanziario delle compagnie (che hanno raggiungo guadagni scandalosi) e dei paesi produttori di petrolio. Paesi come Arabia Saudita, Iran, Iraq prendono l’80% delle entrate dei guadagni.”

Lo scenario potrebbe davvero coinvolgere la Russia di Putin come diciamo nel nostro filmato?
La Russia è già coinvolta perché è uno dei grandi esportatori di petrolio, sono coinvolti perchè esportano molto gas, il futuro dell’Europa e dell’Italia.”

Il gas che viene esportato dalla Russia viene esportato a seguito di investimenti per la distribuzione?
Per il momento la Russia sta facendo pochissimi investimenti, li ha fatti in passato negli anni ’50 e ‘60 grazie al gigantismo del comunismo, nel frattempo i consumi sono aumentati tantissimo e noi europei viviamo oggi su quegli investimenti e sulle infrastrutture fatte grazie ad una compagnia italiana, l’ENI. ”

Perché l’ENI di Mattei faceva infrastrutture?
Si. Tra l’altro tutto il gas che importiamo in Italia dalla Russia viene trasportato da infrastrutture fatte dall’ENI e concepite ai tempi di Mattei .”

Quindi ci potrebbe essere quasi una nuova guerra fredda per il petrolio?
I toni usati dall’Europa sul gas negli ultimi due anni sono toni da guerra fredda. I russi sono preoccupati perché hanno tantissimo gas sottoterra ma non ne hanno pronto da vendere all’Europa. Loro preferiscono andare in giro per il mondo a fare i finanzieri come le grandi compagnie petrolifere piuttosto che andare in Siberia a fare dei buchi.”

Tra i consumi si sono aggiunti quelli di India e Cina. Cosa significa che il prezzo continuerà ad aumentare?
Significa che la domanda petrolifera, nonostante i 100 dollari, cresce di 1,5 milioni di barili al giorno, che non rallenta e quest’anno crescerà ancora del 2%, vuol dire che il prezzo non è poi così alto.”

E i cinesi?
I cinesi fanno quello che facevamo noi negli anni ’50 vanno a offrire migliori condizioni ai paesi produttori, mentre le compagnie occidentali che hanno più tecnologia, devono rispondere alla pressione della borsa, cioè dare utili immediati.”

Quindi una grande impresa statale che ha orizzonti diversi di ritorno del proprio investimento è più strategica di una grande impresa che deve rispondere al mercato?
Si perché il petrolio implica tempi lunghissimi, che non sono quelli della borsa. Nel petrolio occorre fare investimenti in 20-30 anni. L’ultimo grande giacimento kashagan scoperto dall’Eni all’inizio degli anni ’90 (il più importante trovato negli ultimi trent’anni in Kazakhistan), deve ancora entrare in produzione e ha creato dei problemi all’ENI negli ultimi mesi.”

Perché in Italia la benzina è fra le più care del mondo?
Perché c’è un’altissima tassazione: il 70% sono tasse, come nel resto d’Europa.”

Dipendiamo dal petrolio ma Rubbia dice che il petrolio finirà tra 20 anni?
Le statistiche parlano di 40 anni per la fine del petrolio, ma ogni anno si scopre più petrolio di quello che si consuma. Di petrolio nel sottosuolo ce ne è tantissimo, il problema è portarlo fuori. Ce n’è tantissimo nel medio oriente.”

Energia alternativa?
L’ energia alternativa vale la pena, tuttavia il sole conta pochissimo, 0,1%, possiamo ragionevolmente sperare nel 5%. L’80% del nostro futuro energetico, come il passato, sarà fatto di fossili e petrolio.”

E il nucleare?
Nucleare poco, con molti problemi ma fa elettricità. Il petrolio serve per fare andare le macchine con la benzina.”

A dieci anni, investendo nelle energie alternative, quanto si potrebbe arrivare a coprire?
In dieci anni si potrebbe arrivare a coprire il 2-3% dei nostri consumi.Abbiamo degli obiettivi a livello europeo del 20%: secondo me sono irrealistici ma potremmo farcela. 20% al 2020, cioè tra dodici anni.”

Lei ha detto che l’Italia è l’anello debole dell’Europa.
In realtà lo ha detto l’Economist però è vero, nell’energia è indubbio.”

Siamo in piena emergenza petrolio e non sappiamo cosa fare?
Dobbiamo cominciare a risparmiare ed essere più razionali e a comportarci meglio perché dello spreco ne facciamo tanto.”

Quindi è fondamentale ripensare al modello di sviluppo?
Siamo troppo legati all’energia fossile, consumiamo enormi quantità di energia che solo i combustibili fossili ci possono fornire. Le risorse sono scarse e non dobbiamo dimenticarci dell’effetto serra. Nei prossimi anni avremo una concentrazione di C02 nell’atmosfera che sicuramente porterà a dei cambiamenti climatici.”

Trafficante Volpino a supporto della nostra iniziativa..

31 marzo 2008

MONDAY MAIL - L'OPAS IMMOBILIARE LOMBARDA

Buonasera, poco da aggiungere in questo momento sull'andamento dei mercati. Quindi, come promesso, maggior spazio alle collaborazioni ed ai lettori. Per questo lunedi' ho deciso di pubblicare la mail di un amico che si sta prodigando per una causa (a suo dire un'ingiustizia) che coinvolge tanti piccoli azionisti: l'OPAS IMMOBILIARE LOMBARDA. Eccovi la mail dell'amico Michele:
Caro Buddy
Ti ho scritto già diverse volte in merito all’Opas immobiliare Lombarda,
non vorrei scocciarti ma un tuo intervento è necessario.
Io sono tra i fautori dell’Associazione a difesa piccoli azionisti
Abbiamo bisogno di una tua collaborazione , commenti se possibile sul tuo blog;
La nostra iniziativa è TOTALMENTE GRATUITA, puoi evincere che nessuno di noi ha interesse economico,tranne quello di difendere il patrimonio investito nell’azione
saremo lieti di un tuo intervento che possa sviluppare la nostra piccola presenza contro Poteri Forti. Ti allego un file redatto dal comitato dal quale puoi trarre commenti conclusioni o pubblicarlo, come preferisci
grazie comunque per la collaborazione
michele reppucci

Le caratteristiche di questa OPAS sono le seguenti: verra' consegnata 1 azione MILANO ASSICURAZIONI + 1,752 euro ogni 46 azioni IMMOBILIARE LOMBARDA. Il termine dell'operazione e' fissato per il 17 Aprile. Le azioni naturalmente si sono allineate alle condizioni per l'adesione. Conveniente o no? Secondo le analisi di Michele no. Personalmente non posso darvi una valutazione perche' non ho seguito ne' l'operazione ne' l'andamento dei titoli. Per tutti gli interessati che volessero scrivermi o avessero opinioni in merito, il mio indirizzo di posta lo trovate qui a fianco, a destra. Mentre per tutti gli interessati a maggiori dettagli e consigli su quali decisioni prendere cliccate su questo link codamil.wordpress.com, mi sembra un'iniziativa molto utile . Ora devo scappare con un amico ad una conferenza, attendo spunti ed idee utili...

Pubblicato da Buddy Fox | Blog friends: leggi anche Fuorimercato

Etichette: , , ,

lunedì 25 febbraio 2008

Immobiliare Lombarda - www.codamil.wordpress.com

Oggi nasce un' associazione a cui ho dato il mio contributo
una "mini class action"

www.codamil.wordpress.com

sabato 23 febbraio 2008

immobiliare lombarda

Berlusconi rilancia il Ponte di Messina.
Il messaggio è chiaro specie per Benetton, Gavio e Ligresti. Se berlusconi vince .....i soldi arriveranno su Impregilo.
Sapete quale società di Ligresti è detentrice delle azioni di Igli (essendo Igli la scatola che è proprietaria di Impregilo)?
Immobiliare Lombarda , la società che Ligresti vorrebbe far sparire dalla borsa approfittando dei prezzi bassi in borsa.

venerdì 22 febbraio 2008

immobiliare lombarda

COMUNICATO STAMPA

CONSOB: ADUSBEF HA PRESENTATO L’ENNESIMO ESPOSTO-DENUNCIA ALLE PROCURE DELLA REPUBBLICA DI ROMA E DI MILANO, SULLA GRAVISSIMA VICENDA DI CARDIA JUNIOR, CONSULENTE STRAPAGATO DI FIORANI E LIGRESTI,SUI QUALI CARDIA SENIOR SI DOVRA’ PRONUNCIARE.
Adusbef, allegando l’articolo del settimanale l’Espresso in edicola ed alcuni ritagli del quotidiano La Repubblica, ha presentato l’ennesimo esposto denuncia alle Procure della Repubblica di Roma e di Milano, segnalando lo scandalo di un’autorità di vigilanza come la Consob presieduta da Cardia Senior,chiamata a decidere su assetti societari di Fiorani e Ligresti, con l’operato delle super pagate consulenze del Cardia Junior.
In un paese normale, quando non vengono smentiti articoli di stampa,pubblicati da La Repubblica o dal settimanale L’Espresso, dove l’avv. Marco Cardia, super-consulente della Banca Popolare di Lodi con 220.000 (duecentoventimila) euro l’anno, professionista di fiducia dell’Immobiliare Lombarda, la società quotata in Borsa e controllata da Ligresti che potrebbe diventare oggetto di un’Opa per consentire allo stesso Ligresti di avere il controllo totale della società, scattano volontarie dimissioni o la destituzione immediata da tutte le cariche ricoperte nella Consob.
In un Paese normale,dove era già lampante l’incompatibilità di papà Lamberto al vertice della Consob con la dorata consulenza elargita dal ragionier Fiorani al figlio Marco, diventa ancora più scandalosa,come ricostruisce l’Espresso, la designazione dell’avv. Marco Cardia nel comitato dell’Immobiliare Lombarda di tre professionisti che vigila sull'organizzazione societaria in base alla legge 231 del 2001 (responsabilità penale delle aziende).
Anche la Premafin, tra tanti professionisti con competenze in questo specifico settore, ha scelto proprio il figlio del presidente della Consob per affidargli un incarico nel comitato di controllo istituito dalla legge 231. Bussando alle porte del gruppo Ligresti l'avvocato Cardia è poi riuscito a soddisfare brillantemente le sue esigenze immobiliari. Da qualche tempo ha trasferito la sua residenza nel quartiere Parioli a Roma, in un elegante palazzo dato in affitto dalla Milano assicurazioni, controllata da Fondiaria-Sai. Ed è targata Ligresti anche la proprietà della sede milanese dello studio legale Cardia, non lontano dalla stazione Centrale.
Adusbef aveva già denunciato alla magistratura la girandola di nomine di Cardia Junior,senza destare alcun imbarazzo in Consob la notizia che il figlio del presidente era a libro paga della Popolare di Lodi di Gianpiero Fiorani per un incarico di consulenza da 220 mila euro all'anno. Fiorani, come noto, è poi finito nel mirino della magistratura penale e della stessa Consob per una serie di gravissime irregolarità. Adesso invece emergono i rapporti con Ligresti, uno dei 'grandi vecchi' della finanza nazionale, presente in alcuni degli snodi decisivi del potere economico, da Mediobanca, al Corriere della sera all'Unicredito.
E’ vero che nessuna legge vieta ai figli dei commissari Consob di accettare incarichi retribuiti da aziende sottoposte al controllo della Commissione,ma nel mondo della finanza,esistono norme che, in materia, fissano alcuni precisi principii in materia di incompatibilità. Il codice di autodisciplina delle aziende quotate, per esempio, prescrive che il consigliere di amministrazione di una società quotata in Borsa non può dirsi 'indipendente' se un suo parente stretto (figli compresi, ovviamente) "ha o ha avuto nell'esercizio precedente una significativa relazione commerciale, finanziaria o professionale" con la società in questione o con un soggetto che la controlla.
Adusbef,oltre ad aver adito ancora una volta la magistratura,ha inviato una lettera al presidente Prodi, ai ministri del Governo dimissionario ed ai gruppi politici presenti in Parlamento,per evitare che il dottor Lamberto Cardia, possa continuare indisturbato nella sua opera, così come è previsto,a dimostrazione di una collusione, da un emendamento occultato nel decreto “milleproroghe”.

immobiliare lombarda

Immobiliare lombarda / Verso il delisting
Manovre in casa Ligresti
Il finanziere ridisegna le attività assicurative e immobiliari.
La Borsa è perplessa. Ora la palla va alla Consob guidata
da Cardia. Che rischia un conflitto di interessi in famiglia







dI VITTORIO MALAGUTTI


Nelle prossime settimane, quando il presidente della Consob Lamberto Cardia affronterà il corposo dossier del riassetto del gruppo Ligresti, non è escluso che si trovi ad incrociare un professionista dal cognome famigliare. Famigliare nel vero senso della parola, perché Marco Cardia, 44 anni, figlio del numero uno della Commissione di controllo sulla Borsa, vanta da anni stretti rapporti con le aziende del finanziere siciliano Salvatore Ligresti.

Cardia junior, tra l'altro, è un professionista di fiducia dell'Immobiliare Lombarda, la società quotata in Borsa controllata da Ligresti tramite Fondiaria-Sai. Partirà da qui, come annunciato nei giorni scorsi, l'operazione che dovrebbe ridisegnare l'organigramma del gruppo che fa capo alla holding Premafin. In breve, l'azionista di maggioranza lancerà un'Offerta pubblica d'acquisto sulla Immobiliare Lombarda, forte di patrimonio in palazzi e terreni valutato oltre 800 milioni oltre a quote importanti in alcuni progetti di sviluppo in aree urbane di grande pregio come Citylife e le Varesine a Milano, l'ex Manifattura Tabacchi a Firenze e Torre Spaccata a Roma.

Per comprare il 38,7 per cento del capitale che ancora non controlla, Fondiaria-Sai è pronta a spendere circa 230 milioni di euro. Ma il pagamento non sarà tutto in contanti. Anzi, i due terzi della somma verrebbero liquidati in azioni della Milano assicurazioni, che fa capo alla stessa Fondiaria. Insomma, carta contro carta, per un prezzo complessivo che - temono in molti - alla fine potrebbe rivelarsi inferiore alle attese degli investitori. La crisi mondiale del business del mattone ha picchiato duro sulle quotazioni borsistiche delle aziende del settore, precipitate ai minimi degli ultimi cinque anni. Da qui il sospetto diffuso che il socio di controllo voglia cogliere al volo l'occasione per scalare l'Immobiliare lombarda a prezzi di saldo per poi toglierla dal listino azionario.

Ancora non basta, perché Fondiaria Sai ha annunciato di essere intenzionata a cedere tre compagnie (Liguria, Sasa e Sasa vita) alla propria controllata Milano. Anche su questo affare in famiglia si allunga l'ombra di un potenziale conflitto d'interessi. E il fatto che per adesso non si conoscano i termini dell'operazione, cioè quanto verrà valutato il terzetto di società in vendita, certo non aiuta a risolvere dubbi e perplessità degli investitori. Molti di loro, tra l'altro, puntavano da tempo su una fusione tra Fondiaria e Milano che, invece, non sembra alle viste. Risultato: la delusione per le nozze sfumate si è espressa con una grandinata di vendite che ha colpito soprattutto la Milano.

Nel tentativo di rassicurare i mercati, nei giorni scorsi i vertici di Fondiaria-Sai, a cominciare dall'amministratore delegato Fausto Marchionni, si sono spesi con alcune dichiarazioni pubbliche per chiarire i termini dell'operazione. La sortita però, almeno per il momento, non ha dato i risultati sperati. E così, le carte del complicato e controverso riassetto del gruppo Ligresti si avviano a passare al vaglio della Consob gravate del giudizio negativo espresso dal mercato. A cui adesso potrebbero aggiungersi altri interrogativi legati alla singolare posizione in cui si è venuta a trovare la famiglia del presidente della Commissione di controllo.

A Cardia padre, nel suo ruolo istituzionale, toccherà valutare l'operazione sul piano della trasparenza e dell'informativa al mercato. Suo figlio invece finirà per diventare parte in causa di quella stessa girandola societaria. Cardia junior infatti, che di mestiere fa l'avvocato, è stato designato dall'Immobiliare Lombarda nel comitato di tre professionisti che vigila sull'organizzazione societaria in base alla legge 231 del 2001 (responsabilità penale delle aziende). Anche la Premafin, tra tanti professionisti con competenze in questo specifico settore, ha scelto proprio il figlio del presidente della Consob per affidargli un incarico nel comitato di controllo istituito dalla legge 231. Bussando alle porte del gruppo Ligresti l'avvocato Cardia è poi riuscito a soddisfare brillantemente le sue esigenze immobiliari. Da qualche tempo ha trasferito la sua residenza nel quartiere Parioli a Roma, in un elegante palazzo dato in affitto dalla Milano assicurazioni, controllata da Fondiaria-Sai. Ed è targata Ligresti anche la proprietà della sede milanese dello studio legale Cardia, non lontano dalla stazione Centrale.

Sulla carta è tutto in regola. Nessuna legge vieta ai figli dei commissari Consob di accettare incarichi retribuiti da aziende sottoposte al controllo della Commissione. Nel mondo della finanza, però, esistono norme che, in materia, fissano con precisione alcuni principii in materia di incompatibilità. Il codice di autodisciplina delle aziende quotate, per esempio, prescrive che il consigliere di amministrazione di una società quotata in Borsa non può dirsi 'indipendente' se un suo parente stretto (figli compresi, ovviamente) "ha o ha avuto nell'esercizio precedente una significativa relazione commerciale, finanziaria o professionale" con la società in questione o con un soggetto che la controlla. Viene da chiedersi, allora, se le stesse garanzie di indipendenza non debbano valere, a maggior ragione, anche per i cinque commissari dell'Authority di controllo sui mercati.

Nei mesi scorsi aveva già provocato qualche imbarazzo ai piani alti della Commissione la notizia che il figlio del presidente era a libro paga della Popolare di Lodi di Gianpiero Fiorani per un incarico di consulenza da oltre 200 mila euro all'anno. Fiorani, come noto, è poi finito nel mirino della magistratura penale e della stessa Consob per una serie di gravissime irregolarità. Adesso invece emergono i rapporti con Ligresti, uno dei 'grandi vecchi' della finanza nazionale, presente in alcuni degli snodi decisivi del potere economico, da Mediobanca, al Corriere della sera all'Unicredito.

Va detto che l'avvocato Cardia si trova in buona compagnia. L'Immobiliare Lombarda, una società di modeste dimensioni con meno di 600 milioni di capitalizzazione borsistica, viene gestita da uno dei consigli di amministrazione più affollati della Borsa italiana. L'organismo presieduto da Paolo Ligresti, con suo padre Salvatore alla presidenza onoraria, può contare su 20 membri, un numero di componenti pari a quello del board delle Generali, mentre colossi come la Fiat o Mediaset non vanno oltre i 15 amministratori ciascuno.

Nel consiglio dell'Immobiliare lombarda hanno trovato posto una pattuglia di amici, parenti e figli di vip. Tutti in possesso, a quanto pare, dei requisiti e delle competenze necessari per partecipare alla gestione di una società quotata. Accanto all'amministratore delegato Antonio Talarico, vera mente strategica del business immobiliare del gruppo, troviamo l'avvocato Luigi Pisanu, 36 anni, consigliere comunale di Forza Italia a Sassari nonché figlio dell'ex ministro degli Interni, Giuseppe. Nel lungo elenco degli amministratori di Immobiliare Lombarda compare l'ex senatore democristiano Vincenzo La Russa, esponente della famiglia siciliana da sempre legata ai Ligresti e fratello del più noto Ignazio, il presidente dei deputati di Alleanza nazionale. Di area An è anche il vicepresidente di Immobiliare Lombarda Massimo Pini, già socialista craxiano e poi braccio destro dell'ex ministro delle Comunicazioni Maurizio Gasparri. Si è guadagnato una poltrona nel board anche Carlo Micheli, erede del finanziere Francesco che cinque anni fa ebbe un ruolo decisivo nella scalata in Borsa che portò la Sai alla fusione con Fondiaria.

Giulia e Jonella Ligresti, le figlie del fondatore ambedue impegnate nelle aziende di famiglia, non sono invece presenti nel consiglio dell'Immobiliare Lombarda. In compenso hanno trovato posto i loro mariti. Quello di Jonella, cioè Luca De Ambrosis, che gestisce anche altre società immobiliari del gruppo. E il bresciano Omar Bonomelli, 32 anni, che condivide con la moglie Giulia Ligresti anche la passione per l'equitazione. Entrambi, più volte convocati in nazionale, sono considerati tra i migliori specialisti italiani di questo sport olimpico.

Un parterre tanto affollato basta e avanza per spiegare l'ironia che circola in Borsa, dove qualche operatore, scherzando ma non troppo, va dicendo che l'effetto più evidente dell'Opa annunciata nei giorni scorsi sarà la scomparsa di una ventina di poltrone eccellenti. In effetti, l'Immobiliare Lombarda si muove già come un'appendice di Fondiaria-Sai, di cui amministra l'imponente patrimonio immobiliare. Il portafoglio in gestione, del valore di oltre 3 miliardi di euro, comprende gioielli di gran pregio come la Torre Velasca nel centro di Milano, ceduta dalla Ras cinque anni fa, e la galleria San Federico in piazza Castello a Torino.

Buona parte dei ricavi della società guidata dall'amministratore delegato Talarico derivano dalla vendita di palazzi e terreni alla stessa Fondiaria o ad altre consociate. Nell'ultima relazione semestrale, quella chiusa al giugno del 2007, circa 54 milioni di euro su incassi complessivi di 85 milioni erano classificati alla voce 'parti correlate', cioè erano il frutto di operazioni con altre società dello stesso gruppo. Tra l'altro erano stati ceduti a Fondiaria-Sai palazzi nel centro di Milano (via Torino e via Larga) per un valore complessivo di circa 42 milioni. E pochi mesi fa un altro immobile di pregio a Milano è stato girato per 25 milioni al fondo immobiliare Tikal, che è gestito da Sai investimenti, anche questa targata Ligresti.

Insomma, un gran via vai di scambi sempre sotto lo stesso tetto. C'è poco da sorprendersi, allora, se adesso i vertici del gruppo decidono di spegnere una volta per tutte le insegne della propria controllata per assorbirne il portafoglio in terreni e palazzi e l'attività di gestione. Le condizioni di mercato sono quantomai favorevoli. Dai massimi della primavera 2007, l'Immobiliare Lombarda è arrivata a perdere oltre la metà del proprio valore di Borsa. Un'occasione d'oro per liquidare i soci di minoranza e togliere dal mercato la società una volta per tutte. Se le perplessità degli investitori verranno superate e l'Opa andrà a buon fine, Ligresti sarà riuscito a chiudere il cerchio.

L'Immobiliare Lombarda, infatti, nacque nel 1999 da una costola della Premafin per sistemare una complessa partita debitoria. A prendere il controllo del nuovo veicolo societario furono alcuni grandi istituti come Unicredito, Banca Intesa e Capitalia. Nel 2005 Ligresti riconquistò la quota di maggioranza pagandola con un pacchetto di immobili. Tempo un paio di anni e siamo arrivati al capitolo finale. Adesso tocca agli azionisti di minoranza farsi da parte. L'Immobiliare Lombarda torna un affare di famiglia. n




Un grande futuro alle spalle

Quando poco più di un anno fa i vertici di Immobiliare Lombarda presentarono i loro piani di sviluppo si sprecarono i grandi numeri sul futuro della società. C'è la prospettiva concreta, spiegarono i manager guidati dall'amministratore delegato Antonio Talarico, di riuscire a costruire oltre un milione di metri cubi sui terreni di proprietà. Senza contare la partecipazione ai grandi progetti di sviluppo nelle aree urbane (Citylife e Varesine a Milano, Manifattura Tabacchi a Firenze, le Torri dell'Eur a Roma) che dovevano fruttare, nei piani della società, oltre 4,5 miliardi di ricavi. A fine febbraio 2007, Immobiliare Lombarda ha inoltre comprato una partecipazione del 33,3 per cento di Igli, la finanziaria a cui fa capo la quota di controllo dell'impresa di costruzioni Impregilo. A quest'ultima operazione si sono associati anche il gruppo Gavio e i Benetton spartendosi in parti uguali il residuo 66,6 del capitale di Igli. Tra tanti progetti sembrava davvero che l'Immobiliare Lombarda fosse destinata a trasformarsi nella punta di diamante del business del mattone targato Ligresti. Dopo 12 mesi, l'orizzonte appare completamente cambiato. La società milanese si avvia addirittura a chiudere i battenti. Che fine faranno le sue attività? Anche questo è un punto, tra i tanti, che i vertici del gruppo Ligresti non hanno chiarito annunciando l'Opa su Immobiliare Lombarda. Sembra probabile che buona parte dei palazzi e dei terreni finiscano in portafoglio a Fondiaria. Altri pezzi più o meno pregiati verrano invece girati a fondi immobiliari come Tikal, gestito dal gruppo Fondiaria. C'è grande incertezza, invece, sul destino delle quote di partecipazione nei progetti di sviluppo delle aree urbane. Resteranno per intero a Fondiaria oppure arriveranno nuovi soci? E a che prezzo? Risposte chiare per ora non ce ne sono. L'unica certezza è che in
una simile operazione, tutta interna allo stesso gruppo, sarà difficile districarsi tra tanti potenziali conflitti d'interessi.

immobiliare lombarda - lettera di 2 cari amici a cui mi associo

Via fax 02-312055

Spettabile Redazione de
Il Sole 24 Ore
"lettere al Sole 24 Ore"
Via Monte Rosa, 91
20149 Milano

Verona, 20 febbraio 2008

Oggetto: articolo su Il Sole 24 Ore n.50 del 20.2.2008, pag. 43.

Abbiamo letto attentamente l'articolo dal titolo "I Riflettori sui Ligresti alla prova dei numeri", a firma "A. Grass.", riguardante l'OPAS su Immobiliare Lombarda, cui siamo interessati in quanto azionisti di minoranza. Desideriamo formulare al riguardo i seguenti rilievi:

- tra le critiche che il giornalista ritiene infondate vi è quella secondo cui "la famiglia Ligresti avrebbe lasciato scivolare il titolo Immobiliare Lombarda in borsa per comprare le quote di minoranza a sconto", che non par essere né tra le più gettonate dai critici, né tra le più motivate;

- quello che lascia assai perplessi è la motivazione sulla cui base il giornalista sostiene l'infondatezza di tale critica: Immobiliare Lombarda avrebbe registrato - nell'ultimo anno borsistico - un andamento dei prezzi analogo a quello degli altri immobiliari italiani (ed europei), cosa abbastanza evidente;

- curioso è che il giornalista, che con dovizia si applica al calcolo delle perfomances dell'ultimo anno, non faccia altrettanto con quelle degli anni precedenti, con ciò tacendo che le citate Pirelli RE, IGD, Risanamento, Aedes e compagnia nell'anno precedente (cioè nel 2006) hanno tutte registrato performances ragguardevoli, che hanno spinto i corsi in prossimità dei massimi storici;

- ne deriva che, per tali titoli, la rovinosa discesa del 2007 iniziava all'incirca dalla quota massima raggiunta dai prezzi, mentre nel caso di Immobiliare Lombarda iniziava da una quotazione attorno ai 21 centesimi, inferiore di circa 1/3 rispetto ai massimi assoluti;

- ciò è coerente con le sensazioni - espresse innumerevoli volte nei noti forum online dagli azionisti IML - di un'azionista di controllo che quasi pareva compiacersi del deludente andamento delle quotazioni;

- per quanto concerne la seconda delle critiche oggetto di censura da parte del giornalista, che vorrebbe apparire obiettivo, l'articolo riporta il rapporto price/net asset value delle medesime società di cui sopra (e di due società europee, tra cui un REIT britannico): il giornalista non dice che il patrimonio di Immobiliare Lombarda NON è stato oggetto di perizia da parte di analisti indipendenti, quantomeno non di perizie rese pubbliche, al contrario di quanto accade per le altre società del raffronto;

- facciamo infine un'ultima osservazione, che fotografa un dato di fatto confermato anche dal Vostro articolo: nonostante che tutti i titoli del confronto quotino intorno ai propri minimi storici e tutti abbiano un'azionista di controllo, solo Fondiaria-Sai (controllata dalla famiglia Ligresti tramite Premafin spa) ha promosso un'offerta finalizzata al delisting della immobiliare controllata, mentre simili ipotesi sono state oggetto di convinte smentite da parte dei controllanti delle società oggetto di raffronto.
Con l'auspicio della pubblicazione. I migliori saluti.