martedì 22 luglio 2008

INGIUSTIZIA........COMPIUTA A DANNO DEI "PICCOLI"

Una Consob all’italiana

22 Luglio, 2008

La notizia l’avete ormai saputa tutti: 0,1659 ad azione sarà il prezzo del’Obbligo di Acquisto.

Prima cosa, facciamo un bilancio.

Alle quotazioni che Milano Ass. batte mentre scriviamo, chi avesse consegnato in Porcopas oggi avrebbe in mano 3,26 € + 0,34 € incassati come dividendo. Al netto della cedolare sul dividendo fanno circa € 3,56. Sommando 1,752 € di parte cash, il ricavato sarebbe pari ad € 5,31 per ogni 46 azioni IMLO consegnate.

Cioè € 0,1154 a titolo.

Chi accettasse il corrispettivo fissato da Consob ricaverebbe oggi il 44% in più.

Seguendo la nostra strategia (NON ADERIRE ALLA PORCOPAS) l’investitore avrebbe ottenuto il 44% in più, per di più interamente in contanti e avendo corso il solo rischio di ricavare € 0,145 in contanti in caso di squeeze out (diritto d’acquisto) al prezzo della Porcopas (ipotesi peggiore).

Ognuno di voi è proprietario delle proprie azioni e ne può fare ciò che crede; noi ipotizziamo che nei prossimi giorni (ma lo si vede già in questi minuti) il prezzo tenderà ad allinearsi verso gli 0,1659 €. Ricordiamo anche che, volendo, si potrà avere un corrispettivo parte in azioni Milano, parte cash. Poiché di azioni Milano non ne abbiamo mai voluto nemmeno sentir parlare (del resto avevamo comprato un titolo immobiliare con l’idea di tenerlo, no ?), fatelo da soli il conteggio sulla convenienza del corrispettivo misto (alternativo e a scelta dell’investitore). Sono 1 Milano + € 1,3392 ogni 28 IMLO.

Oggi stesso il Codamil deciderà come reagire alla delibera, su cui facciamo solo un paio di note:

a) da un lato ha riconosciuto un NAV diverso (ovviamente superiore) da quello indicato da Fonsai (e lo dice espressamente);

b) dall’altro ha ritenuto non rilevanti le adesioni delle aziende della famiglia Ligresti ai fini delle adesioni alla Porcopas (e lo dice espressamente).

Due buoni squarci in un quadro di fatto sconfortante (troppa timidezza nell’organo di controllo); un quandro tuttavia sotto il profilo giuridico abbastanza stimolante.

Anticipiamo quello che diffonderemo - come promesso - con maggiore dovizia: ogni azione Immobiliare Lombarda vale, NELLA REALTA’, PIU’ di 36,3 centesimi (0,363 €), come abbiamo spiegato a Consob.

Su questo non ci piove.

I membri del Consiglio direttivo si sono già riuniti e, a titolo personale, informano che non venderanno alcuna delle proprie azioni fino a quando il Comitato non avrà adottato la propria linea strategica.

Va tenuto presente che, con ogni probabilità, la gran parte delle azioni che verranno vendute da oggi in poi verranno cedute a Fonsai (anzi, è più che probabile che sia Fonsai a fare acquistare mani amiche); per cui vendendo si facilita anche lo squeeze out. Pare molto più saggio attendere qualche giorno e vedere che accade. Può anche capitare che Fonsai impugni la delibera perché riterrà il prezzo eccessivo; in tal caso le quotazioni potrebbero anche flettere. Ci pare un pericolo molto modesto e molto teorico, ma è giusto evidenziarlo, se non altro per completezza e coerenza.

A breve daremo maggiori informazioni, anche sui tempi del delisting.

Il Codamil

domenica 20 luglio 2008

Girando per il Mondo ..per il Cuore Economico del Mondo




Mentre la borsa crollava, io facevo l'italiano a New York. Basta entrare in un negozio (cosa dico, in una splendida boutique) sulla 5th e si possono comprare polo o camicie di marca tra i 40 e i 60 $, che sarebbero quello che a noi costa comprare le stesse camicie taroccate in una bancarella. I taxi costano molto meno che in Italia e così tutto il resto. Io ricordo la stessa sensazione durante un mio viaggio in Germania ai tempi del "serpente monetario" quando con il cambio di 750 lire per un marco, andare in un ristorante costava meno che una pizzeria di Biella




.
Sicuramente gli USA sono in crisi, ma l'Euro è soppravvalutato.
Ho avuto l'impressione di un paese vivo, dove la gente lavora e si da da fare, un paese in movimento, un paese ancora proiettato al futuro, dove le televisioni parlano per ore di energie alternative, non come da noi che si parla solo dei processi a Berlusconi (come se D'Alema e Fassino fossero due angioletti).
Un paese che non si piange addoso, e si rimbocca le maniche. Ma anche un paese dove gli americani se la ridono quando sentono che in Italia l'indulto a svuotato le carceri e stiamo a discutere per mesi sulle impronte digitali ai ROM (quando entri in USA ti prendono le impronte, si le prendono a tutti, neri rossi e verdi, turisti e business men e io non mi sono sentito discriminato).
Un paese dove si elimina ciò che non va e si cercano vie alternative.

Per questo la crisi dei mercati è molto importante, e secondo me, sarà ancora lunga, ma non sarà la fine del mondo, e tantomeno la fine del mondo occidentale, il gigante malato sta distruggendo per ricreara, e se si metterà a lavorare seriamente per lo sviluppo delle energie alternative, state pur certi che nel giro di 3/4 anni ne vedremo delle belle. Il prossimo mercato toro sarà dei titoli dell'energia, ma non dei petroliferi, della nuova energia.

sabato 19 luglio 2008

IMMOBILIARE LOMBARDA I nostri primi risultati nell'operazione

Risultati di una politica durata 30 anni.....Grazie ai politici irpini che ancora si ostinano a non andare a casa


In 600mila lasciano il Sud

Crescita al di sotto della media nazionale, disoccupazione e lavoro nero in aumento, emigrazione alle stelle. Sono questi i tratti salienti di un Mezzogiorno che non riesce a tenere il lento passo dell'economia settentrionale, e che da sei anni consecutivi cresce meno del Centro-Nord. A dirlo è il Rapporto sull'economia del Mezzogiorno 2008 presentato ieri a Roma.
crescita vicina allo zero
Nel 2007 il Sud è cresciuto dello 0,7%, un punto di meno rispetto al Centro-Nord e in calo di 0,4 punti percentuali rispetto allo scorso anno. Ma sono Puglia (2 %), Molise (+1,7%), Basilicata (+1,5%) e Sardegna (+1,3%) a mostrare le migliori performance. Campania (+0,5%) e Sicilia (+0,1 %) sono quasi ferme la Calabria fa registrare addirittura segni negativi.
Due le cause principali del fenomeno: investimenti che rallentano, famiglie che non consumano. Rilevante infatti il rallentamento degli investimenti fissi lordi dell'area (che hanno fatto segnare nel 2007 un timido +0,5% a fronte del + 2,4% dell'anno precedente), che testimonia il peggioramento del clima di fiducia delle imprese. Sulla stessa linea la spesa delle famiglie meridionali, ferma al +0,8%, circa la metà di quella del Centro-Nord (+1,5%). Da sette anni la dinamica dei consumi interni è poco più che stagnante (+0,5 %), a conferma delle difficoltà delle famiglie meridionali a sostenere il livello di spesa.
OCCUPAZIONE in calo
Come negli scorsi anni, continua il calo dei disoccupati: meno 101mila al Sud, con una flessione rispetto all'anno precedente dell'11,2%. Ma non tutti i disoccupati hanno trovato un nuovo lavoro. Lo dimostrano i dati sulla disoccupazione. Una quota consistente di disoccupati ha smesso di cercare un'occupazione. In Campania, ad esempio, nel 2007 i disoccupati sono scesi di oltre 38mila unità, e i nuovi occupati a loro volta sono scesi di 11mila unità.
In altri termini, negli ultimi sei anni al Sud i disoccupati sono scesi di 635mila unità: 285mila hanno trovato un lavoro, 350mila sono "scomparsi": non cercano né trovano lavoro.
Spina nel fianco è anche il sommerso, che riguarda al Sud circa 1 lavoratore su 5 (19,2%), a fronte del 9,1 % dell'altra ripartizione. Nel 2007 i lavoratori irregolari al Sud sono scesi di 66mila unità (-4,8%), arrivando a quota 1 milione 304mila. Agricoltura, commercio e servizi i settori dove si concentrano i lavoratori al nero. Da segnalare la forte presenza di sommerso al Sud nel settore industriale (11,6% contro 1,8% del Centro-Nord), segno delle forti difficoltà delle Pmi meridionali.
povertà tra famiglie e LAUREATI
Rispetto al 28% del Centro-Nord, più della metà delle famiglie monoreddito al Sud risulta esposto al rischio di povertà.
Nel 2005 il 18% delle famiglie meridionali ha percepito meno di 1.000 euro al mese e il 20% circa ha guadagnato tra 1.000 e 1.500 euro mensili. Inoltre quasi 14 famiglie su 100 al Sud hanno più di tre persone a carico (4.1 % al Centro-Nord) con punte del 18% in Campania.
Vi sono famiglie in cui non ci si può permettere un pasto adeguato almeno tre volte a settimana (10% sul totale meridionale), né riscaldare adeguatamente l'abitazione (20 %) o comprare vestiti necessari (28 %). Quasi il 20 % delle famiglie meridionali nel 2005 ha avuto periodi in cui non poteva acquistare medicinali.
Neanche raggiungere un buon livello di istruzione tutela dall'esposizione al rischio povertà: si trova in questa situazione il 9,4% dei laureati residenti al Sud.
600mila emigranti
Negli ultimi dieci anni, dal 1997 al 2007, oltre 600mila persone hanno abbandonato il Mezzogiorno per trasferire la residenza al Centro-Nord. Nel 2007 ai 120mila trasferimenti di residenza si aggiungono 150mila pendolari di lungo raggio, che si spostano temporaneamente al Centro-Nord per lavorare. Questi flussi di mobilità unidirezionale Sud-Nord sono un caso unico in Europa e testimoniano la distanza economica tra le due aree.
I nuovi emigranti sono in larga parte pendolari: soprattutto maschi, giovani (1'80 % ha meno di 45 anni), single o figli che vivono in famiglia, con un titolo di studio medio-alto e che svolgono mansioni di livello elevato nel 50% dei casi, a conferma dell'incapacità del sistema produttivo meridionale di assorbire manodopera qualifica; alti costi delle abitazioni e contratti a termine spingono a trasferire definitivamente la residenza.
Lombardia, Emilia Romagna e Lazio restano le tre regioni preferite dai nuovi emigranti. Le regioni più soggette al pendolarismo di lunga distanza verso il Nord sono la Campania (50mila unità). Sicilia (28mila) e Puglia (2Imila).
sud POCO COMPETITIVO
In base a tre indicatori individuati dalla SVIMEZ (benessere economico, situazione di partecipazione ed equilibrio del mercato del lavoro, livello di sviluppo delle risorse umane e della ricerca scientifica) è stato costruito un indice di competitività che conferma in modo evidente la debolezza del Mezzogiorno.
Sicilia, Puglia, Campania e Calabria registrano i più bassi tassi di occupazione femminile in Europa (sotto il 30%), distanti di quasi lO punti dalle regioni più arretrate della Grecia e della Spagna e di quasi 20 dall' est Europa.
SPESA PUBBLICA IN calo
La quota di spesa pubblica in conto capitale del Mezzogiorno è passata dal 40,6% del 2001 al 35,3% nel 2007, arrivando cosÌ al livello più basso dal 1998. Tale quota non solo è ben lontana dall' obiettivo del 45% fissato in fase di programmazione, ma non raggiunge neppure il peso naturale del Mezzogiorno (la media tra la sua quota di popolazione e di territorio) che è del 38% circa. Negli ultimi anni nel Mezzogiorno la spesa "aggiuntiva" nazionale e comunitaria, data l'esiguità delle risorse, si è limitata a compensare le carenze della spesa ordinaria.
INFRASTRUTTURE carenti
Fatto pari a 100 il valore Italia, riguardo alla dotazione di autostrade il Sud è fermo al 78,6%. Non va meglio sul fronte delle ferrovie: il 42 % delle linee presenti nell'area non sono elettrificate. Sottodotate anche le linee di trasmissione elettrica e del gas (67,3% dell'Italia), che raggiungono percentuali ancora più basse in Basilicata (49,2%), Molise (37,4) e Sardegna (32,2). Fa eccezione la Campania, che registra il 123,1 %. L'indice sintetico di dotazione di reti idriche ferma il Sud al 65,6%, la metà circa del Centro-Nord (135,2). Nel Mezzogiorno inoltre il 37% dell'acqua immessa in rete viene perso, con percentuali particolarmente elevate in Sardegna (43,2 % ) e Puglia (46,3 % ).


mercoledì 16 luglio 2008

Mutui da il Foglio.it

ArchivioCronachette

Perché l'italiano è molto homo e poco oeconomicus

Il risparmiatore, si sa, non è molto razionale. Quello italiano, in particolare, si entusiasma e si deprime molto in fretta. Mai una volta che si sieda al tavolo a fare due conti, calcolatrice alla mano, a valutare i propri investimenti con l’approccio dell’homo oeconomicus.

L’assemblea dell’Abi, l’associazione delle banche italiane, ha diffuso oggi i dati sul mercato dei mutui. Gli italiani riscoprono il tasso fisso: i finanziamenti con la rata bloccata sono arrivati a quota 53 miliardi, solo quattro anni fa erano a 31. Una tendenza che ci avvicina agli altri paesi europei, dove il tasso fisso è la norma. In Francia il tasso fisso riguarda tre mutui su quattro, da noi le proporzioni sono invertite.

Un segnale positivo? Gli italiani stanno diventando più prudenti?

Purtroppo no. E’ solo l’effetto del panico scatenato dalla crisi dei subprime. Nell’ultimo anno le rate variabili sono schizzate in alto, non per colpa dela Bce (che fino a luglio non ha alzato il costo del denaro), ma a causa dell’incertezza sui mercati finanziari che ha fatto lievitare l’Euribor, il tasso a cui si prestano denaro tra loro le banche, che è il parametro su cui sono calcolate le rate del tasso variabile (costo del denaro più uno spread). Chi ha sottoscritto contratti a tasso variabile nel 2003-2004, ad esempio, ci ha guadagnato rispetto a prestiti di uguale valore ma a tasso fisso, eppure oggi ha la percezione di essere schiacciato da rate insostenibili. Le banche, negli anni scorsi, spingevano i contratti a tasso variabile, ma anche gli stessi clienti snobbavano i fissi, perché molto più costosi dei variabili (più convenienti ma anche più rischiosi). Oggi che il mutuo a tasso variabile costa circa come il fisso, ecco l’inversione di tendenza.

Peccato che, per evitare l’incertezza, tanti italiani si condannino a pagare per anni rate decise sulla base delle condizioni di rischiosità eccezionale di oggi.

Prevedibile polemica in coda allo sportello tra qualche anno, quando le acque si saranno calmate: “Tutta colpa delle banche, ci hanno costretto a prendere il tasso fisso, ora il variabile è così conveniente…” Eccetera eccetera. A prendersela con le banche di solito ci si prende. In questo caso, però, la responsabilità è almeno per metà dei cliente italiano che magari saprà essere assai homo, ma è molto poco oeconomicus.

Avellino tra calcio e..... politica

Dopo lunghe attese , si è definito che con il fallimento del Messina Calcio , la società Us. Avellino per caratteristiche previste sia stata ripescata in serie B...
Dopo tante speranze il Sindaco della città il Sig. Galasso cosa fa',
reclama alla proprietà Canoni di affitto dell'impianto sportivo,
sostenendo che la stessa non ha mai provveduto ad onorare l'impegno.
La notizia è stata prontamente smentita dal Sig. pugliese il quale precisa che l'unico canone non onorato è relativo al 30.06.2008 .....
a questo punto mi viene da pensare .....siamo di fronte a un Mentitore!!!!!
Chi è che mente?
Spero che il Sindaco non sia condizionato dallo schieramento politico al quale appartiene ,
visto che io personalmente lo ritengo l'artefice e causa del degrado ,dell'impoverimento della nostra Provincia...
la quale vede costretti migliaia di giovani ad emigrare eguagliando così situazioni già vissute negli '70 ...

E' possibile che la vostra politica sia una malattia?
Ma sosprattutto è possibile che una persona come Lei, fa in modo che persone come il Sig. Pugliese (non meritevoli e degni di nota nel campo imprenditoriale per diverse vicende già note) ma comunque impegnate e finora responsabili sportivamente parlando nell'avventura che da qualche anno hanno intrapreso sia più serie di Uno che ha rappresentato lo Stato fino a qualche anno fa'!!!
Perchè sig. Sindaco i suoi amici politicizzati imprenditori non vogliono pagare per comprare la società? Ed invece insieme a Lei sono lì a blaterare ...

Tutti li a parlare ed ad accusare Il sig. Pugliese...
finora è l'unico che il suo impegno lo sta mantenendo , non con risultati eccellenti ....ma la situazione potrebbe essere peggiore (vedi MESSINA) .

Allora le consiglio si vesta di Umiltà, lasci la Politica, vada a casa e si comporti da persona seria con parole e fatti!!!!
altrimenti tra lei e il sig. Pugliese il peggiore è Lei!!!!!!!

"Treni" e "Vagonate" di soldi rubati a noi italiani

E' notizia di questi giorni che una nuova compagnia ferroviaria composta dai Sig.ri Della Valle , Montezemolo e Banca Intesa sarà la concorrente di Ferrovie dello Stato nell'Alta Velocità.

Bell'affare per " lor signori" che beneficeranno di tariffe di affitto agevolate per non dire irrisorie... a danno di F.s. società, da noi sino ad oggi finanziata attraverso contributi e tasse.

Oggi arrivano i soliti "Potenti" che con l'appoggio di media e quotidiani di vario genere vengono dipinti come i "salvatori" dei consumatori, i "concorrenti" che offriranno tariffe agevolate.....
grazie al basso canone di affitto che pagheranno e ruberanno clientela alle ferrovie società (ancora nostra).

Roba da matti,
alle Ferrovie (quindi a noi popolo italiano) oltre al danno la Beffa ,
siamo presi in giro quotidianamente dai soliti che fanno la loro fortuna con i nostri soldi e si reputano "imprenditori", appoggiati da media che continuano a raccontare una "loro" verità .

Questa non è fare Impresa,
lo Stato (NOI) consente troppo ai Potenti e
di conseguenza l'Economia , il mercato
non sono Liberi e un Mercato non Libero porta a distruzione o a molti + Poveri che ricchi.

Una 1^ Idea potrebbe essere un azionariato popolare Italiano che consenta un'altra alternativa. Una società che anzichè spartirsi grossi utili offra tariffe low coast e quindi davvero concorrenziali a danno di questi "Lor Signori" che vogliono e continuano ad arricchirsi con i nostri soldi, chiedendoci addirittura di ringraziarli!!!!!

lunedì 14 luglio 2008

Speranza per un nuovo Testo Unico della Finanza

Opa, Consob lavora a misure tutela azionisti minoranza - Consob

MILANO, 14 luglio (Reuters) - La Consob ha in fase di
avanzata elaborazione, nell'ambito delle norme attuative della
direttiva sulle offerte pubbliche di acquisto, misure a tutela
degli azionisti di minoranza.
Lo ha detto il presidente della
Commissione Lamberto Cardia
nel discorso in occasione dell'incontro annuale con il mercato
finanziario.
Nell'attuale fase di mercato, sottolinea Cardia, gli
andamenti negativi possono indurre gli azionisti di controllo a
lanciare offerte volte a
cancellare i titoli dalla quotazione.
"Diventa urgente garantire agli azionisti di minoranza la
possibilità di effettuare scelte consapevoli in merito
all'adesione all'offerta", afferma il presidente Consob.
La previsione di una riapertura dei
termini dell'offerta, ad
esempio, potrebbe attenuare la pressione a vendere che gli
azionisti di minoranza subiscono quando si prefigura il venir
meno della quotazione del titolo o la riduzione della sua
liquidità.
Inoltre, prosegue Cardia, gli
amministratori indipendenti
potrebbero essere maggiormente responsabilizzati
nell'elaborazione delle valutazioni del consiglio di
amministrazione della società-bersaglio sul merito dell'offerta.

((Sabina Suzzi, redazione Milano, Reuters
Messaging:
sabina.suzzi.reuters.com@reuters.net, +39 02 66129549,
milan.newsroom@news.reuters.com))

domenica 13 luglio 2008

POTERE ECONOMICO

Nella storia del mondo quasi tutte le nazioni devono scegliere tra modi di vivere alternativi. Troppo spesso questa scelta non è libera. Un modo di vivere è basato sulla volontà della maggioranza, ed è contraddistinto da libere istituzioni, rappresentanti di governo, libere elezioni, garanzie per la libertà individuale, libertà di parola e di religione, e libertà dall’oppressione politica. Il secondo modo di vivere è basato sulla volontà della minoranza imposta con la forza alla maggioranza. Dipende dal terrore e dall’oppressione, dal controllo della stampa e della radio, da false elezioni, e dalla soppressione delle libertà individuali. Io credo che la politica degli Stati Uniti debba essere quella di aiutare i popoli liberi che stanno resistendo al tentativo di conquista di queste minoranze armate, o di pressioni esterne. Io credo che noi dovremmo assistere i popoli liberi che stanno lavorando per la ricerca del loro destino, e della loro strada. Io credo che il nostro aiuto dovrebbe permettere per prima cosa la stabilità economica e l’ordine politico”.