ROMA, 20 MAG - Alla fine della lunga giornata di lavoro che lo ha portato a Roma per presentare la fusione della sua Unicredit con Capitalia, Alessandro Profumo è rilassato e tranquillo. Saluta i giornalisti e sottobraccio al presidente del gruppo Dieter Rampl fa una passeggiata da Palazzo De Carolis, che sarà la nuova sede legale del gruppo ("un atto dovuto" per una città come Roma ha appena detto nel corso della conferenza stampa) fino alla sede capitolina di Unicredit.
Ai bancari romani, suoi nuovi dipendenti, ha da poco inviato un messaggio per rassicurarli: "abbiate fiducia nel nostro buon senso, non avremo tutte le risposte dal primo giorno, ma è una nuova avventura per tutti". Sottolinea che non ci sono le cifre sugli esuberi, ma rassicura che da tradizione le due banche hanno sempre proceduto in questa direzione cercando il confronto e il consenso dei sindacati.
Cesare Geronzi ha fatto gli onori di casa durante la conferenza stampa. Lui del nuovo gruppo sarà il vice presidente, ma la sibilla Mediobanca lo vedrà probabilmente scegliere una delle poltrone di Piazzetta Cuccia (in questo caso sarà sostituito a Piazza Cordusio da Berardino Libonati). Il banchiere romano vuole spiegare, e lo ripete più volte, che Unicredit rappresenta l'integrazione da sempre "sognata", voluta, a cui aveva da sempre pensato, precisa, cercando di inserire il suo progetto tra le strategie internazionali di Profumo. "Ma non è un'operazione di potere - dice in modo perentorio ai giornalisti 'per fugare ogni sospetto che si voglia insinuare' - ma al contrario un'integrazione importante dal profilo industriale e finanziario". E Profumo ne indica le ragioni. "Perché accresce l'utile per azione dal 2009 e per Roma da subito, perché rafforza i due gruppi in Italia in modo significativo, con una distribuzione degli sportelli quasi perfetta", senza sovrapposizioni, "dando prospettive internazionali a Capitalia". Quindi, per un banchiere che considera l'Europa il "nostro mercato domestico" è importante ricordare come la fusione "mantenga il profilo internazionale del gruppo, con il 53% del giro d'affari generato all'estero".
In Italia, precisa non celando un certo orgoglio, "il settore finanziario è riuscito ad esprimere delle leadership globali".
E i numeri gli danno ragione: la superbanca sarà la prima in Eurolandia, tra le prime tre in Europa e nella top ten mondiale.
Geronzi torna invece ancora sul perché della scelta Unicredit. Replicando alle critiche di chi ritiene che abbia consegnato l'ultima banca romana al Nord mette in evidenza come "sarà ancora meglio per i clienti romani e per le istituzioni locali di quanto garantito finora". Tenta così di rassicurare il sindaco di Roma, Veltroni e subito dopo ricorda la genesi dell'accordo, dalla bocciatura dell'offerta di Intesa (quel no "non mi appartiene") a quella di Abn Amro: "non mi interessava prima ancora meno adesso: immaginavo un'operazione italiana e dopo un colloquio molto duro e impegnativo col nostro azionista sono rimasto fermo nella mia convinzione" di preferire una soluzione sotto il tricolore.
Poi colui che ha creato il polo bancario romano attraverso il primo processo di fusioni negli anni Ottanta e Novanta annuncia che Capitalia accelererà sulla dismissione della quota in Generali ("entro questo mese") e che la quota complessiva del nuovo gruppo in Mediobanca sarà ferma la 9,39% ("non possiamo stare sopra il 18% ma sotto il 10% è la prima cosa che ci siamo detta con Alessandro", sostiene) a testimonianza che la fusione, appunto, "non è un'operazione di potere".
La curiosità non si esaurisce con le risposte sulle strategia italiane e così al condottiero per eccellenza dell'Italia nei mercati esteri viene chiesto se con SocGen il discorso sia davvero chiuso. Ovviamente Profumo non risponde, ma nemmeno chiude definitivamente la porta: "con SocGen ci sono stati contatti, come scritto nella nota che abbiamo fatto, evidentemente non siamo riusciti a far scattare la molla", ma, aggiunge, "come faccio a dire cosa avverrà in futuro?".
Adesso non è il momento di pensare al prossimo futuro, per ora, conclude, "godiamoci questa bella operazione". (ANSA).
1 commento:
Ho tanti dubbi a tal proposito!
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