sabato 26 maggio 2007

IMMONDIZIA REGIONE CAMPANIA

La Presidenza della Regione Campania spende dodici volte di più della Presidenza del Capo dello Stato tedesco per le spese di rappresentanza....
e come dice Funari.....
la monnezza poi si dice che sta per strada..........
continuate a votare gli stessi...

giovedì 24 maggio 2007

RETELIT in attesa come CHL

Prepariamoci a qualche news

a presto qualche notizia dai vari blog e media

dopo

NUOVI POLITICI CRESCONO O ESCONO O .......

Montezemolo: Ultima Relazione Fra Storia e Tecnologia


ROMA, 24 MAG - Un'ora e mezza di discorso con richiami a Churchill, Einaudi e Blair seguendo il testo delle 37 pagine su un paio di gobbi piazzati sul palco come quelli utilizzati dal presidente Usa George W.Bush; 58 applausi e due ovazioni (quando contesta tasse e presenzialismo di ex terroristi-opinionisti); un minuto e mezzo ininterrotto di applauso finale, che lo porta a rialzarsi dal tavolo presidenziale per un nuovo ringraziamento. Mentre anche in platea qualcuno lo applaude in





piedi.
Così è stata scandita la relazione del presidente della Confindustria, Luca Cordero di Montezemolo, all'assemblea annuale degli imprenditori, la quarta ed ultima del suo mandato presidenziale che scadrà l'anno prossimo.
Arriva a bordo di una Fiat Multipla (se ne andrà invece a bordo di una fiammante Grande Punto) qualche minuto dopo le 9 all'Auditorium parco della musica (dove da due anni ha trasferito l'evento per il gran numero di partecipanti, quest' anno 3.350) e, a passo svelto, chiede "dov'é la sala stampa".
Montezemolo, che di lì a poco illustrerà la relazione, è in polo blu, calzoni verdi e Tod's. Alle spalle del direttore generale di Confindustria, Maurizio Beretta, finge di origliare il briefing con i giornalisti. Con un sorriso, fa solo un gesto per dire che è tutto ok, e scappa via. Beretta lo intravede e dice solo: "Look Marchionne".
Il numero uno degli industriali sale atleticamente (due gradini per volta) verso la sala per una prova microfono: "Viva le Marche, viva Tolentino, viva la poltrona Frau" dice suscitando sorrisi e via a cambiarsi d'abito per una istituzionale grisaglia grigia, camicia bianca, cravatta blu a pois bianchi e immancabile fazzoletto bianco nel taschino.
Nel frattempo, comincia la parata di industriali, cariche dello Stato e militari, rappresentanti di governo, politici. La maggior parte entra dall'ingresso "del potere" come lo definiscono alcuni che, invece, varcano il cancello accanto (molti tirando un trolley) vicino al quale sono in esposizione una Panda Van Rossa e due scooter Piaggio MP3 (quelli con due ruote anteriori) con i loghi di Confindustria.
Prodi, Marini, Bertinotti (questi ultimi due in sala rispettivamente con pipa e sigaro in bocca), Rutelli, Letta, i ministri Gentiloni, Parisi, Bonino, Padoa-Schioppa, Bersani, Damiano, Nicolais, Ferrero, Fioroni, il governatore di Bankitalia Draghi. E capitani d'industria e gotha della finanza Profumo e Geronzi (quest'ultimo distante dal suo ex braccio destro, Matteo Arpe, seduto in un altro settore) arrivano e restano sempre assieme come i fratelli Abete, Marchionne e John Elkann, Marcegaglia, Confalonieri. Assenti, fra gli altri, l'ex presidente Antonio D'Amato e Silvio Berlusconi, di cui per un po' si è vociferato l'arrivo nel suo stile ad effetto, con la coppa di Champions League vinta ieri ieri dal suo Milan. Soliti assalti e resse di cronisti (ne sono accreditati 460 fra italiani e stranieri), fotografi e teleoperatori.
Montezemolo parte e il primo grosso e lungo applauso lo riceve quando, senza nominarlo, attacca Bertinotti. Preso l'abbrivio, lancia strali al governo, guardando in prima fila Prodi, che resta imperturbabile e non lo degna di uno sguardo anche quando riceve un paio di riconoscimenti per il suo lavoro.
Il numero uno di viale dell'Astronomia prende in prestito parole di Churchill ("l'idea del comunismo è che fare profitti sia un vizio, ma io credo che il vero vizio consista nel subire delle perdite"), di Einaudi alla Costituente ("La legge non deve essa stessa istituire i monopoli"), di Tony Blair ("la politica è l'arte del possibile, ma ogni tanto nella vita bisogna dare una chance all'impossibile") mentre i punti più importati della relazione sono proiettati sul maxischermo in sala. Non risparmia pesanti critiche alla politica, leit motiv del suo discorso.
Anonime, quest'anno, le "mises" delle donne, (sobria eleganza per la Marcegaglia, in giacca crema gessata nello stesso color nocciola dei pantaloni e top di seta crema, seduta al tavolo della presidenza alla sinistra di Montezemolo e accanto a Bombassei). Al contrario, degli uomini fra cui l'informale Marchionne, in golf girocollo nero, camicia azzurra, calzoni grigi, il folkloristico "imprenditore texano" in nero, al secolo Enrico Grossi di Reggio Emilia (produce carrelli guidati al laser), capelli sulle spalle biondi e ricci sotto un cappello da cowboy nero, collanina con aquila in oro, e camperos con sulla punta un teschio con due ossi incrociati. E fra i giornalisti, il direttore di Libero Mercato Oscar Giannino, in versione "viva l'Italia": attillato gessato rosa fragola,

mercoledì 23 maggio 2007

GENERALI E LE STRANEZZE/PORCHERIE DELLA BORSA

dal blog del il Volpino
Generali subisce una sospensione al ribasso, molto probabilmente dovuta ad un errore di immissione. Un ordine errato che vuol dire tutto e niente, dal mio punto di vista trapela un certo nervosismo. Lo vedremo nelle prossime settimana. Sara' contabilizzato l'ordine? Se fosse cosi' sara' una beffa per tutti i trader disciplinati con stop loss applicati sul titolo. Si studiano strategie, nuovi stistemi, nuovi software e chissa' quante altre diavolerie di marketing e di sistema e poi basta un colpo a sorpresa tipo quello di oggi su Generali per far saltare in aria la costruzione. Il tempo passa ma le basi non cambiano, se non hai le informazioni, per operare in borsa c'e' bisogno soprattutto di testa, cuore, istinto ed intuito a questi si aggiungo tutti gli studi del mondo, perche' ricordatelo, il mercato e' fatto anche di colpi bassi... purtroppo o per per fortuna?!

martedì 22 maggio 2007

COMPLIMENTI VICE-MINISTRO

Caso Unipol-Bnl, così Visco cercò di fermare la Finanza
di Gianluigi Nuzzi - martedì 22 maggio 2007, 12:24
Nel luglio del 2006 il viceministro dell’Economia Vincenzo Visco esercitò ripetute e pressoché quotidiane pressioni sul comandante generale della Guardia di Finanza, Roberto Speciale, e gli pose un perentorio aut aut affinché azzerasse senza motivazioni l’intero vertice della GdF della Lombardia. Ufficiali impegnati, tra l’altro, in delicate indagini come quelle sulla scalata a Bnl da parte di Unipol e coop rosse. Visco aprì quindi una crisi istituzionale con il vertice del Corpo militare, arrivando a pronunciare un’oscura minaccia al comandante generale. La mette a verbale lo stesso Speciale: «Visco mi disse - ha dichiarato nell’interrogatorio reso all’avvocato generale Manuela Romei Pasetti - che se non avessi ottemperato a queste direttive erano chiare le conseguenze cui sarei andato incontro». Pubblicamente, invece, il vice ministro in quegli stessi giorni cercava di stemperare ogni polemica. Liquidando il caso come «avvicendamenti unicamente riconducibili ad esigenze di servizio». Il Giornale ricostruisce invece, ora dopo ora, la storia di questa ingerenza, dell’intromissione del potere politico su un corpo militare. Con un vice ministro che prima ordina al capo della GdF di rimuovere ufficiali, quando per i trasferimenti c’è un apposito iter procedurale interno. Poi dispone di concordare le scelte con due sottoposti, facendo saltare lo stesso ordine gerarchico della Finanza. Fino al 17 luglio quando Speciale ventila le dimissioni: «Risposi al vice ministro che l’osservanza delle regole è stata da sempre il faro della mia vita. Di non poter pertanto assecondare queste sue ultime richieste e che pertanto ero pronto a rassegnare il mandato». La storia inizia alle 17 di giovedì 13 luglio quando, durante un drammatico incontro, Visco sventola sotto il naso del comandante generale un foglietto indicante i nomi dei quattro ufficiali da mandare via da Milano. Senza nemmeno preavvisare, come avviene invece di rito chiedendo persino un parere, la procura che coordina le indagini degli ufficiali coinvolti. Non solo. Visco dispose anche «perentoriamente », a detta di Speciale, di concertare ogni decisione d’impiego futura direttamente con due sottoposti, i generali Italo Pappa e l’allora capo dei reparti d’istruzione Sergio Favaro. Che il Vice Ministro aveva appena incontrato. Insomma, una sorta di «commissariamento», pregiudicando le prerogative e l’autonomia del comandante generale. Visco ordina quindi a Speciale di spostare i gradi vertice della Lombardia e di coinvolgere Favaro e Pappa. E così, sempre stando alla ricostruzione dello stesso Speciale, Pappa e Favaro prima si incontrano tra di loro, predisponendo le ipotesi di avvicendamenti. Poi Pappa va dal numero uno con il piano operativo. Ma arriva l’intoppo non previsto. Scende in capo il procuratore capo di Milano, Manlio Minale che, allarmato, chiede ragione delle voci su azzeramenti della GdF in Lombardia. Teme «serie problematiche alla prosecuzione delle delicate indagini in corso». Ovvero, Unipol, Bnl, Antonveneta e Telecom. Speciale dice chiaro e tondo che è stato Visco a ordinare, aprendo così uno scontro tra diversi poteri. Minale è allibito, chiede a Speciale «delucidazioni scritte », coinvolge la Procura generale e l’Avvocato generale. Che apre un fascicolo e lunedì 17 interroga in gran segreto sia Speciale che il capo di Stato Maggiore Emilio Spaziante. Prima però, venerdì, Speciale ricorda di esser stato sottoposto a pressioni di ogni tipo. Visco telefona, manda lettere, cerca il numero uno, fa chiamare dal proprio staff. Quei trasferimenti s’hanno da fare. Basta leggere qui a fianco il verbale del comandante generale per capire la portata di questa ingerenza. Speciale prende tempo, sa benissimo che se dispone i trasferimenti, compie un abuso. Deve seguire le norme, coinvolgendo gli interessati. Alle 20.15 trova una mezza misura: ordina a Pappa di far partire gli avvisi di avvio dei procedimenti di trasferimento. La situazione precipita domenica notte. Alle 22.50 l’Ansa dà notizia dell’azzeramento della Gdfmettendo in collegamento con le indagini Unipol. Visco s’infuria, chiede «immediata smentita » a Speciale. E intanto alle 24 ci pensa lui: normali avvicendamenti. In piena notte il comandante generale convoca d’urgenza i suoi collaboratori più stretti, Spaziante e il sottocapo Poletti. Più tardi la GdF esce con un imbarazzato comunicato. Ma ormai il vice ministro deve sentire che la vicenda sta sfuggendo di mano. L’indomani mattina si scontra con Speciale perché temporeggia, gli ordina ancora di trasferire gli ufficiali, pronuncia oscure minacce. Alle 12 Pappa e Favaro si rifanno vivi con il numero uno dicendogli di concordare con loro quanto scrivere a Minale. Ordine di Visco. Ma ormai la vicenda ha assunto una dimensione pubblica e politica: le indiscrezioni sono già sui giornali. Ma gran parte della storia non viene riportata dai media. Speciale blocca i trasferimenti. L’avvocatura generale di Milano interroga Speciale, Spaziante, Pappa e Favaro. Senza risposta la domanda cruciale: Visco perché voleva azzerare a ogni costo la gerarchia militare aMilano?

hedge funds

Hedge Funds: il G8 fa un altro passo indietro

Se all’Ecofin (il consesso di ministri economici della Ue) si era parlato di un blando “Codice di autosciplina” per regolamentare le operazioni spericolate degli hedge funds, alla riunione dei ministri finanziari del G8 è sparito anche quello, complice la pressione di Usa e Uk, paesi dove si trova la maggioranza di tali fondi. La conclusione degli otto grandi? Cinque raccomandazioni ai fondi, alle banche finanziatrici, agli investitori e alle autorità di vigilanza. Al resto ci pensa il mercato.

domenica 20 maggio 2007

UNICREDIT-CAPITALIA

ROMA, 20 MAG - Alla fine della lunga giornata di lavoro che lo ha portato a Roma per presentare la fusione della sua Unicredit con Capitalia, Alessandro Profumo è rilassato e tranquillo. Saluta i giornalisti e sottobraccio al presidente del gruppo Dieter Rampl fa una passeggiata da Palazzo De Carolis, che sarà la nuova sede legale del gruppo ("un atto dovuto" per una città come Roma ha appena detto nel corso della conferenza stampa) fino alla sede capitolina di Unicredit.
Ai bancari romani, suoi nuovi dipendenti, ha da poco inviato un messaggio per rassicurarli: "abbiate fiducia nel nostro buon senso, non avremo tutte le risposte dal primo giorno, ma è una nuova avventura per tutti". Sottolinea che non ci sono le cifre sugli esuberi, ma rassicura che da tradizione le due banche hanno sempre proceduto in questa direzione cercando il confronto e il consenso dei sindacati.
Cesare Geronzi ha fatto gli onori di casa durante la conferenza stampa. Lui del nuovo gruppo sarà il vice presidente, ma la sibilla Mediobanca lo vedrà probabilmente scegliere una delle poltrone di Piazzetta Cuccia (in questo caso sarà sostituito a Piazza Cordusio da Berardino Libonati). Il banchiere romano vuole spiegare, e lo ripete più volte, che Unicredit rappresenta l'integrazione da sempre "sognata", voluta, a cui aveva da sempre pensato, precisa, cercando di inserire il suo progetto tra le strategie internazionali di Profumo. "Ma non è un'operazione di potere - dice in modo perentorio ai giornalisti 'per fugare ogni sospetto che si voglia insinuare' - ma al contrario un'integrazione importante dal profilo industriale e finanziario". E Profumo ne indica le ragioni. "Perché accresce l'utile per azione dal 2009 e per Roma da subito, perché rafforza i due gruppi in Italia in modo significativo, con una distribuzione degli sportelli quasi perfetta", senza sovrapposizioni, "dando prospettive internazionali a Capitalia". Quindi, per un banchiere che considera l'Europa il "nostro mercato domestico" è importante ricordare come la fusione "mantenga il profilo internazionale del gruppo, con il 53% del giro d'affari generato all'estero".
In Italia, precisa non celando un certo orgoglio, "il settore finanziario è riuscito ad esprimere delle leadership globali".
E i numeri gli danno ragione: la superbanca sarà la prima in Eurolandia, tra le prime tre in Europa e nella top ten mondiale.
Geronzi torna invece ancora sul perché della scelta Unicredit. Replicando alle critiche di chi ritiene che abbia consegnato l'ultima banca romana al Nord mette in evidenza come "sarà ancora meglio per i clienti romani e per le istituzioni locali di quanto garantito finora". Tenta così di rassicurare il sindaco di Roma, Veltroni e subito dopo ricorda la genesi dell'accordo, dalla bocciatura dell'offerta di Intesa (quel no "non mi appartiene") a quella di Abn Amro: "non mi interessava prima ancora meno adesso: immaginavo un'operazione italiana e dopo un colloquio molto duro e impegnativo col nostro azionista sono rimasto fermo nella mia convinzione" di preferire una soluzione sotto il tricolore.
Poi colui che ha creato il polo bancario romano attraverso il primo processo di fusioni negli anni Ottanta e Novanta annuncia che Capitalia accelererà sulla dismissione della quota in Generali ("entro questo mese") e che la quota complessiva del nuovo gruppo in Mediobanca sarà ferma la 9,39% ("non possiamo stare sopra il 18% ma sotto il 10% è la prima cosa che ci siamo detta con Alessandro", sostiene) a testimonianza che la fusione, appunto, "non è un'operazione di potere".
La curiosità non si esaurisce con le risposte sulle strategia italiane e così al condottiero per eccellenza dell'Italia nei mercati esteri viene chiesto se con SocGen il discorso sia davvero chiuso. Ovviamente Profumo non risponde, ma nemmeno chiude definitivamente la porta: "con SocGen ci sono stati contatti, come scritto nella nota che abbiamo fatto, evidentemente non siamo riusciti a far scattare la molla", ma, aggiunge, "come faccio a dire cosa avverrà in futuro?".
Adesso non è il momento di pensare al prossimo futuro, per ora, conclude, "godiamoci questa bella operazione". (ANSA).

sabato 19 maggio 2007

hedge funds

(ANSA) - POTSDAM, 19 MAG - Gli hedge fund hanno dato un contributo positivo all'efficienza del sistema finanziario mondiale ma adesso presentano caratteri di rischiosità su cui é necessario vigilare con attenzione. E' il monito lanciato dai ministri finanziari del G8 nel documento conclusivo del vertice di Potsdam, nel quale si spiega che "l'industria deve rivedere e migliorare le attuali pratiche, in particolare nelle aree della valutazione e gestione del rischio, e delle informazioni fornite a investitori e controparti". Anche qui, nessun riferimento al 'codice di condotta' sostenuto più volte dalla presidenza di turno tedesca, come già nel documento del Financial Stability Forum presentato ai ministri dal Governatore di Bankitalia, Mario Draghi. Un documento che viene 'sostenuto'' dal G8.
I ministri hanno poi chiesto alle controparti dei fondi speculativi ed agli investitori di richiedere "accurate e tempestive informazioni sui rischi e valutazioni" degli asset detenuti, mentre si esortano le autorità di assicurarsi che "gli intermediari chiave continuino a rafforzare le attività di gestione del rischio della controparte".
(ANSA).



mercoledì 16 maggio 2007

PIACENZA

piacentini verso le elezioni.......pensateci bene

http://youtube.com/p.swf?video_id=zt2z-qke_ug&eurl=http%3A//meetv.altervista.org/%3Fcat%3D45&iurl=http%3A//img.youtube.com/vi/zt2z-qke_ug/2.jpg&t=OEgsToPDskKmELG6pfpf5Q-V97XoU-0e

IW BANK

18.05.07 Debutto in Borsa
spero che il filmato relativo al link non sia vero

http://www.video.mediaset.it/video.html?sito=striscia&data=2007/05/15&id=5540&categoria=inviati&from=striscia

SCANDALO FONDI PENSIONE. GRECIA CHIUSA PER SCIOPERO.

dal sole24 ore di 16.05.07 pg.8
Contestazione in tutto il Paese , la Capitale praticamente paralizzata.
A scatenare la protesta , lo scandalo che ha coinvolto in primo luogo il Fondo pensione dei dipendenti pubblici, Teady.
Che avrebbe pagato un prezzo gonfiato di 4,8 milioni di euro per acquistare titoli del ministero della Difesa , con una perdita di diversi milioni.
La vicenda ha costretto un ministro alle dimissioni , mentre l'Esecutivo valuta il riacquisto dei Bond.

Nuovi obiettivi a Piazza AffariI: Mediterranea Acque

new entry obiettivo 12 euro (nessuna certezza)
mikisagg

I FURBONI DELLA NOSTRA ITALIA

TRATTO DA
MERCATO LIBERO ricordati di inserirlo nella lista dei tuoi siti preferiti

IL REGNO LOMBARDO VENETO VUOLE GENERALI


La possibile fusione Unicredito Capitalia diventa ogni giorno piu' possibile...
Sui giornali oramai non si parla d'altro e sotto decine e decine di aspetti, fra i quali…
-Il ruolo economico del nuovo presidente francese contrario, per ora alla fusione Unicredito/Soc Generale.
-Bollore’ e i soci francesi di Mediobanca preoccupati degli equilibri all’interno di Mediobanca e Generali
-Bazoli, Intesa e il timore di perdere influenza su Generali.
-L’arrivo di Costamagna come consulente di Capitalia (uomo vicino sia a Prodi che a Draghi)
-Le possibili ricadute su un altro centro di potere, quale RCS
- Le conseguenze sul controllo di Mediobanca e quindi l’esigenza ancor piu’ forte di introdurre il modello di governance Duale.
E chi piu’ ne ha piu’ ne metta…….
Io vorrei invece soffermarmi su alcuni interessanti intrecci lombardo veneti che hanno trovato sfogo con la fusione fra Palladio e Fingruppo.
Poco o nulla questa fusione ha a che fare con la possibile fusione fra Unicredito e Capitalia, ma potrebbe avere importanza per i futuri assetti di Generali.
Nel capitale di Fingruppo figurano 111 imprenditori lombardi e nel libro soci di Palladio vi sono numerose famiglie venete di peso. L'aggregazione tra Fingruppo e Palladio, annunciata nella generale sorpresa il 23 aprile, genererà un polo capace di mezzi propri per un miliardo di euro e di gestire attività, rappresentate soprattutto da partecipazioni e fondi di private equity, per circa 2,5 miliardi di euro.
Il Nordest ricompare da protagonista sulla scena finanziaria, dopo la stagione dello scorso decennio incardinata sul creatore di Antonveneta, Silvano Pontello.
Basti ricordare il ventaglio di partecipazioni in società quotate detenute da Fingruppo direttamente (Banca popolare italiana, Ubi, Asm), oppure tramite Hopa (Telecom, Unipol, Mps, BiosSorin, Sorin VemerSiber e via elencando). Non è di minor conto il peso specifico di Palladio, sebbene abbia sinora lavorato più a societa’ non quotate (nel catalogo compaiono le pantofole De Fonseca, i motori per elettrodomestici Acc, i negozi di software Buffetti). L’avvicinamento alla grande finanza quotata è avvenuta un mese fa con l'acquisizione dello 0,5% di Generali, unendo le forze con Finanziaria Internazionale e con la famiglia Amenduni .
Ma andiamo per piccoli passi.
Innanzitutto l’uomo che potrebbe essere uno degli artefici di questa fusione e’ Claudio Zulli. Vediamo chi e’.
E’ un commercialista affermato. Il suo studio si chiama Studio Zulli ,Tabanelli e associati. Ha tre sedi, una a Milano, le altre due pero’ sono molto molto particolari. Infatti la seconda sede e’ a Brescia in Corso Zanardelli 32. Nella stessa sede della GP Finanziaria, la societa’ di Gnutti. E’ ben noto che Zulli e’ da sempre il commercialista di Gnutti.
La terza sede e’ a Vicenza e guarda caso…. allo stesso indirizzo della Palladio Finanziaria.
Non solo per una questione di indirizzi, ma soprattutto di rapporti, Claudio Zulli potrebbe essere uno dei principali artefici dell’unione fra Fingruppo e Palladio
Altre cose rilevanti dello studio Zulli.
Il suo studio e’ associato allo studio di Tremonti. I due personaggi hanno ottimi rapporti. Zulli e’ stato inoltre sindaco alla Marcolin. Palladio Finanziaria aveva una quota dell'8,1% della societa’ di occhiali veneta. La quota fu acquisita nel 2002. Nel 2004 Palladio vendette la quota. Poche settimane dopo Marcolin comunico’ al mercato di aver rotto il contratto con Dolce Gabbana. Il titolo crollo’ in borsa.
Zulli, sindaco di Marcolin, assistette poi la famiglia nell’operazione che vide entrare nell’azionariato Diego della Valle. Palladio fu indagata successivamente di insider trading.
Una volta ipotizzato il legame che unisce Gnutti e Lonati da un lato e Palladio dall’altro, (ovvero Claudio Zulli) cerchiamo di vedere chi sono i principali azionisti di Palladio.
9,9% Efibanca (Banca Popolare Italiana)
9,9% Veneto banca (vincenzo Consoli)
51,9% Solux Spa (Meneguzzo e Drago)
27,1% le famiglie Spillere, Bocchi, Bernardi, Ricci (tramite Almaf)
Nel CDA di Palladio siedono fra gli altri..Roberto Ruozi, Franca Benetton, Maurizio Amenduni.
Altra figura importante in questa partita a scacchi e’ Alessandro Ricci che, tramite la Almaf (societa’ posseduta da Ricci e Strazzera) e’ azionista rilevante di Palladio nonche’ membro del comitato esecutivo.
E’ interessante il legame che unisce Strazzera a Ricci.
Strazzera e’ una famiglia di commercialisti con il pallino della finanza.
Da sempre vicini e soci di Mediobanca e Ligresti (sono i loro commercialisti) ebbero un peso determinante, come azionisti, al tempo della Montedison.
La loro cassaforte e’ la Serfis. Serfis risulta oggi avere una quota del 10% in Italmobiliare (di Pesenti).
Lo stesso Pesenti pero’ e’ risultato molto contrariato dalla fusione fra Palladio e Fingruppo (vedi una sua intervista rilasciata al sole24 ore).
Questo potrebbe forse significare una possibile rottura, all’interno del salotto Mediobanca fra la corrente Pesenti e gli Strazzera.
Torniamo a Ricci che ricordiamo fu in parte coinvolto nella scalata alla Popolare di Crema, da parte di Fiorani. Il legame fra Ricci e Fiorani risale a tanti anni or sono. La famiglia Ricci consegno’ all’opa su Popolare di Crema 34.000 azioni.
La Almaf invece compro’ molti titoli Snia poco prima del lancio dell’Opa da parte di Gnutti.
In Palladio c’e’ anche l’imprenditore Amenduni, (che detiene in Ferax lo 0,51% del capitale di Generali). Amenduni ricordo che era molto vicino a Consorte durante la scalata BNL.
Infine Roberto Ruozi, presidente di Palladio..e’ stato consulente tecnico per molte operazioni di Fiorani, fra le quali la perizia per l’acquisizione della Carispa bolzanina. Fiorani conosceva molto bene Doris (il quale consegno' i suoi titoli di Antonveneta a Fiorani) e Ruozi e’ presidente di Mediolanum.
La Banca Popolare Italiana controlla Efibanca che controlla il 9,9% di Palladio e il 7,45% di Hopa.
Per finire…Divo Gronchi e’ stato scelto per sostituire Fiorani. Ebbene, sara’ un caso, ma Gronchi era direttore generale della Banca popolare di Vicenza! Quella Popolare gestita da Zonin, che al tempo si espresse chiaramente a favore della Italianita’ di Antonveneta.
Veneto banca, che recentemente ha acquisito la Popolare di Intra, e’ socia di Palladio con un 9.9% e si e’ espressa a favore dell’integrazione Palladio/Fingruppo.
Unipol e’ azionista Hopa, da sempre contraria a vendere Fingruppo alla Mittel di Bazoli si e’ espressa, tramite Salvatori, molto favorevole alla fusione Lombardo Veneta.
Ai tempi dei furbetti del quartierino, dietro ai Fiorani, Gnutti, Coppola e Consorte c’era mezza Italia… che faceva il tifo....Carige, Gavio, Caltagirone, Bonsignore, Benetton, Palenzona, Doris, Berlusconi, La Lega, Pop. Vicenza, Veneto Banca, gran parte della finanza del nord est, Amenduni, ecc ecc.
Molti di questi soggetti hanno, oggi, partecipazioni in Mediobanca o Generali e soprattutto alcuni di loro hanno aumentato la loro quota negli ultimi mesi.
Lo scettro di Pontello cerco’ allora di essere afferrato, senza successo, da Fiorani, oggi gli stessi imprenditori, politici e finanzieri continuano a cercare un valido sostituto. Per ora Palladio e’ un importante passo verso l’incoronazione di un Meneguzzo o di un Drago nei prossimi anni.

giovedì 10 maggio 2007

UTILITA' /DETRAZIONI IRPEF 55%

http://efficienzaenergetica.acs.enea.it/documenti.htm

CHL IN ATTESA

Chl. Appuntamento con Consob

Chl pronta a varcare la porta della black list. , nelle prossime ore dovrebbe svolgersi un incontro tra il management e la Consob per definire i termini dell'uscita di Chl dalla black list di Consob. Nei giorni scorsio la societa' di e-commerce ha ricevuto la certificazione