Giuseppe Di Bella / Fabio de Fina 30 Marzo 2011
Intervista a Giuseppe Di Bella raccolta da Fabio de Fina
Suo padre, Luigi Di Bella, oltre alla laurea in Medicina e chirurgia, quali
altre specializzazioni aveva ottenuto?
Era laureato oltre che in medicina e chirurgia, in chimica, in farmacia,
conseguì la libera docenza in chimica biologica, fisiologia generale,
fisiologia umana. Insegnò fisiologia in numerose scuole di specializzazione,
scienze dell’alimentazione, neurologia, ORL, ecc. Conseguì inoltre:
1) Maturità didattica, all’unanimità, nel concorso per la Cattedra di
Fisiologia Generale nell’Università di Camerino;
2) Nel concorso per la Cattedra di Fisiologia Generale e Speciale degli
animali domestici con elementi di Chimica Biologica, presso l’Università di
Bologna, a maggioranza la maturità scientifica ed all’unanimità quella
didattica;
3) Nel concorso per la Cattedra di Fisiologia Umana all’Università di
Cagliari, all’unanimità la maturità didattica e scientifica;
4) Nel concorso per la Cattedra di Chimica Biologica presso l’Università di
Perugia all’unanimità la maturità didattica;
5) Nel concorso per la Cattedra di Fisiologia Generale presso l’Università di
Messina la maturità scientifica e didattica.
Fonti: Boll. Ministero P.I., Parte II, 1948, pagina 2.746; Boll. Uff.
Ministero P.I., Parte II, 1948, pagine 1.129-1.132; Boll. Uff. Ministero P.I.,
Parte II, 1949, pagina 58.
Come si svolse la carriera lavorativa di Luigi Di Bella?
Già al secondo anno di medicina, nonostante la sua giovane età, il professor
Tullio, ordinario di Fisiologia della facoltà di Medicina di Messina (ebbe due
candidature al Nobel) lo volle interno presso il suo istituto. Il professor Di
Bella ebbe parte attiva in tutte le pubblicazioni dell’istituto di fisiologia.
L’originalità e la rilevanza scientifica di queste ricerche è riportata nella
biografia del professor Di Bella Il poeta della scienza, scritta da mio
fratello Adolfo. Malgrado un regolare contratto firmato da mio fratello con un’
importante casa editrice con distribuzione nazionale, la biografia, ritenuta
pericolosa per i circoli di potere che controllano il Paese, senza alcuna
spiegazione, è bloccata. Mio fratello dovrà adire alle vie legali per poterla
almeno recuperare e pubblicare con un altro editore. Mio padre si laureò in
medicina nel 1936 a 23 anni con lode, e successivamente in chimica e farmacia;
nello stesso anno ebbe l’incarico di insegnamento di chimica biologica presso l’
università di Parma, e successivamente quello di fisiologia umana presso l’
Università di Modena, interrotto dalla mobilitazione nel 1941 col grado di
capitano medico sul fronte greco, dove fu chiamato a dirigere l’ospedale da
campo della Divisione Modena. Per la maniera esemplare con cui diresse l’
ospedale militare, pur in grave carenza di organico, fu decorato sul campo.
Sùbito dopo la guerra cercarono di epurarlo perché non allineato; vedendo, nell’
aprile del ‘45, la bandiera italiana esposta tra quelle inglese e americana
aveva esclamato “Cristo tra i ladroni”. La battuta non era stata molto
apprezzata dai vincitori. Ebbe l’incarico di cattedra di fisiologia generale
per le facoltà di scienze naturali, scienze biologiche e farmacia, oltre che l’
incarico di cattedra di fisiologia umana nella facoltà di medicina di Modena.
Nella biografia citata sono riportate le gravi vessazioni, continue
umiliazioni, meschine emarginazioni che subì in tutta la sua carriera
universitaria che lo costrinsero con i suoi risparmi a costruirsi un piccolo
laboratorio dove poter effettuare senza divieti e censure, con la
collaborazione di allievi e studenti, una grande mole di ricerche sperimentali,
le cui acquisizioni trasferì nella clinica.
Riesce a sintetizzare in che cosa consiste Il Metodo Di Bella?
Il Metodo Di Bella è una terapia oncologica biologica razionale basata sull’
impiego sinergico di Somatostatina e/o Octreotide (analogo) [inibitori del GH,
ormone della crescita e dei fattori di crescita (GF) GH dipendenti ],
Bromocriptina e/o Cabergolina [inibitori della Prolattina], Melatonina,
Retinoidi ,Vitamine E, D3, C, Condroitinsolfato, Calcio, minimali dosaggi
apoptotici, (inducono l’invecchiamento e morte cellulare, fisiologici) non
citolitici (letteralmente dosaggi di chemio che spaccano le cellule) di
Ciclofosfamide o Oncocarbide. Al 3° Congresso mondiale di Oncologia di
Singapore, ho illustrato il razionale del MDB, e documentato i risultati su
553 casi di 29 istotipi ( tipi di tumore) diversi. Contrariamente alla
disinformazione ampiamente diffusa dalla propaganda dei circoli di potere, il
Metodo Di Bella antitumorale, non è alternativo, nell’accezione comune del
termine, ma rappresenta l’integrazione funzionale e la razionale convergenza
delle conoscenze medico-scientifiche definitivamente acquisite, e delle
emergenti evidenze scientifiche, in una clinica affrancata da inquinamenti
politico-finanziari. Per la documentazione sul MDB si può consultare il sito
ufficiale
www.metododibella.org. Approfondimenti delle sue documentate
possibilità sia preventive che terapeutiche, sono reperibili nel volume Il
Metodo Di Bella, in cui ho riportato il pensiero scientifico di mio padre, i
principi costituenti il MDB, i loro aspetti chimici, biochimici, farmacologici,
di biologia molecolare, fisiologici, e clinici. Il potenziale d’azione
antiblastico dei componenti del MDB è documentato da oltre 2.000 voci
bibliografiche citate nel testo. Il volume, alla 3° edizione, (reperibile
attraverso il sito) è pubblicato dalla casa editrice scientifica Mattioli 1885
SpA, mentre non è ancora in ristampa l’edizione esaurita del volume Come
prevenire i tumori in cui ho descritto, sia a livello divulgativo che
scientifico, gli aspetti farmacologici, dietetici e comportamentali che
possiamo oggi attuare per prevenire l’insorgenza di malattie neoplastiche e
degenerative.
Il MDB persegue 3 obiettivi essenziali:
a) La difesa dall’aggressione neoplastica
b) L’inibizione della proliferazione neoplastica
c) Il contrasto della spiccata tendenza mutagena del fenotipo neoplastico.
Difesa
Il MDB asseconda ed esalta le reazioni vitali e l’omeostasi (misure che l’
organismo attua per difendersi da aggressione interne o esterne) antitumorale
per metterle in condizione di contrapporsi alla insorgenza e progressione
neoplastica. Il tumore è deviazione dalla vita normale, per cui occorre
riportare le reazioni deviate verso la norma, attraverso il potenziamento di
tutti quei mezzi che la Fisiologia considera essenziali per la vita. Il MDB
persegue questo obiettivo attraverso innovative formulazioni e criteri d’
impiego della MLT (complessata con Adenosina e Glicina), di retinoidi
solubilizzati in Vitamina E, oltre a Vitamine C, D3, e componenti della ECM.
Inserendo componenti apolari come il Betacarotene e la vitamina E tra i
fosfolipidi di una membrana cellulare, la si stabilizza preservandola da danni
ossidativi e dai radicali liberi.
Inibizione della proliferazione neoplastica
L’espressione recettoriale (punto della cellula su cui agiscono le sostanze)
ubiquitaria della Prolattina e del GH (ormone della crescita) rappresenta uno
degli aspetti del ruolo mitogeno (di induzione tumorale), diretto e
generalizzato, di queste molecole. La proliferazione cellulare sia fisiologica
che tumorale è strettamente dipendente dalla Prolattina, dal GH, massimo
fattore di crescita, e da Fattori di Crescita, molecole mitogene GH dipendenti,
da esso positivamente regolate, come EGF, FGF, HGF, IGF1-2, NGF, PDGF, TGF,
VEGF, oltre che da fattori di crescita prodotti dall’apparato
gastrointestinale, come VIP, CCK, G. Sia la proliferazione cellulare
fisiologica, che quella neoplastica, avvengono per mezzo di queste stesse
molecole, che la cellula neoplastica utilizza per� in rapporto esponenziale
rispetto a quella sana. La proliferazione incontrollata, anche se in misura
diversa, caratterizza tutte le neoplasie. L’impiego della somatostatina e
analoghi, agendo sulla crescita, denominatore comune a ogni tumore, deve
trovare indicazione razionale in ogni neoplasia. In molti tumori, non solo in
quelli neuroendocrini, è stata documentata un’espressione recettoriale per la
somatostatina. Fattori causali dell’oncogenesi (insorgenza del tumore) sono i
danni cromosomici che comportano, in varia misura, inattivazioni di geni
oncosoppressori: CD44, Bcl-2, p53, oltre che delle Caspasi 3-8, elementi chiave
della cascata apoptotica (reazioni che portano a invecchiamento e morte della
cellula). La regolazione negativa degli oncosopressori (sostanze naturali che
si oppongono all’insorgenza e progressione del tumore) è antagonizzata da
componenti del MDB. La letteratura ha integralmente confermato i sinergici
meccanismi d’azione antineoplastici differenzianti, citostatici,
antiproliferativi, antiangiogenici e antimetastatici di tutti i componenti del
MDB. Senza l’apporto della Prolattina, dell’ormone della crescita (GH) e dei
Fattori di Crescita (GF) prodotti dai tessuti per azione del GH, e quindi
strettamente GH-dipendenti, non esiste crescita fisiologica o tumorale. Inibire
al tumore l’utilizzo di GH, Prolattina, GF, con il loro antidoto naturale, la
Somatostatina, è pertanto di una logica matematica e scientifica. Nella
crescita dei tumori ormono-dipendenti, intervengono anche l’estrogeno (nei
tumori della mammella e utero), e il testosterone (nel carcinoma prostatico e
dei testicoli) inibiti dal MDB con gli specifici antidoti. Malgrado ciò l’
oncologia continua a trastullarsi col recettore della somatostatina (SSTR)
vincolando e limitando il suo impiego alle situazioni in cui viene individuato
il suo recettore nelle cellule tumorali.
Il contrasto della spiccata tendenza mutagena del fenotipo neoplastico
L’altro aspetto fondamentale della progressione neoplastica, e pertanto
obiettivo della razionalità terapeutica del MDB, è costituito dalle mutazioni
delle cellule tumorali, perché ad ogni mutazione la cellula tumorale seleziona
e trattiene una serie di vantaggi. Mutazione dopo mutazione, il tumore
incrementa progressivamente aggressività, resistenza, velocità di crescita, di
capacità metastatica e tossicità. Le proprietà differenzianti (antimutazione)
di componenti del MDB come Melatonina, Retinoidi, VIT E, C, D3, e componenti
della matrice extracellulare (ECM), si oppongono alla spiccata tendenza
mutagena del tumore. Gli obiettivi strategici di una cura antiblastica
pertanto, non possono prescindere dal controllo delle mutazioni, che
rappresentano una caratteristica essenziale e un denominatore comune delle
cellule tumorali, non meno della citata dipendenza per la crescita da GH, PRL,
e GF. Questi dati sono pienamente confermati dalle banche dati scientifiche
mondiali, ma ancora ignorati dall’oncologia per una grave frattura tra evidenze
scientifiche e applicazione terapeutica. Questa è la causa della reale e
tragica impotenza dell’attuale terapia medica dei tumori col dato scientifico
ufficiale (nascosto al pubblico) di un 2% di sopravvivenza a 5 anni (Morgan et
al, dicembre 2004;16 (8): 549-60). Il rimanente 27% a 5 anni sopravvive solo
grazie alla chirurgia [Richards et al, BMJ, aprile 2000, 1;320 (7239): 895-8].
Un fallimento di questa portata è dovuto ad un concorso di cause, tutte basate
sulla mancata valorizzazione delle evidenze scientifiche. In sintesi alla base
del fallimento conclamato e documentato della terapia medica del tumore, c’è la
frattura tra evidenze scientifiche e terapia convenzionale, indotto da una
gestione istituzionale commerciale e speculativa della medicina. Non vengono
inibiti l’ormone della crescita, (GH) e conseguentemente i fattori di crescita
GH dipendenti, né la Prolattina, determinanti per la crescita tumorale. Non
vengono potenziate le reazioni e funzioni vitali per contenere l’aggressione e
l’espansione neoplastica, al contrario vengono gravemente degradate e
compromesse dalla tossicità della chemio. Vengono esasperate a livello
esponenziale il numero e la frequenza delle mutazioni, al punto tale che una
circolare ministeriale mette in guardia il personale ospedaliero femminile in
gravidanza dall’avvicinare pazienti in chemio per il pericolo di mutazioni che
possano produrre malformazioni embrionali. Il rapporto numero 02/16 (2002) dell’
Istituto Superiore di Sanità Esposizione professionale a chemioterapici
antiblastici ha preso in considerazione i danni a breve e/o a lungo termine
causati dall’esposizione professionale ai chemioterapici antiblastici (CA).
«Proprio a causa delle loro proprietà citotossiche e immunosoppressive - si
legge nel Rapporto - gli antibastici possono paradossalmente causare tumori
secondari. Infatti, non solo sono in grado di innescare la trasformazione di
cellule normali in maligne, ma tendono a ridurre le difese endogene contro l’
insorgenza di neoplasie (…). Numerosi studi hanno dimostrato la pericolosità
per gli operatori sanitari». «(…) Possibili tumori causati da chemioterapici
cancerogeni; effetti sull’apparato riproduttivo, aumento degli aborti spontanei
e delle malformazioni congenite. I danni risultano anche trasmissibili all’
apparato riproduttivo dei figli degli operatori sanitari».
E’ documentato e noto che la mutazione di una cellula neoplastica seleziona
cellule sempre più aggressive e resistenti. Pertanto una terapia razionale come
il MDB deve agire contenendo le mutazioni, non esasperandole come con la
chemio. Per questi risultati, e una tossicità di questo livello della chemio,
la Stato italiano spende ogni anno (dal Rapporto AIFA - spese per farmaci ATC),
1.341 milioni di euro, pari al 32,37% del totale della spesa per farmaci.
Per verificare i singoli componenti, e l’efficacia del MDB nei vari tipi e
stadi di tumore, si può consultare la prima pagina del
www.metododibella.org.sotto documentazione e aggiornamenti scientifici. Oltre alle conferme
scientifiche crescenti e ampie del MDB, sia nei singoli componenti, che nell’
uso combinato, accuratamente ed ermeticamente censurato dall’informazione, è
nascosto anche il dato che migliaia di ammalati si stanno curando in Italia e
nel mondo. In certi giorni il sito ufficiale
www.metododibella.org. supera i
20.000 contatti, e con l’erogazione del 5 x 1.000 alla Fondazione, e le
erogazioni liberali, (fiscalmente detraibili), stiamo preparando relazioni per
il prossimo congresso mondiale oncologico del maggio 2011 a Dalian in Cina.
Quando nacque l’interesse di Luigi Di Bella per il cancro?
L’impegno clinico e sperimentale del professor Di Bella in campo oncologico
nacque essenzialmente dalla esigenza di superare l’elevata tossicità e il
completo fallimento della terapia medica dei tumori, in cui la guarigione è
unicamente conseguita dalla chirurgia, mentre gli effetti positivi solo
illusori e temporanei. Il MDB basa la terapia sulla razionale applicazione
clinica delle scienze esatte e pertanto sulla fisiologia. Esso rappresenta un
cambio traumatico di concezioni terapeutiche e mentalità cliniche
convenzionali, acquisite, consolidate tradizionalmente, abitudinariamente
impiegate, non per quei successi che non possono dare perché fondamentalmente
irrazionali e pertanto inefficaci, né per la tossicità inaccettabile, ma per
varie cause:
1. L’assenza, fino alla comparsa del MDB, di valide alternative, che potessero
sostituirle per maggiore efficacia e minore tossicità.
2. Una certa forma di inerzia mentale che porta ad appiattirsi su concezioni
terapeutiche protocollate, ripetitive, standardizzate, abitudinarie, anche se
superate, obsolete, ingessate nei loro schematismi, difese contro ogni logica
ed evidenza. Riesce difficile comprendere e accettare questa sorta di
conservatorismo medico-scientifico, in quanto nei tumori solidi, tranne rare
eccezioni, il fallimento regolare e sistematico e le drammatiche sofferenze che
questi inutili trattamenti infliggono ai malcapitati, malgrado siano
quotidianamente evidenti sotto gli occhi di chi somministra queste terapie, non
hanno ancora provocato ripensamenti critici né la consapevolezza dell’assoluta
necessità di ricercare e attuare percorsi terapeutici totalmente difformi e
innovativi.
3. L’influenza determinante di multinazionali con interessi e fatturati,
superiori al bilancio di medi Stati, che non sarebbero in grado di attuare una
riconversione industriale che preservi gli utili, e impedisca una ricaduta
azionaria negativa su tutte quelle finanziarie, banche e investitori in
possesso di loro pacchetti azionari, pertanto loro interessati e attivi alleati
in difesa della chemioterapia, e anticorpi monoclonali componenti determinanti
e insostituibili dei loro utili.
La nuova oncologia biologica, fisiologica, del professor Di Bella può essere
definita antropocentrica nel senso scientifico, filosofico, medico, etico e
cristiano del termine. Considera e cura il portatore del tumore, non il tumore
come entità estrapolata da un’inscindibile unità biologica psicofisica e
spirituale, secondo un pensiero scientificamente inconsistente ed eticamente
aberrante, frutto di una condizione culturale obsoleta a volte inconscia, che
rallenta e ostacola l’accettazione delle chiare evidenze scientifiche del
Metodo Di Bella (MDB) e il loro impiego clinico terapeutico. Se il tumore è
crescita, se la crescita è regolata dal GH e fattori di crescita strettamente
GH dipendenti che il MDB inibisce, è ozioso chiedere un protocollo a conferma.
Il MDB nasce da acquisizioni saldamente scientifiche, da verità cioè
definitivamente acquisite dalla Scienza Ufficiale. Questi concetti sono così
stati sinteticamente enunciati dal professor Di Bella nel corso di una sua
relazione congressuale: “Essere essenziale più che l’inattuabile ed immaginaria
uccisione di tutti gli elementi neoplastici, la realizzazione di tutte le
condizioni note, possibili e atte a ostacolarne lo sviluppo. L’essenziale sta
nell’attivare tutti gli inibitori dei noti fattori di crescita alle dosi e con
tempestività e tempi opportuni. Il protocollo MDB è nato in questa atmosfera,
quella della vita e non dell’intossicazione e morte delle cellule, metodo che
asseconda o esalta le reazioni vitali, senza ricercare con precisione
statistica le dosi più opportune per uccidere. Il tumore è deviazione dalla
vita normale, per cui occorre portare le reazioni deviate alla norma,
attraverso l’esaltazione di tutti quei mezzi che la Fisiologia considera
essenziali per la vita”.
Il Metodo Di Bella ha all’origine una particolare intuizione o scoperta?
Nel 1946 mio padre ebbe l’intuizione del ruolo essenziale dell’ormone della
crescita (GH) nel cancro e pertanto la convinzione che qualsiasi cura razionale
e scientifica del cancro non possa prescindere dall’inibizione del GH. La
relazione causale tra somministrazione di un fattore antagonista dell’ormone
della crescita o GH, ed inibizione della crescita tumorale, gli derivò dalla
lettura del trattato in due volumi di H. B. Van Dyke The physiology and
pharmacology of the pituitary gland, che d’accordo con l’autore tradusse, per
pubblicarne una versione italiana. Nel trattato si citava il caso di una
paziente, affetta da tumore ovarico ampiamente diffuso e metastatizzato alle
ossa, con prognosi infausta a breve per le condizioni critiche e scadenti, in
cui l’ipofisectomia (l’asportazione della ghiandola che produce l’ormone della
crescita) produsse la regressione del tumore primitivo e delle metastasi,
consentendo una sopravvivenza di tre anni.
Questo risultato, in presenza di un’aspettativa di vita estremamente limitata,
fu di tutto rilievo. Il caso dimostrò la stretta relazione causale tra il GH,
massimo fattore di crescita e principale ormone ipofisario, e la
proliferazione e progressione neoplastica. La remissione della disseminazione
metastatica e la sopravvivenza di tre anni furono in rapporto causale con l’
ipofisectomia e il conseguente blocco della secrezione di GH. D’altra parte, la
sua somministrazione prolungata in bambini con crescita insufficiente e nei
casi di nanismo, è stata messa in relazione con incremento del rischio
neoplastico. Magnavita[1] e AA, nel 1996, hanno descritto un caso di linfoma di
Hodgkin insorto in corso di trattamento con GH, mentre Jungwirt[2] e AA, nel
1997, hanno studiato ed evidenziato il rapporto tra ormone della crescita,
somatomedine, e sviluppo di neoplasie.
È accertato da numerosi altri riscontri della letteratura l’incidenza,
nettamente superiore alla media, di tumori solidi e leucemie per
somministrazioni prolungate di GH. Anche in numerosi casi d’acromegalia
(abnorme ed elevata produzione ipofisaria di GH) è stata riscontrata una
maggiore incidenza di tumori. Essendo un dato di fatto scientifico
incontrovertibile, un’evidenza scientifica, che il tumore è crescita, e che
questa crescita è strettamente GH dipendente, l’impiego del suo antidoto
biologico, la somatostatina, in funzione antitumorale, ha un’evidente
razionalità e una logica matematica. La cellula tumorale ha un’affinità
particolarmente elevata per l’ormone della crescita rispetto alle cellule sane;
per questo la sua crescita è così elevata e sovrasta quella fisiologica. E’
ampiamente documentato in letteratura, Lincoln, Schally e altri autori, che la
velocità di crescita, capacità di espansione e di disseminazione delle
popolazioni neoplastiche siano non solo strettamente legate ma addirittura
dosedipendenti dalla quantità di recettori per il GH della cellula tumorale;
cioè maggiore è la capacità della cellula tumorale di utilizzare il GH,
maggiore è la sua velocità di crescita locale e/o a distanza.
Cosa successe all’epoca della nota sperimentazione ordinata dalla ministra
della Sanità Rosy Bindi?
Nel 1996, gli esiti positivi del MDB, avevano creato un crescente interesse da
parte della pubblica opinione, e una minacciosa ostilità da parte di quei
circoli di potere che, come scrive Ralph Moss nel noto volume Chemoterapy
questions «formano una sorta di establishment del cancro, che controlla l’
orientamento della prevenzione, della diagnosi e della terapia del cancro».
Ralph Moss conclude che, a livello globale, tutta la legislazione sanitaria
tende ad accentrare il potere in poche mani e ad accrescere il conservatorismo
in medicina per salvaguardare il profitto. Le numerose, dirette testimonianze
dei pazienti e dei familiari circa miglioramenti e/o guarigioni ottenute dal
MDB, paragonata alle inutili sofferenze, alla drammatica tossicità e alla
sostanziale inefficacia della chemioterapia nei tumori solidi, avevano creato
gravi e insormontabili difficoltà all’oncologia convenzionale e ai poteri che
la sostenevano, con caduta verticale di credibilità, e fiducia. Per i tanti
genuflessi in zelante e servile adorazione di ogni moda, prodotto
pseudoculturale e scientifico proveniente dal mondo anglosassone, era
inconcepibile, irritante, provocatorio, che un italiano senza finanziamenti
statali, senza i miliardi delle vendite nelle piazze di azalee, arance, ortaggi
e verdure varie, sceneggiate televisive, malgrado l’atteggiamento sempre più
minaccioso e intimidatorio del potere, abbia osato sfidare colossi e santuari
mondiali della ricerca oncologica, gigantesche e inutili cattedrali, generose e
instancabili dispensatrici di illusioni e di morte (basta considerare la fine
di tre componenti della più nota famiglia di imprenditori italiani, di
Pavarotti, di Raissa Gorbaciova, di re Hussein , ecc...), e abbia intuito,
concepito, formulato e praticato la prima terapia veramente causale, razionale,
efficace, tollerata, nella patologia neoplastica. Rifiutarono sdegnosamente e
rabbiosamente Di Bella fondamentalmente per la sua statura morale, scientifica,
culturale, intellettuale, ma soprattutto per la piena consapevolezza di non
poterlo affrontare sul piano scientifico senza uscirne non solo annientati ma
ridicolizzati. Come avvenne in tanti congressi nazionali e internazionali. Non
sono stati rari i casi in cui illustri personalità della medicina, luminari,
cattedratici, hanno rinunciato a esporre la loro relazione se era presente il
professor Di Bella. Il tentativo di risolvere la loro critica situazione con
una campagna diffamatoria fino al linciaggio morale, l’insulto triviale, e la
promulgazione di altisonanti proclami, di autentiche bolle di scomunica, di
diffide degli ordini dei medici, di minacce e intimidazioni al professor Di
Bella, e al numero crescente di medici che cominciavano a prescrivere il MDB,
sortì l’effetto diametralmente opposto, riducendo ulteriormente il già scarso
prestigio delle istituzioni sanitarie.
Difficilmente chi ha prescritto il MDB, a incominciare dal sottoscritto, ha
evitato vessazioni, intimidazioni, oltre che sanzioni da parte degli ordini dei
medici. Nell’aprile 1996 al numero già rilevante (anche se difficilmente
quantificabile) di ammalati in cura col Metodo Di Bella fu interdetto l’uso
della Melatonina (MLT) mediante il decreto legge 25 marzo 96 numero 161,
promosso dal presidente pro tempore della Commissione Unica del Farmaco
illustrissimo professor Garattini. Il provvedimento innescò gravi reazioni,
anche per la totale e documentata mancanza di tossicità acuta e cronica della
MLT, liberamente in vendita in tante nazioni e nei supermercati americani come
prodotto da banco, cioè senza prescrizione medica. Si arrivò a manifestazioni
di piazza, originate dal rifiuto di sottostare a regole, coercizioni
burocratiche, commissioni e apparati arroganti e vessatori, che avevano la
sempre più palese finalità di salvaguardare inconfessabili interessi.
Iniziarono le prime riunioni libere e spontanee di pazienti, cui seguirono
manifestazioni e associazioni per difendere la libertà di cura. Per il decreto
Garattini il medico prescrittore della MLT, era penalmente perseguibile. Il
professor Di Bella non si fece intimidire, continuò le prescrizioni, scrivendo
alla fine delle ricette, che il decreto legge faceva esplicito divieto al
medico di prescrivere la MLT. La Corte Costituzionale accolse il ricorso dei
pazienti dichiarando incostituzionale il decreto 161. Secondo il professor Di
Bella la Melatonina, non come tale, ma chimicamente complessata con adenosina
mediante un legame chimico di idrogeno, (esattamente come nei liquidi biologici
e in molte cellule) era una condizione necessaria, anche se non sufficiente
nella cura dei tumori, oltre che di malattie degenerative, soprattutto del
sistema nervoso centrale e periferico. Seguì a breve un secondo tentativo di
blocco del MDB cancellando la somatostatina dalla fascia A (farmaci erogati dal
SSN) e fissandone (nel 1996) il prezzo a 516.000 lire per 3 milligrammi, dose
giornaliera della cura. I pazienti che potevano curarsi grazie all’erogazione
gratuita della somatostatina si trovarono nell’impossibilità di continuare la
terapia essendo ovviamente la spesa giornaliera di 516.000 inaccessibile, e
scesero in piazza innescando un contenzioso con le istituzioni. Si accertò in
quel periodo che 3 milligrammi di somatostatina purissima della migliore
qualità erano facilmente reperibili presso l’industria chimica al prezzo di
3.500 lire. Alcune farmacie attrezzarono una camera sterile, un liofilizzatore
e misero in vendita la somatostatina a 10.000 lire circa. Furono immediatamente
e ripetutamente sottoposte a ogni sorta di verifica e controllo. L’ordine dei
medici di Modena emanò un comunicato stampa per diffidare il professor Di Bella
e i medici a prescrivere il MDB, pena gravi sanzioni, fino alla radiazione dall’
ordine; si aggiunsero scomuniche e anatemi di vari ordini dei medici e della
federazione nazionale degli ordini dei medici. Sia io che mio padre fummo
convocati dai rispettivi ordini. In questo clima, in siffatto contesto, e per
queste reali cause, con farisaiche argomentazioni, simulando un interesse
scientifico, e la ricerca di quella verità che con ogni mezzo e argomentazione
cercavano di nascondere, dal cilindro delle vecchie volpi del mondo politico-
sanitario, uscì la sperimentazione, àncora di salvezza di un sistema medico-
politico-finanziario che pretendeva di gestire il paziente ad esclusivo
tornaconto di istituzioni e organizzazioni, che sulla sofferenza vivono,
prosperano e ingrassano. La richiesta di ampi settori della pubblica opinione
dell’erogazione del MDB da parte del SSN, fu elusa con una sperimentazione di
fase 2, che nessuno aveva chiesto, se non quanti erano interessati a
delegittimare il MDB. Una sperimentazione di fase 2 non aveva alcun senso
perché i farmaci componenti il MDB, erano noti nelle loro caratteristiche
chimiche, biochimiche, farmacologico-tossicologiche. Il 23dicembre 1997 il
comunicato stampa numero 267 del ministero della Sanità, firmato dal ministro
Rosy Bindi recitava: «Considerata l’esistenza del cosiddetto Metodo Di Bella
per il trattamento di varie patologie oncologiche, considerati i pareri che su
detto metodo sono stati resi dalla Commissione oncologica nazionale in data 5
febbraio 1996, dalla commissione unica del farmaco in data 8 gennaio 1997,
nonché il comunicato del Comitato di Presidenza del Consiglio Superiore di
Sanità in data 16 luglio 1997 e il parere dell’assemblea Generale del Consiglio
stesso in data 19 dicembre 1997. Rilevato che da tutti gli organismi suddetti è
stata affermata la mancanza di fondamento scientifico documentato del metodo Di
Bella e quindi l’insuscettibilità del medesimo all’impiego sistematico negli
ammalati di tutti i tipi di tumore…».
Risponde a verità quanto affermato in tono perentorio, sprezzante,
intimidatorio, dalle massime autorità e commissioni sanitarie italiane? È
proprio vero che la letteratura medico scientifica mondiale alla fine del 1997,
non comprendesse alcun articolo scientifico che comprovasse l’azione
antitumorale di ogni singolo farmaco componenti il MDB? Non vi erano pertanto
pubblicazioni relative all’azione antitumorale di questi farmaci? Non
esistevano i presupposti razionali, scientifici, etico-deontologici il 23
dicembre 97? Il MDB era veramente una terapia astrusa, illogica, senza alcun
precedente studio in vitro o sperimentale o clinico? Rispondeva a verità che
non vi erano dati farmacologici, tossicologici? La chemioterapia, con cui si
confrontava il MDB, era veramente talmente efficace e priva di effetti tossici,
da escludere a priori ogni alternativa medica, aprioristicamente rigettata?
Perche non è stato neppure considerato il razionale del MDB, basato su
conoscenze scientifiche consolidate, e una linea di pensiero semplice e
intuibile nella sua matematica logicità, basata sulle scienze esatte? Una
ricerca eseguita su singoli farmaci componenti il MDB, fino a tutto il 1997,
incrociando i farmaci con la parola Cancer, e limitando la ricerca agli studi
eseguiti sull’uomo presso la massima banca dati bio-medica (Med-line), che
raccoglie gli abstract delle più autorevoli riviste scientifiche, ha
evidenziato settemilaquaranta (7.040) pubblicazioni sui principi terapeutici
costituenti il MDB.
Melatonina: 318
Retinoidi: 1.582
Vitamina E: 819
Bromocriptina: 1.504
Somatostatina: 2.817
----------------------------------
Totale: 7.040
Queste 7.040 pubblicazioni per il ministero della Sanità e le massime autorità
e Commissioni Sanitarie Nazionali significavano : «... mancanza di fondamento
scientifico documentato del metodo Di Bella e quindi l’insuscettibilità del
medesimo all’impiego sistematico negli ammalati di tutti i tipi di tumore…».
Come suggerito da molte pubblicazioni e studi clinici era auspicabile
verificare l’effetto delle molecole del MDB, in situazioni neoplastiche
iniziali, non inquinate da pregressi trattamenti, e irreversibilmente
compromesse dallo stadio critico-terminale, dando evidenza e serietà
scientifica con un gruppo di controllo in doppio cieco. La richiesta di
dispensare senza ostacoli burocratici, e pretestuose scuse di sorta il MDB,
concedendo nei fatti quella libertà di cura sancita dall’articolo 32 della
Costituzione, rimase lettera morta. La forma, la sceneggiatura, l’apparenza
della sperimentazione furono perfette, accuratamente studiate da un’accorta
regia, per dare l’impressione della massima serietà e scientificità, con tanto
di Comitati guida e perfino una costosa commissione di esperti internazionali,
sontuosamente ospitata e lautamente retribuita, (è risaputo che i nostri
politici sono particolarmente generosi col denaro dei contribuenti), che in
pratica si limitò a prendere atto di quanto faceva l’ISS, (Istituto Superiore
di Sanità) ma non svolse alcun effettivo e reale controllo, non si accorse di
nulla, non evidenziò alcuna delle clamorose e lampanti anomalie della
sperimentazione, malgrado fossero oggetto di gravissime denunce da parte di
pazienti, associazioni, decine di interrogazioni parlamentari e di inchieste da
parte della magistratura, la cui conduzione e conclusione è trattata nel sito
ufficiale del
www.metododibella.org. alla sezione Sperimentazione. Né risolse
problemi che per il ministero si rivelarono insormontabili, come le prove di
stabilità dei retinoidi, e l’eliminazione dell’acetone, gravemente tossico e
altamente cancerogeno dal composto di retinoidi [l’acetone aveva la funzione di
solvente organico nella preparazione del composto dei retinoidi, essendo l’
alfatocoferile acetato (Vitamina E), il Betacarotene, l’axeroftolo palmitato e
l’acido trans -retinoico (retinoidi) sostanze chimicamente apolari, pertanto
non perfettamente solubilizzabili senza un solvente organico]. Drammatici
problemi che le farmacie private hanno dimostrato di risolvere facilmente e
correntemente, (vedi
www.metododibella.org). Relativamente alla sperimentazione
del MDB, nella prima pagina del sito ufficiale
www.metododibella.org, alla
sezione In evidenza, e in quella Legali e legislative alla voce Sperimentazione
MDB I e II sono riportati per intero documenti ufficiali. Nei primi mesi del
1998, su richiesta del comitato guida della sperimentazione, il professor Di
Bella consentì l’esame della sua documentazione clinica da parte della
professoressa Buiatti, incaricata dal ministero di effettuare presso il suo
laboratorio uno studio osservazionale retrospettivo sulle migliaia di cartelle
cliniche dei suoi pazienti.
Il 24 giugno 1998, l’informazione radiotelevisiva e la stampa diedero ampio
spazio e massima evidenza ai deludenti risultati di questo studio, affermando
che dall’esame di parecchie migliaia di cartelle, un solo paziente risultava
guarito con il MDB. Questi risultati (totalmente privi di attendibilità) furono
divulgati nel corso della sperimentazione, contro ogni elementare e nota norma
che regoli studi clinici sperimentali. Il comitato guida cercò di scusarsi con
varie e opinabili argomentazioni. Nei limiti di tempo fissati dal comitato
guida, la professoressa Buratti, delle 10.000 cartelle circa ne esaminò 3.076;
di esse 1.523 si riferivano a neoplasie, le altre a patologie non neoplastiche
trattate dal professor Di Bella. Non è stato spiegato il motivo per cui non
furono esaminate quelle dal 1997 in poi, che registravano alcuni dei risultati
più significativi del MDB. Una rilevante quantità di cartelle contenenti
numerose risposte positive in termini di guarigioni e/o blocco della
progressione tumorale, furono ignorate, con la giustificazione che gli ammalati
erano residenti in aree non coperte dal registro nazionale dei tumori, (che
copre una minoranza della popolazione) escludendo pertanto le relative
cartelle, come se questo fosse sufficiente per ignorare il dato di fatto
scientificamente documentato e verificabile di una guarigione. Rimasero così
605 cartelle, ridotte poi a 248 per insufficiente documentazione, senza
peraltro contattare i pazienti e associazioni che avevano dato ampia
disponibilità a collaborare in tal senso. Dopo una complessa quanto ermetica
serie di argomentazioni di genere statistico epidemiologico, si arrivò a
considerare 4 pazienti, di cui 1 guarito, lasciando intendere alla pubblica
opinione che su circa 10.000 cartelle del professor Di Bella si era registrato
un solo caso di guarigione.
E veniamo all’irrazionalità di una sperimentazione di fase 2, non randomizzata
e senza gruppo di controllo. Come ho precedentemente documentato, la ricerca
eseguita sui singoli farmaci componenti il MDB, fino a tutto il 1997, (cioè
prima dell’inizio della sperimentazione) incrociando i farmaci con la parola
Cancer, e limitando la ricerca agli studi eseguiti sull’uomo nella massima
banca dati bio-medica (Med-line),
www.pubmed.gov che raccoglie gli abstract
delle più autorevoli riviste scientifiche, aveva evidenziato settemilaquaranta
(7.040) pubblicazioni sui principi terapeutici costituenti l’MDB. In base ai
dati di cui sopra, sorge spontanea una domanda: come mai il ministro della
Salute e tutte indistintamente le commissioni e istituzioni sanitarie hanno
totalmente ignorato una mole così vasta di conferme, come mai l’Istituto
Superiore di Sanità ha affermato che, di questi farmaci, «non vi è alcuna prova
preliminare (sic!!!) né di efficacia né di innocuità»? Se la letteratura
scientifica mondiale parla chiaramente, e se in tutto il mondo l’interesse per
questi farmaci è in aumento, (oggi oltre sessantamila) perché Istituto
Superiore di Sanità non ne ha tenuto conto?
Veniamo ad un altro punto: la progettazione della sperimentazione del MDB.
In base alla letteratura scientifica più aggiornata, visti i buoni risultati
preliminari (vedi sopra) era assolutamente giustificato, anzi imperativo
impostare uno studio con gruppi di controllo e con tumori in fase iniziale.
Questo concetto emerge innumerevoli volte dalla rassegna di pubblicazioni
relative ai componenti del MDB, come Somatostatina, Melatonina, Retinoidi,
Vitamina D3, etc…, e ripete quanto riportato nei lavori di Manni, Klijn,
Panzer, Bartsch, Pollak e Schally, etc: «E’ assolutamente necessario verificare
questi dati preliminari applicando protocolli in doppio cieco e dovrebbero
essere sviluppati ‘trials’ futuri terapeutici in pazienti con tumori maligni in
fase iniziale…». «... I dati preclinici sono ora sufficienti per giustificare
studi clinici con gruppi di controllo nei tumori di mammella, prostata e
pancreas». Oltre a questi dati di letteratura, vi erano le centinaia di
testimonianze di pazienti sull’efficacia del MDB in numerose forme tumorali.
Quindi sia i dati della letteratura, sia l’esperienza clinica non solo
giustificavano, ma imponevano una sperimentazione con un alto livello di
evidenza scientifica, quindi randomizzata e con gruppo di controllo. L’I. S. S.
ha sostenuto che: «E’ stato anche necessario effettuare uno studio senza gruppo
di controllo perché, nella situazione esistente dall’inizio del 1998, ciò non
era concepibile…». Non era concepibile fare il tipo di studio che viene fatto
in tutto il mondo, ed anche in Italia, correntemente (ma non per il MDB!?).
Questa argomentazione non tiene: infatti, quando la sperimentazione del MDB è
stata pubblicata sul British Medical Journal, l’editorialista Marcus Muller
(fatto del tutto inusuale) ha criticato aspramente la progettazione dello
studio, sostenendo che «Gli autori (della sperimentazione) affermano anche che
non avrebbero potuto condurre uno studio clinico randomizzato per ragioni
etiche, ma queste ragioni non sono chiare. In realtà, c’è chi può sostenere che
proprio il livello inferiore di progettazione dello studio è anti-etico». Ed a
proposito della mancanza del gruppo di controllo, ecco cosa afferma in una
lettera al B. M. J. il ricercatore Rey M. D.: «Con cosa è stata comparata la
terapia Di Bella? Con nulla! Sarebbe stato molto più utile fare un paragone fra
la terapia Di Bella e la terapia convenzionale». Come si vede, la progettazione
della sperimentazione è stata considerata di basso livello, in quanto manca
delle 2 caratteristiche fondamentali che danno evidenza scientifica ad uno
studio, e cioè la randomizzazione ed il gruppo di controllo. La giustificazione
che dà l’I. S. S., ancora una volta non tiene: la responsabilità della
situazione di tensione che si era creata in Italia nel 1998, stava proprio nell’
atteggiamento di totale chiusura della medicina convenzionale italiana, verso
il MDB. Se il ministero avesse avuto (com’era doveroso) un atteggiamento di
maggiore apertura verso un metodo che rappresenta l’espressione clinica e la
sintesi di alcune branche della ricerca contemporanea, la tensione non si
sarebbe originata. In base a queste premesse, come si colloca la
classificazione del National Cancer Institute? Questa classificazione ha il
pregio di chiarire il livello di affidabilità scientifica, di evidenza, degli
studi di oncologia. Il livello di evidenza serve a dirigere le decisioni
cliniche: studi con basso livello di evidenza non possono offrire decisioni
cliniche sicure o definitive. Gli studi sono valutati in base:
1) All’evidenza derivante dalla progettazione dello studio.
2) All’evidenza derivante dagli obiettivi dello studio.
Evidenza della progettazione
Gli studi che offrono maggior evidenza sono quelli randomizzati e che
presentano un gruppo di controllo. Perché questi due fattori sono fondamentali?
La randomizzazione assicura che «il giudizio personale ed i pregiudizi degli
sperimentatori non influenzino la collocazione degli individui». Se c’era uno
studio clinico in cui la randomizzazione non poteva essere in nessun caso
evitata, era proprio la sperimentazione del MDB; i pregiudizi e le valutazioni
negative sul Metodo Di Bella sono stati frequenti fra chi conduceva la
sperimentazione, ben prima che la sperimentazione fosse avviata. Bene, proprio
in questa situazione non è stata fatta (sic!!!). Il gruppo di controllo
permette di valutare l’efficacia di un trattamento. Tale valutazione deve
necessariamente essere confrontata, controllata, con un gruppo di riferimento
che segua una terapia nota (nel nostro caso, la terapia oncologica
convenzionale). Senza gruppo di controllo, non è tecnicamente possibile
affermare che «il MDB non è efficace», lasciando intendere che la terapia
convenzionale è, invece, efficace. Cosa avrebbe fatto la terapia convenzionale
nello stesso tipo di tumori e nello stesso stadio? Questo non si può sapere
dalla sperimentazione, mancando un gruppo di controllo. A questo proposito, l’
I. S. S. non può pretendere che potevano essere selezionati per la
sperimentazione solo pazienti resistenti a tutte le terapie convenzionali, per
ragioni etiche. Come affermato più sopra, vi erano già (nel 1998) sufficienti
prove scientifiche sui farmaci usati nell’MDB per testarli realmente, e cioè in
pazienti, in condizioni iniziali.
Evidenza degli obiettivi
Gli studi che danno maggiore evidenza sono quelli in cui l’obiettivo è
rappresentato dalla valutazione della «overall survival from a defined point in
time», cioè dalla sopravvivenza dei pazienti partendo da una data definita, l’
obiettivo della riduzione della massa tumorale è classificato dal N. C. I. come
uno degli «indirect surrogates», «surrogati indiretti», dell’obiettivo
principale (la sopravvivenza). Molto interessante è la motivazione per cui, il
N. C. I. considera la valutazione della massa tumorale (vista invece dall’I. S.
S. per la sperimentazione MDB come obiettivo principale) un «in direct
surrogate», perché «è un obiettivo soggetto alle interpretazioni degli
sperimentatori» (non è quindi un parametro oggettivo, come invece l’Istituto
Superiore di Sanità ha sempre ripetuto). Inoltre, concetto ancora più
rilevante, «questi obiettivi non producono automaticamente un beneficio diretto
sul paziente, come la sopravvivenza o la qualità della vita».
Come si può notare, il N. C. I. ritiene fondamentali come obiettivi di uno
studio, la sopravvivenza e la qualità della vita dei pazienti, cioè proprio
quegli obiettivi che l’I. S. S. ha scelto di ritenere secondari, in quanto «non
oggettivi e non scientifici». Ora, in base a questa classificazione, dove si
colloca la sperimentazione eseguita sul MDB (come qualsiasi altro studio
eseguito con la stessa metodologia)? La classificazione del N. C. I. non lascia
spazio a dubbi; si tratta di: «A phase II trial of selected patients with
response rate as the outcome», «uno studio di fase II di pazienti selezionati
che ha come obiettivo la risposta obiettiva sulla massa tumorale». Nella
sperimentazione sul MDB, infatti, i pazienti non sono stati randomizzati, sono
stati appunto selezionati, e l’obiettivo dello studio (come è stato più volte
sottolineato dall’I. S. S.) era appunto la risposta obiettiva (cioè la
riduzione della massa tumorale misurata strumentalmente). Bene, questo tipo di
studio è classificato come 3III DIII, cioè come lo studio che offre il più
basso livello di evidenza scientifica nella classificazione del N. C. I.!!! E
se uno studio offre un basso livello di evidenza scientifica, come necessaria
conseguenza, le conclusioni che offre (qualsiasi esse siano) non possono essere
prese come definitive: danno appunto una bassa «evidence». Oltre a ciò, la
sperimentazione del MDB è stata condotta in modo tale, da vanificare ogni
livello di evidenza.
Le anomalie che hanno invalidato la sperimentazione sono:
1) I criteri di arruolamento furono assolutamente antitetici ai postulati
basilari del MDB. Il fatto è chiaramente riscontrabile dall’esame dei verbali
delle sedute in commissione oncologica, in cui il professor Di Bella ribadì in
forma evidente e inequivocabile l’assoluta incompatibilità del MDB con la
chemio, per il suo effetto deleterio, che rappresenta una netta
controindicazione per i danni spesso irreversibili che causa a quel terreno
biologico su deve agire il MDB. Nonostante ciò furono arruolati nella quasi
totalità pazienti terminali, con aspettativa di vita fra 11 giorni e tre mesi,
chemio-radiotrattati e non più responsivi a questi trattamenti. Ciò emerge
chiaramente dal Verbale del ministero della Sanità (
www.metododibellaorg)
numero 1 Roma, 14 gennaio 1998: «Il giorno 14 gennaio alla ore 12,00 presso la
sede di Lungotevere Ripa, 1 del ministero della Sanità, si riunisce la
Commissione Oncologica Nazionale (...). Il professor Di Bella esprime serie
perplessità nei confronti della chemioterapia, ritenendola alla base di
numerosi insuccessi terapeutici (...). A suo parere la non responsività al
proprio protocollo dipende dai trattamenti terapeutici precedentemente messi in
atto e dalle condizioni generali dei pazienti spesso mal curati, ribadendo
ancora una volta l’effetto deleterio della chemioterapia».
2) La somministrazione del composto dei retinoidi inquinato da acetone fino a
850 milligrammi per litro (ammesso dallo stesso ministero); la tossicità e l’
effetto cancerogeno dell’acetone, smentendo le affermazioni ministeriali di
assenza di tossicità dei retinoidi erogati in sperimentazione sono documentate
dal lavoro di Wysocki CJ e AA VV., Acetone odor and irritation thresholds
obtained from acetone-exposed factory workers and from control (occupationally
unexposed) subjects.
«Search for ‘acetone cancerogenic’ Author IBA Source Crisp Data Base National
Institutes Of Health Abstract ‘Cytochromes P450’ (…) determinants of the
biological effects of chemicals»;
traduzione: «L’acetone induce il tipo 2E1 del citocromo P450 (CYP2E1)... molto
attivo nel trasformare biologicamente le sostanze pro-carcinogene in sostanze
che iniziano il processo canceroso». In
www.metododibella.org si trova una
serie di altre pubblicazioni relative.
Inoltre il professor Di Bella aveva chiaramente esposto la tecnica necessaria
per eliminare ogni traccia di solvente (acetone) nel composto di retinoidi, e
spiegato attraverso quali meccanismi chimici e di biologia molecolare, l’
acetone annulla i meccanismi d’azione antitumorali dei retinoidi.
3) La somministrazione di farmaci scaduti a 1.048 ammalati, come dall’allegato
verbale dei NAS:
Comando Carabinieri per la Sanità N.A.S. di Firenze cap 50144 Viale Belfilore,
45/47 numero 6356/7-10 P di Protocollo
Oggetto: lndagine relativa al multitrattamento Di Bella
Alla Procura della Repubblica
presso la Pretura circondariale di Milano - Trento - Padova - Pordenone -
Genova - Aosta - Torino -
Forlì - Lucca - Arezzo - Livorno - Pistoia - Grosseto - Roma - Chieti -
Cagliari - Nuoro - Ancona -
Campobasso - Napoli - Salerno - Avellino - Caserta - Benevento - Potenza.
e, per conoscenza:
Presso la Pretura circondariale di Firenze
Il Personale di questo Nucleo, nel corso degli accertamenti svolti sulla
multiterapia Di Bella,
veniva in possesso di una corrispondenza tra l’Istituto Superiore di Sanità e
il Complesso Ospedaliero - San Giovanni Addolorata di Roma, con la quale quest’
ultimo presidio chiedeva informazioni sulla validità delle preparazioni
contenenti retinoidi e melatonina, preparate dallo Stabilimento Chimico
Farmaceutico Militare di Firenze ed impiegate nella sperimentazione MDB (Metodo
Di Bella).
A tale quesito, in data 7 ottobre 1998, l’Istituto Superiore di Sanità
rispondeva con nota numero 36467/chf.22 facendo presente che dagli studi
intrapresi sulla stabilità della «soluzione ai retinoidi» è risultato che
campioni integri, conservati nelle condizioni specificate in etichetta, non
presentavano apprezzabile degradazione dei componenti per un periodo di tre
mesi. Dall’accertamento eseguito invece su analoghi campioni, ma aperti e
richiusi più volte ad intervalli di tempo stabiliti, non presentavano
degradazione significativa dei componenti per un periodo di venti giorni,
(tempo necessario per il consumo dell’intero contenuto del flacone). E’
evidente che il termine massimo, rispettivamente di tre mesi per i flaconi
integri e venti giorni, per quelli aperti e richiusi, è riconducibile alla
validità accertata delle «soluzioni ai retinoidi», preparata e dispensata,
poiché tali confezioni, in origine, noi, indicavano e non indicano sia il
periodo entro il quale lo sciroppo doveva e deve essere somministrato, sia le
avvertenze per il paziente (quale consumatore) circa l’efficacia dei farmaco
assunto, in relazione al numero di volte in cui il paziente o chi per lui
proceda o abbia proceduto all’apertura e chiusura del flacone. Alla luce di
quanto sopra ed apparendo sempre più forte il sospetto che «tale fenomeno» si
fosse manifestato nei numerosi centri individuati per la sperimentazione del
MDB su tutto il territorio nazionale, in data 30 novembre 1998 i sottoscritti
si recavano presso lo Stabilimento Chimico Farmaceutico Militare di Firenze ed
avuta la presenza del vice direttore di stabilimento, dottor Lalli, in assenza
del Colonnello Muzzi, ottenevano un elenco dettagliato relativo alle spedizioni
delle soluzioni ai retinoidi, contenente anche i dati riferiti al numero di
lotto, all’esatta data di preparazione (comprensiva del giorno), aggiornato al
30 novembre 1998. Questo si rendeva indispensabile per poter meglio riscontrare
i dati di preparazione, spedizione ed inizio utilizzo delle soluzioni ai
retinoidi. Dall’attento esame degli elenchi è emerso un dato preoccupante se
non addirittura sconcertante. 1.048 flaconi di «soluzioni ai retinoidi», sono
stati distribuiti dallo Stabilimento Chimico Farmaceutico Militare di Firenze a
28 centri dei 60 della Sperimentazione MDB, oltre il termine massimo di tre
mesi, come stabilito dall’Istituto Superiorè di Sanità. Ciò verosimilmente
comporta che 1.048 pazienti abbiano assunto, per un periodo oscillante tra i
venti e trenta giorni (tale periodo varia dalla prescrizione medica in
relazione alla patologia), un farmaco potenzialmente imperfetto e non più
possedente le caratteristiche terapeutiche iniziali, senza escludere che la
degradazione e scomposizione dei principi attivi, possa produrre effetti
collaterali gravi specialmente in soggetti sofferenti patologie neoplastiche.
Ne consegue, quindi che i risultati ottenuti dalla sperimentazione siano
sicuramente inattendibili e che la stessa sperimentazione debba essere
quantomeno rivista seguendo un ottica che tenga conto di tali nuove e
significative risultanze. (tale aspetto sarà riferito in termini e modalità
opportuni agli organi competenti del ministero della Sanità). La presente
informativa si rende doverosa poiché non si esclude l’eventualità che qualche
paziente o suo familiare, abbia presentato ovvero possa presentare denuncia in
relazione ai potenziali effetti collaterali scaturiti dall’assunzione della
«soluzione ai retinoidi», avendo riguardo al fatto che prima della data del 7
ottobre 1998, l’Istituto Superiore di Sanità non si era ancora espresso sulla
validità della citata preparazione e che, oltre al succitato Stabilimento
Chimico Farmaceutico Militare di Firenze, la tardiva distribuzione dei farmaci
in argomento potrebbe essere stata eseguita dai servizi farmaceutici dei vari
centri.
... Annotazione a cura dei Marescialli Ciro Spiniello e Antonio Barrasso. Il
Maresciallo Aiutante s. UPS Comandante del Nucleo Santino Muscolino.
Quanto alla scadenza della soluzione ai retinoidi, il ministro pro tempore
della Salute, professor Veronesi in risposta alle numerose interrogazioni
parlamentari sul tema rispose:
A) «Per acquisire le informazioni necessarie a stabilire la durata della
validità dei galenici sarebbe occorso almeno un anno, e all’epoca appariva del
tutto impensabile dilazionare l’inizio dello studio» (per quale motivo?).
B) «La formulazione, la preparazione di tali prodotti sono state frutto delle
indicazioni fornite dal professor Di Bella (in
www.metododibella.org è
dimostrato il contrario… il processo di eliminazione del solvente è stato
effettuato seguendo la procedura indicata dal professor Di Bella…,
il solvente (acetone) non può mai essere completamente eliminato» (in
www.metododibella.org è dimostrato il contrario)…
Queste dichiarazioni, come quelle relative a mancate istruzioni in merito da
parte del professor Di Bella, contrastano con le dettagliate istruzioni date
dal professor Di Bella nella sedute al ministero riportate nel verbale del
ministero della Sanità del 14 gennaio 1998, (
www.metododibella.org).
A Torino il Procuratore Guariniello indagò sin dall’inizio della
sperimentazione, acquisendo un’ampia documentazione e convocando nel corso
delle indagini il sottoscritto (in quanto delegato da mio padre a seguire la
sperimentazione) e mio padre. Qualche tempo dopo la fine della sperimentazione,
inviò ai responsabili della sperimentazione l’avviso di conclusione delle
indagini. Dopo alcuni giorni il magistrato rilasciò dichiarazioni alla stampa
in cui lamentava il fatto che l’inchiesta fosse stata trasferita ad altra
procura. Molte interrogazioni parlamentari hanno stigmatizzato «l’improvvisa
sottrazione d’indagine al Procuratore Guariniello con un tempismo fortemente
sospetto» allorché dirigenti dell’I. S. S., tra cui Donato Greco e Roberto
Raschetti, responsabili della Sperimentazione MDB, ricevettero dal Procuratore
Guariniello l’avviso di chiusura indagini, in pratica un preannuncio di rinvio
a giudizio «che non avvenne solo per il tempestivo dirottamento dell’inchiesta
a Firenze». L’ipotesi di reato fu la somministrazione di farmaci guasti o
imperfetti, emersa dall’intervista rilasciata dal procuratore Guariniello a
Repubblica il 7 settembre 2000, per cui l’articolo 443 del Codice Penale
prevede 3 anni di reclusione. «La decisione del Pg. della Cassazione Nino
Abbate che trasferì l’inchiesta da Guariniello, a Firenze, fu da questi
contestata in base all’articolo 443 che non punisce la produzione o la
detenzione di farmaci, ma l’erogazione avvenuta appunto a Torino, nell’ambito
della Sua competenza». Le dichiarazioni riportate da Repubblica: «Guariniello
accusa ‘farmaci scaduti e dosi sballate’ Così hanno truffato Di Bella» si
commentano da sole.
4) Somministrazione di farmaci «guasti e imperfetti»
Dall’articolo di Marco Travaglio «Torino, la sperimentazione della cura Di
Bella sarebbe viziata da gravi irregolarità. Peggio: alcuni dei 386 malati di
cancro che provarono la ‘multiterapia’ (MDB) del medico modenese sarebbero
stati usati come cavie, trattati con farmaci ‘guasti e imperfetti’, non si sa
con quali effetti sulla salute. E l’Istituto Superiore di Sanità, pur
sapendolo, non avrebbe avvertito 50 dei 51 ospedali d’Italia che sperimentavano
i protocolli. Sono queste le conclusioni della lunga e minuziosa indagine
aperta due anni fa dal procuratore aggiunto di Torino Raffaele Guariniello, in
seguito ad alcune denunce, sulla sperimentazione nei 4 ‘centri di riferimento’
di Torino (Molinette, San Giovanni antica sede, Mauriziano e Sant’Anna) e nei 4
della provincia (gli ospedali di Chivasso, Orbassano, Chieri e Ciriè). Un’
indagine che non entra nel merito dell’efficacia o meno della cura, ma si
limita ad analizzare la regolarità della sperimentazione. Quattro gli accusati,
tutti dirigenti dell’Istituto Superiore di Sanità (I. S. S.): Roberto Raschetti
e Donato Greco, coordinatori della sperimentazione del 1998, Stefania Spila
Alegiani, responsabile dei preparati galenici, ed Elena Ciranni, che curava i
rapporti con i vari centri clinici. Grave l’ipotesi di reato: ‘Somministrazione
di medicinali guasti o imperfetti’ (punibile, secondo l’articolo 443 del codice
penale, con la reclusione fino a 3 anni). Il direttore Giuseppe Benagiano, a
suo tempo indagato, è stato poi archiviato. Nessuna responsabilità per l’ex
ministro della Sanità Rosi Bindi, sentita come testimone in gran segreto, a
Roma, all’inizio dell’anno. I 4 indagati hanno ricevuto l’‘avviso di chiusura
indagini’. Una sorta di preannuncio di rinvio a giudizio, che poi però non è
arrivato: grazie alla legge Carotti, i difensori hanno chiesto e ottenuto dal
PG della Cassazione Nino Abbate il trasferimento dell’inchiesta a Firenze. Con
la curiosa motivazione che i farmaci ‘incriminati’ li produce l’Istituto
Farmacologico Militare fiorentino. Inutile opposizione di Guariniello il quale,
sentenze della Cassazione alla mano, ha ribattuto che il 443 non punisce la
produzione o la detenzione, ma la somministrazione di farmaci guasti (avvenuta,
appunto, a Torino). Spetterà dunque alla procura di Firenze - che l’anno scorso
aveva già archiviato un’altra inchiesta sui protocolli Di Bella - trarre le
conclusioni: rinviare a giudizio o chiedere l’archiviazione. Tutto dipenderà
dall’interpretazione delle irregolarità emerse a Torino: errori in buona fede o
condotte dolose? Per Guariniello, la prova del dolo sarebbe in una lettera
inviata nel ‘98 a un ospedale romano, che chiedeva lumi sulla conservazione e
la composizione delle ‘soluzioni ai retinoidi’ previste per i protocolli 1 e 9.
Nella lettera i dirigenti dell’Iss precisavano che quelle sostanze hanno una
‘validità’ di soli 3 mesi, dopo di che ‘scadono’ e vanno buttate. Peccato che
la stessa direttiva non sia stata diramata agli altri 50 ospedali che
sperimentavano la cura. E che infatti continuarono, ignari di tutto, a
somministrare quelle soluzioni ampiamente scadute (addirittura vecchie di 4, 5,
9 mesi) e ‘deteriorate’. Non solo: un gravissimo errore tecnico avrebbe
dimezzato il quantitativo di un componente, un principio attivo, fondamentale
per l’efficacia di quelle soluzioni: l’‘axeroftolo palmitato’. In pratica, per
i due protocolli, quella sperimentata non era la multiterapia Di Bella, ma una
‘variazione sul tema’ non dichiarata. Così com’era emerso nel ‘98 per altri due
protocolli, frettolosamente ritirati dopo che Guariniello vi aveva scoperto
alcune sostanze mancanti e alcune altre (come il tamoxifene del professor
Umberto Veronesi) aggiunte da una mano misteriosa. Ma quel capitolo è ancora
aperto. A Torino».
5) Somministrazione di solo quattro dei sette farmaci, del MDB e di nessuno di
quelli di modulazione. I farmaci componenti del MDB da inserire in
sperimentazione, furono prescritti in una ricetta autografa appositamente
rilasciata da professor Di Bella al ministero. Furono somministrati solo
quattro dei sette farmaci essenziali del modulo fisso del MDB, (mancavano la
ciclofosfamide, il didrotachisterolo, l’acido ascorbico), e non vi era nessun
componente del modulo variabile. Il verbale della riunione del 5 maggio 1998
tra sperimentatori I. S. S., professor Di Bella e collaboratori a Modena,
relativo a questa inammissibile carenza (mancata somministrazione per tre mesi
in pazienti arruolati con aspettativa di vita tra 11 giorni e tre mesi) è
reperibile per esteso in
www.metododibella.org. La gravità del danno della
mancata somministrazione di componenti essenziali del MDB, non era unicamente
limitata alla mancanza del singolo, specifico, effetto antitumorale di ogni
farmaco, ma aggravata dall’inattivazione del meccanismo fondamentale del MDB: l’
effetto sinergico, l’interazione, il reciproco potenziamento dei suoi
componenti.
6) Gli sperimentatori non conoscevano il metodo che dovevano sperimentare. La
somministrazione incompleta da parte degli sperimentatori, dimostra che non
avevano minimamente studiato, conosciuto e compreso quel metodo che avevano
pubblicamente disprezzato e criticato. Per ovvie regole internazionali i
responsabili di una sperimentazione sono tenuti a conoscere il metodo che
sperimentano.
7) Palese conflitto d’interesse ideologico. Molti sperimentatori avevano
ripetutamente e pubblicamente espresso giudizi negativi sul professor Di Bella.
Ogni sperimentatore è ovviamente tenuto alla massima imparzialità e
riservatezza. Al contrario molti si espressero criticamente e pubblicamente, in
qualche caso fino all’offesa nei confronti del professor Di Bella e del metodo
che dovevano sperimentare.
8) I criteri di scelta della progettazione e degli obiettivi furono di livello
infimo, secondo i criteri di valutazione dell’evidenza scientifica delle
sperimentazioni cliniche oncologiche del National Cancer Institute. Pertanto
furono assolutamente non idonei a dare indicazioni cliniche e scientifiche.
9) Sono stati totalmente errati i criteri di valutazione del metodo. Secondo i
parametri della letteratura internazionale, codificati dal British Medical
Journal, a una terapia biologica come il MDB hanno applicato i parametri di
valutazione di terapie citolitiche come la chemio. La valutazione dell’
efficacia di una cura biologica, ad esempio di una terapia antiangiogenetica, è
totalmente difforme da quella idonea a studiare l’efficacia di una terapia
citolitica, come la chemio. Nella sperimentazione del MDB non si tenne
minimamente conto di ciò e si pretese di applicare al MDB i criteri valutativi
chemioterapici come si evidenziato dall’articolo di Hayes A. J., Li L.Y.,
Lippman M. E., Antivascular therapy: a new approach to cancer treatment, BMJ
1999; 318: 853-6 traduzione: «I farmaci inibitori della crescita (come il MDB)
vanno studiati diversamente dalla chemioterapia…». Ed inoltre da Danesi R, AA.
VV., Agen.cnr.it Inhibition of experimental angiogenesis by the somatostatin
analogue octreotide acetate, SMS 201-995 Cl, in Cancer Res febbario 1997, 3
2265-72; Robbins R. J. Department of Endocrinology and Metabolism, Camel
University Medical College, Memorial Sloan-Kettering Cancer Center, New York,
NY, 10021, USA, Somatostatin and cancer. Metabolism, agosto 1996; 45 (8 Suppl
1): 98-100; Reubi J.C.; Horisberger U.; Laissue J. Division of Cell Biology and
Experimental Cancer Research, University of Berne, Switzerland, High density of
somatostatin receptors in veins surrounding human cancer tissue: role in tumor-
host interaction?; Int J Cancer marzo 1994 1;56 (5): 681-8. Queste
pubblicazioni sono, con altre, riportate estesamente e tradotte in
www.metododibella.org.
10) Il composto dei retinoidi conteneva dosaggi ampiamente inferiori a quelli
richiesti e programmati. Come se tutto ciò non fosse stato sufficiente,
ennesimo elemento invalidante la sperimentazione, riscontrato e ammesso dai
magistrati inquirenti, le errate e insufficienti concentrazioni di sostanze
attive del composto dei retinoidi, come si evidenzia dall’allegato articolo di
Repubblica del 13 settembre 2000 di Selvatici e Travaglio: ...«Due le
irregolarità individuate dal PM torinese. Da un lato, gli ospedali che
eseguivano la sperimentazione non sarebbero stati avvertiti della deperibilità
di un prodotto prescritto da Di Bella, la ‘soluzione ai retinoidi’, oltre i 3
mesi dalla data di produzione: così diversi pazienti torinesi avrebbero
ingerito il farmaco ormai ‘scaduto’. Dall’altro lo Stabilimento chimico
farmaceutico militare di Firenze, incaricato della preparazione dei farmaci,
avrebbe utilizzato un tipo di prodotto contenente una dose di ‘axeroftolo
palmitato’ (la vitamina A, componente essenziale della soluzione ai retinoidi)
inferiore agli 0.5 grammi prescritti da Di Bella. Sul primo punto, Nannucci
osserva che nei protocolli del professore non c’erano prescrizioni sulla
stabilità del prodotto e che furono le analisi dell’ISS, a sperimentazione
avanzata, a evidenziare un problema di riduzione di efficacia del betacarotene
(uno dei componenti). Guariniello invece aveva prodotto una lettera del 15
gennaio 1998, in cui Di Bella raccomandava all’ISS ‘la purezza e la stabilità
dei preparati labili’. E nella successiva riunione di fine mese, ribadiva:
‘Betacarotene e vitamina A non si alterano per qualche mese’. L’ISS - come ha
ammesso la Ciranni - aveva accertato fin dall’agosto 1998 che ‘dopo tre mesi il
prodotto si degrada’. Eppure, fino a dicembre, non ne avvertì gli ospedali, e i
malati continuarono ad ingerire sciroppi ‘scaduti’ anche da 6 mesi. Secondo
punto. Nannucci nota che esistono in commercio due forme di axeroftolo
palmitato, e che nei protocolli non vi era alcuna indicazione sulla scelta del
prodotto da utilizzare. Guariniello, dal canto suo, citava le ricette di Di
Bella (datate 15 e 31 gennaio 1998), nonché una lettera della farmacia Ferrari
all’ISS (29 gennaio), con la dose di 0.5 grammi. ‘Escludiamo - ribatte
Giuttadauro - che si volessero distribuire dolosamente medicinali scaduti o
diversi da quelli del protocollo’. Ma - fa notare Torino - c’è pure l’ipotesi
colposa. L’ultima parola, comunque, spetta al Gip».
11) Alla maggioranza dei pazienti non è stata somministrata la somatostatina
con siringa temporizzata, vanificandone l’effetto e provocando gravi sintomi
gastroenterici. Gli sperimentatori nella grande maggioranza dei casi non
previdero l’uso essenziale e irrinunciabile della somministrazione temporizzata
(vedi verbale della riunione del 5 maggio 1998 tra sperimentatori, I. S. S.,
professor Di Bella e collaboratori, in
www.metodibella.org), reso necessario
dalla brevissima emivita della somatostatina, che oscilla dai pochi minuti del
tetradecapeptide (somatostatina a 14 amminoacidi), ai 90 minuti dell’
octapeptide (somatostatina a otto amminoacidi). Pertanto l’efficacia del
farmaco, veniva praticamente vanificata. L’inattivazione della risposta
terapeutica era aggravata da sintomi gastrointestinali indotti dalla
somministrazione rapida e irrazionale della somatostatina e addebitati poi
dagli sperimentatori a tossicità del MDB.
12) Contrariamente alla normativa internazionale, gli sperimentatori non hanno
dichiarato e firmato l’assenza di conflitto d’interesse finanziario o
ideologico. Alla prima riunione all’I. S. S. vidi tra gli sperimentatori
chiamati a verificare il MDB, personaggi che si erano pubblicamente espressi
sull’informazione radiotelevisiva e giornalistica in termini offensivi, nei
confronti del professor Di Bella. Anche diversi dei componenti del gruppo di
oncologi stranieri chiamati a giudicare il MDB, avevano pubblicamente
dichiarato la loro ostilità al professor Di Bella. E’ regola ovvia e
conosciuta, che gli sperimentatori siano rigorosamente tenuti alla massima
imparzialità e riservatezza, e debbano firmare che il loro giudizio non è
inquinato o condizionato da conflitti d’interesse economici o ideologici. Dalle
rassegne seguenti appare evidente che i rapporti e i legami finanziari dei
ricercatori con le ditte farmaceutiche influenzano quasi sempre il parere da
loro espresso; questa influenza appare preoccupante (infatti gli articoli da
cui sono state tratte queste conclusioni sono stati pubblicati su due delle più
autorevoli riviste scientifiche mediche, cioè il New England Journal of
Medicine e JAMA, in
www.metododibella.org). Appare quindi indispensabile che la
comunità scientifica ed il pubblico, per valutare correttamente le conclusioni
di un articolo scientifico, sappiano se l’autore o gli autori hanno legami
economici «I conflitti di interessi economici alterano nel 90% dei casi i
risultati degli studi scientifici condotti da ricercatori non-indipendenti»,
luglio, London, (Reuters) «The results of medical studies… Hurst Hannum, a
professor at Tufts University in Massachusetts, said in report in the…».
Traduzione dell’articolo: luglio, Londra, Reuters. «Gli esperti hanno affermato
che è probabile che i risultati degli studi scientifici in medicina siano
inquinati o travisati se gli stessi studi sono stati finanziati dalle industrie
ed i ricercatori hanno conflitti di interesse». Numerosi articoli di autorevoli
riviste sono riportati e tradotti per esteso in
www.metododibella.org.13) La letteratura scientifica smentisce la sperimentazione MDB. Elemento
finale, che rappresenta la definitiva delegittimazione della sperimentazione, è
costituito dalle conclusioni, assolutamente antitetiche, ampie e crescenti
della letteratura mondiale, di convegni e congressi, circa l’effetto
antitumorale di quegli stessi principi attivi, componenti del MDB, quali
somatostatina, retinoidi, vitamina D, Melatonina, etc. di cui la
sperimentazione ha negato l’efficacia. E’ facile per chiunque verificarlo sul
sito della NLM (National Library of Medicine) http.//
www.pubmed.gov.L’esposizione delle gravi anomalie relative all’impostazione, conduzione e
conclusione della sperimentazione, evidenzia una realtà che la grande
maggioranza della pubblica opinione in Italia ha intuito, come confermato da
vari sondaggi d’opinione e cioè che l’esito di questa sperimentazione era
palesemente preconfezionato e obbligato. Con l’espediente di una
sperimentazione così programmata e condotta, si è elusa la richiesta pressante
dell’opinione pubblica italiana di conoscere la reale efficacia del MDB.
Si può definire suo padre un perseguitato? E se sì perché?
Nella citata e censurata biografia mio fratello ha documentato come tutta la
sua carriera universitaria e le sue ricerche scientifiche furono costantemente
ostacolate con ogni mezzo. L’incarico dì insegnamento gli era rinnovato
annualmente con il ricatto di non rinnovarlo se avesse pubblicato i risultati
delle ricerche che peraltro gli erano precluse nell’Istituto di Fisiologia.
Doveva condurle a sue spese nel laboratorio che si era attrezzato. L’ostilità
si accrebbe nel 1973 quando, invitato dal professor Campanacci, ordinario di
Clinica Medica, noto ed eminente clinico, tenne una relazione alla Società
Medico Chirurgica di Bologna sulle nuove prospettive terapeutiche aperte dalle
sue ricerche nelle emopatie. Dovette ricorrere alle vie legali per farsi
rinnovare l’incarico, la facoltà lo convocò e riservatamente gli fecero capire
con estrema chiarezza che il rinnovo dell’incarico era condizionato al
silenzio, non doveva pubblicare, soprattutto non doveva invadere il campo dell’
ematologia e dell’oncologia.
Lei, dottor Giuseppe, ha raccolto l’eredità spirituale e professionale di suo
padre. Quali sono stati i suoi studi?
Riporto i miei studi e pubblicazioni e i lavori scientifici e congressi per
diffondere il MDB:
Laurea in medicina presso l’Università di Modena il 23 luglio 1965 con 110 e
lode.
Abilitazione presso la stessa università nel marzo 1966.
Assistente volontario presso la clinica ORL dell’Università di Modena dal
novembre 1965 al gennaio del 1970. Nel febbraio 1968 titolare di borsa di
studio di addestramento didattico e scientifico presso la stessa clinica.
Diploma di specializzazione in ORL nel luglio 1968 presso l’Università di
Bologna con 70/70.
Dal marzo 1967 iscritto all’Albo dei Medici Chirurghi.
Dal febbraio 1970 assistente incaricato presso la divisione ORL dell’ospedale
Maggiore di Bologna.
Idoneità nazionale ad aiuto ORL nel 1971.
Nel dicembre 1972 diploma di specializzazione in stomatologia presso l’
Università di Modena.
Idoneità nazionale in chirurgia maxillofacciale nel 1972.
Nel 1975 assistente di ruolo preso la divisione ORL dell’Ospedale Maggiore di
Bologna.
Idoneità nazionale a Primario di chirurgia maxillofaciale e Primario ORL nel
1975.
Dal 1975 al 1984 dirigente responsabile del servizio ORL presso l’ospedale di
Budrio-Bologna.
Dal 1984 attività libero professionale.
Dal 1968 a oggi circa 20.000 interventi in anestesia generale nell’ambito
della specialità ORL.
Dal 1973 ha collaborato col padre professor Luigi per il riconoscimento e
diffusione del MDB,
studiando e applicando il MDB aggiornando i dati della letteratura e
presentando relazioni congressuali in Italia e all’estero sul MDB,
pubblicandone le basi scientifiche e i riscontri clinici su riviste
internazionali accreditate su
www.pubmed.gov.Ho promosso e organizzato congressi sul MDB e presentato relazioni in Ialia e
all’estero sul Metodo:
- 1° Congresso Nazionale sul Metodo Di Bella, svoltosi a Bologna il 8 e 9
Maggio 2004, Bioterapia oncologica: Tema congressuale: Inibitori dei fattori di
crescita, principi prodifferenzianti e proapoptotici; presentati 122 casi
trattati con MDB.
- 2° Congresso Nazionale sul Metodo Di Bella, svoltosi a Milano il 19 Novembre
2005
Tema congressuale: “Somatostatina e melatonina in oncoterapia”; presentati 120
casi trattati con MDB.
- Convegno Tavola Rotonda La Scienza incontra lo Spirito, svoltosi a Milano il
28 Ottobre 2006
Presentato il razionale le basi scientifiche e le conferme cliniche del MDB.
- 95° Congresso Nazionale SIO (Società italiana di otorinolaringoiatria)
Torino, 2008, Relazione presentata dal dottor Giuseppe Di Bella e pubblicata
agli atti. Target therapy: Risposta alla terapia biologica di 18 carcinomi
della testa e del collo... presentati 18 casi trattati con MDB...
- Congresso del 16 gennaio 2010 presso la Repubblica di San Marino.Tema
congressuale: Terapia biologica delle patologia neoplastiche e degenerative,
Atti pubblicati su
www.metododibella.org, presentati 12 casi trattati con MDB.
- 3° Congresso Mondiale di Oncologia di Singapore BIT’s 3rd World Cancer
Congress (WCC) June 22-25 giugno 2010. Relazione presentata dal dottor Giuseppe
Di Bella e pubblicata agli atti del congresso. Titolo: Biological Oncotherapy
According to The Di Bella Method (DBM), With The Synergic Use of Somatostatin
and/or Octreotide, Bromocryptin and/or Cabergoline, Melatonin, Retinoids,
Vitamins E, D3, and C, Chondroitin Sulfate, Calcium, and Minimal Apoptotic, Non
Cytolytic Doses of Cyclophosphamide or Oncocarbide. Rationale of The DBM, and
Results of 553 Cases of 29 Different Histotypes.
- Congresso promosso dall’Accademia delle Scienze RSM sulle medicine
convenzionali e complementari 23-24 ottobre 2010. Tema: Nuove linnee di
oncoterapia biologica, relazione del dottor Giuseppe Di Bella, Il Metodo Di
Bella evidenze scientifiche e conferme cliniche.
Pubblicazioni su riviste scientifiche internazionali recensite dalla massima
banca dati mondiale Med-Line
www.pubmed.gov- The Di Bella Method (DBM).
- Di Bella G., Neuro Endocrinol Lett. 2010 Sep 30; 31(suppl1). (Epub ahead of
print) PMID: 20881933 (PubMed - as supplied by publisher) Related citations 2.
Complete objective response of neuroblastoma to biological treatment.
- Di Bella G., Colori B. Neuro Endocrinol Lett. 2009; 30 (4): 437-49. PMID:
20010503 (PubMed - indexed for MEDLINE) Related citations
Complete objective response of oesophageal squamocellular carcinoma to
biological treatment.
- Di Bella G., Madarena M. Neuro Endocrinol Lett. 2009; 30 (3): 312-21. PMID:
19855352 (PubMed - indexed for MEDLINE) Related citations
Complete objective response to biological therapy of plurifocal breast
carcinoma.
Di Bella G., Neuro Endocrinol Lett. 2008 Dec; 29 (6): 857-66. PMID: 19112416
(PubMed - indexed for MEDLINE) Related citations
Libri pubblicati
- Trattamento chirurgico delle malformazioni di competenza ORL, coautore,
Pacini Editore, 1971.
- Cancro siamo sulla strada giusta?, coautore col padre, professor Luigi Di
Bella, Editore Trawel Factory, Roma, 1998.
- Come prevenire i tumori, Marconi Editore, Roma, 2001.
- Il Metodo Di Bella, Mattioli 1885 SpA Editore, 2005.
- 85 tra pubblicazioni e relazioni a Congressi nazionali e internazionali e
conferenze scientifiche.
- Sono Presidente della Fondazione Di Bella per lo studio e il trattamento
delle patologie neoplastiche e degenerative, e
- Member of Editorial Board of Neuroendocrinology Letters.
- Member of Editorial Board of Activitas Nervosa Superiore Rediviva.
- Member of Editorial Board of The International Journal of Prenatal and
Perinatal Psychology and Medicine.
Come si è svolta e si svolge la sua carriera lavorativa?
Ho progressivamente ridotto dal 1997 la mia attività specialistica,
soprattutto chirurgica, per dedicare sempre più tempo, impegno e risorse allo
studio della chimica, biochimica e biologia molecolare, basi del MDB. Dal 2009
ho interrotto completamente l’attività chirurgica, dopo aver fatto circa 20.000
interventi. Continuo le visite ORL, ma ormai l’impegno maggiore è dedicato alle
visite oncologiche, alla raccolta elaborazione e pubblicazione dei dati sul MDB
e all’aggiornamento e studio della letteratura.
Morto il professor Luigi il Metodo si è fermato o sono in corso processi di
ricerca che porteranno ad un ulteriore miglioramento e standardizzazione della
cura?
Per oltre quaranta anni ho seguito le ricerche di mio padre, il professor
Luigi Di Bella, l’evoluzione del suo pensiero scientifico, la sua esperienza
clinico-diagnostica, gli effetti terapeutici, le vessazioni, i contrasti, le
umiliazioni che hanno contraddistinto la sua lunga attività di docente
universitario, di medico e di scienziato. La totale incapacità di ingraziarsi i
potenti e procacciarsi protettori eccellenti, d’inserirsi nelle mafie di
potere, la sua repulsione istintiva al servilismo, al compromesso, all’
adulazione, alla disonestà, unitamente ad un carattere schivo e al vizio
imperdonabile di usare la parola per esprimere il proprio pensiero e non per
dissimularlo, hanno penalizzato la sua carriera. Così come le meschinità e le
invidie per i risultati clinici e scientifici conseguiti. Come tanti tra quelli
che lo hanno conosciuto ho avuto sempre netta la percezione che la vastità e la
profondità delle sue conoscenze nelle scienze matematiche e nella chimica,
farmacia, medicina, biologia, fisica, fossero totalmente al di sopra delle
comuni capacità e inarrivabili per chi non fosse dotato d’intelletto e volontà
superiori. Ho cercato soprattutto di cogliere il senso autentico, il
significato profondo, le possibilità insperate, aperte dalla continua
evoluzione delle sue ricerche sperimentali, dell’esperienza terapeutica, dei
criteri e strategie d’impiego, della sua mentalità medica, tesa a trasferire
nella pratica clinica una mole unica di conoscenze teoriche, sperimentali e di
esperienze. Ho appreso come la diagnosi, punto d’arrivo, traguardo e compendio
delle capacità del medico, derivi da un raro equilibrio che è esatta
valutazione d’ogni dato semeiologico e anamnestico, clinico e strumentale, da
un’intuizione affinata dall’esperienza, sostenuta dalle capacità, rafforzata
dalle conoscenze, vivificata dal buon senso. In questi quaranta anni ho
constatato che puntualmente intuizioni che si potrebbero definire storiche per
il progresso scientifico e le scienze mediche, come le possibilità terapeutiche
e il razionale d’impiego di Retinoidi, Melatonina, Somatostatina, sono state
accolte con scettica indifferenza dal mondo scientifico e puntualmente
confermate in media 30 anni dopo. La profondità sconcertante e sempre attuale
del pensiero di un grande filosofo tedesco, Schopenhauer, sembra preludere alla
vicenda del medico e scienziato Luigi Di Bella quando afferma che ogni grande
verità (o scoperta scientifica) attraversa tre fasi: prima viene ridicolizzata,
poi violentemente contrastata, infine accettata come ovvia. Il professor Di
Bella prima fu definito stregone, sciamano, poi contrastato con ogni mezzo,
infine, hanno cercato di appropriarsi di quelle scoperte che avevano
ridicolizzato e contrastato. Nel volume Il Metodo Di Bella che ho scritto per
espressa volontà di mio padre, ho raccolto e sintetizzato da conferenze,
pubblicazioni, relazioni a congressi, lezioni magistrali del professor Di
Bella, quanto si riferisce alla prevenzione dei tumori e terapia delle malattie
degenerative e neoplastiche, integrandolo e confermandolo con la rassegna
aggiornata delle banche dati medico scientifiche mondiali. Qualche anno prima
avevo pubblicato il volume Come prevenire i tumori sugli aspetti
comportamentali, alimentari, farmacologici della prevenzione, evidenziando come
fosse ampiamente confermata e documentata in letteratura non solo l’elevata
proprietà di prevenzione dei componenti del MDB, ma anche il loromeccanismo d’
azione. Non ho il benché minimo merito né parte nelle ricerche di mio padre,
mia unica ambizione è diffondere e far conoscere la sua opera e il suo pensiero
scientifico.
Cosa sono la Langostatina, la Somatostatina, la Melatonina e perché questi
prodotti, soprattutto il primo, costano al malato migliaia di euro, non essendo
mutuabili?
La somatostatina è una molecola del MDB naturale, biologica, non tossica, di
14 aminoacidi, farmaco basilare, in quanto inibendo il GH, (ormone della
crescita) essenziale per la crescita tumorale, si oppone alla proliferazione
neoplastica. La cura di base con la somatostatina e tutti i componenti del MDB
ha un costo di circa 850 € mensili. La Longastatina è un analogo della
somatostatina a 8 aminoacidi che nella formulazione a lento rilascio (un’
iniezione copre circa 25-30 giorni) da 10 mg costa 800 €, mentre quella da 30
mg 1.700 €. Sarebbe sufficiente, senza alcun carico per lo Stato, consentire
agli ammalati di acquistare i prodotti nelle farmacie ospedaliere per abbattere
i costi del 50%. Per dare un’idea del livello della speculazione sulla
sofferenza e sulla vita, quando nel 1997 fu attuato il blocco del MDB
cancellando la somatostatina dalla fascia A
(farmaci erogati dal SSN) e fissandone il prezzo a 516.000 £, dose
giornaliera, accertammo che questo dosaggio di somatostatina purissima della
migliore qualità era facilmente reperibile presso l’industria chimica al prezzo
di 3.500 lire. Senza speculazioni e censure politiche, il MDB sarebbe
accessibile a tutti. La Melatonina (MLT) è un neurotrasmettitore prodotto
principalmente dall’epifisi, ghiandola del cervello, ma anche in altri
distrettiorganici, dotata di rilevanti, molteplici e documentate proprietà
antitumorali, esaltate, nella formulazione del professor Di Bella, dal legame
chimico d’idrogeno con l’Adenosina, e stabilizzata dalla Glicina. Per questo
la MLT del MDB è molto diversa dalle altre ed è prodotta in farmacie
specializzate attraverso una complessa preparazione che prevede la
liofilizzazione e la stabilizzazione con compressatrici ad alta pressione, con
successiva blisterizzazione.
A cosa serve il composto di Acido Retinoico, axeroftolo palmitato,
betacarotene in alfa tocoferile acetato? E si trova nelle farmacie?
Anche questo componente del MDB è prodotto in farmacie specializzate sotto
forma di soluzione, formulazione che consente la massima biodisponibiltà,
(utilizzazione della più alta percentuale del prodotto) in questi rapporti:
Acido Tutto-Trans Retinoico 0, 5 gr
Axeroftolo palmitato 0, 5 gr
Betacarotene 2 gr
Alfatocoferile acetato 1.000 gr
Si calcola la dose giornaliera in base ai decimali del peso corporeo, per cui
un adulto di 70 kg può assumere 7 grammi di Soluzione da 1 a 3 volte al dì a
seconda delle necessità. I Retinoidi solubilizzati in vitamina E nella
proporzione del professor Di Bella potenziano l’inibizione della crescita
tumorale esercitate da MLT e somatostatina, hanno inoltre la capacità di
preservare ed esaltare il trofismo, la vitalità e l’efficienza delle cellule
sane, nello stesso momento in cui deprimono la progressione, la vitalità e la
spiccata attitudine mutagena del fenotipo neoplastico. Cioè inibiscono,oltre
alla crescita, il più micidiale meccanismo della cellule tumorale, la
mutazione, che consente alle popolazioni neoplastiche di selezionare ad ogni
mutazione, i massimi vantaggi e trattenerli, crescendo in aggressività,
velocità di proliferazione, produzione di sostanze tossiche, capacità di
diffondersi e creare metastasi. Questo meccanismo di inibizione delle mutazioni
è definito differenziante ed è sinergicamente potenziato dagli altri componenti
del MDB, come vitamina D3, MLT, Vit C, Folina, Condroitinsolfato. Il MDB
asseconda ed esalta le reazioni vitali e l’omeostasi (meccanismi naturali di
difesa ed equilibrio dell’organismo) antitumorale per metterle in condizione di
contrapporsi all’insorgenza e progressione neoplastica. Il tumore è deviazione
dalla vita normale, per cui occorre riportare le reazioni deviate verso la
norma, attraverso il potenziamento di tutti quei mezzi che la Fisiologia
considera essenziali per la vita. Il MDB persegue questo obiettivo attraverso
innovative formulazioni e criteri d’impiego della MLT (complessata con
Adenosina e Glicina), di retinoidi solubilizzati in Vitamina E, oltre a
Vitamine C, D3, e componenti della ECM. Inserendo componenti apolari (non hanno
prevalenza di cariche elettriche né positive né negative) come il Betacarotene
e la vitamina E tra i fosfolipidi (molecole biologiche basilari dell’involucro
delle cellule definito membrana cellulare) di una membrana cellulare, la si
stabilizza preservandola da danni ossidativi e dai radicali liberi. Sia nelle
situazioni che predispongono al tumore, che nel corso della malattia
neoplastica, possono essere sovvertiti struttura e potenziali della membrana
cellulare e conseguentemente, l’espressione e le funzionalità recettoriali,
(funzioni essenziali della vita cellulare) mediante l’esasperazione dei
processi ossidativi e il conseguente picco nella produzione di radicali liberi.
Le dosi, previste dal MDB, di retinoidi e vitamina E, permettono di conseguire
sia un effetto preventivo, che terapeutico, azzerando le possibilità che i
radicali liberi possano provocare danni, tra cui le mutazioni che inducono i
tumori. Il MDB consegue così l’obiettivo di ottimizzare le reazioni vitali
difendendole dall’aggressione neoplastica. I tre retinoidi del MDB, sono i più
potenti attivatori, non ormonali, unicamente della crescita ordinata,
funzionale e finalizzata all’equilibrio biologico ottimale, mentre allo stesso
tempo inibiscono decisamente l’afinalistica e disordinata crescita neoplastica,
avviando la cellula tumorale all’apoptosi (invecchiamento fisiologico e morte
delle cellule). Le vitamine sono catalizzatori fisiologici fra energia e
materia. Ogni cambiamento della materia vivente non può prescindere da un
adeguamento dello stato energetico. Solo minime variazioni quantitative di
produzione, assorbimento, cioè elaborazione del terreno biologico e del suo
corrispettivo energetico, sono compatibili con la vita, e quindi le reazioni
devono procedere per passaggi graduali di entità minima materiali-energetiche,
reciprocamente compensati nel tempo. Queste reazioni realizzano, con estrema
gradualità, la produzione e l’assorbimento di energia e materia con equivalenza
materiale/energetica. Questo continuo divenire, per le eccezionali finalità cui
tende, deve essere gradualmente modulato e finemente regolato, e nelle sue
linee essenziali sarebbe impossibile senza queste vitamine, il cui fine è il
condizionamento e la regolazione dell’equilibrio materia/energia su cui poggia
la vita. La piena conoscenza delle vitamine equivale alla conoscenza dei più
fini equilibri e dei rapporti energia/materia e di tutti i riflessi sull’
attività vitale. La conoscenza della composizione chimica, della formazione,
della localizzazione all’interno della cellula, del momento del loro
intervento, della regolazione e dell’entità della loro attività, consente di
cogliere l’essenza della vita fisiologica e di correggere le sue deviazioni
patologiche. Perciò, dal suo ruolo originario biochimico-vitale, la
vitaminologia è elevata, nel MDB, a quello terapeutico razionale, essenziale,
sia nella prevenzione, che nella cura di varie patologie. Pertanto la
conoscenza approfondita dei meccanismi regolatori della vita normale,
fisiologica, consente la predisposizione di contromisure efficaci per evitare
deviazioni degenerative o neoplastiche. Per comprendere l’enorme valenza dei
retinoidi nell’ambito dell’economia biologica, basta considerare che essi
forniscono l’alto costo energetico sia della crescita, che dell’ordine
fisiologico della crescita stessa, concorrendo all’omeostasi antitumorale. La
crescita della sostanza vivente comporta un altissimo dispendio energetico, ma
l’ordine fisiologico della crescita comporta un pari, ed ugualmente elevato,
fabbisogno di energia.
Come sono associati al Metodo Di Bella prodotti in vendita per altre finalità
quali l’Atiten, il Dostinex, il Parlodel, la Vitamina C ed il Calcium?
Per la vitamina D3 (Atiten) il Calcio e la Vitamina C ho illustrato le
indicazioni e il meccanismo d’azione sinergico ai retinoidi, mentre la
Bromocritina (Parlodel è il nome commerciale) e la Cabergolina (Dostinex)
rappresentano gli antidoti del più potente induttore della crescita neoplastica
dopo l’ormone della crescita, la prolattina, anche se sono autorizzati per
altre indicazioni i cui limiti sono scientificamente e clinicamente superati da
oltre 20 anni.
Solo recentemente stanno incominciando a capire e pubblicare (basta consultare
le banche dati) quanto il professor Di Bella aveva intuito 40 anni fa
relativamente alla necessità di inibire in funzione antitumorale, oltre al GH,
anche la prolattina; non solo, recentissime pubblicazioni del 2010-2011 hanno
documentato come GH e Prolattina interagiscano attivando la crescita tumorale,
e come i rispettivi recettori siano coespressi nelle membrane cellulari e
interattivi.
- Somatostatin and dopamine receptors as targets for medical treatment… de
Bruin C., Feelders R. A., Lamberts S. W., Hofland L. J. Rev EndocrMetab
Disord., giugno 2009;10 (2): 91-102.
- Somatostatin-dopamine ligands in the treatment of pituitary adenomas,
Saveanu A., Jaquet P.
Rev Endocr Metab Disord., giugno 2009;10 (2): 83-90. Epub 2008.
- Differential regulation of human dopamine D2 and somatostatin receptor
subtype expression by glucocorticoids in vitro, J Mol Endocrinol, gennaio 2009;
42 (1): 47-56. Epub 2008.
- The dopamine-somatostatin chimeric compound BIM-23A760 exerts
antiproliferative and cytotoxic effects in human non-functioning pituitary
tumors by activating ERK1/2 and p38 pathways, CancerLett., febbraio 2010 28;
288 (2): 170-6. Epub 19 luglio 2009.
Alcuni giorni fa un notissimo oncologo ironizzava con un paziente sull’impiego
degli inibitori della prolattina nel MDB. Ho riportato 3 delle pubblicazioni
che con meccanismi matematici di biologia molecolare hanno pienamente e
definitivamente certificato non solo il ruolo rilevante della prolattina e del
GH nell’induzione e progressione del cancro, ma il potenziamento del blocco
della crescita tumorale mediante l’uso sinergico dei rispettivi antitodi:
somatostaina e inibitori prolattinici, i cui recettori (punti della cellula su
cui agisce una sostanza) sono coespressi (sono a contatto sulla membrana
cellulare) e interattivi, (si potenziano vicendevolmente).
Vi siete fatti un’idea sulle cause che portano ad ammalarsi di cancro? C’è
sempre stato o è una malattia moderna?
Le cause sono molteplici e interagiscono variamente. Sostanze chimiche
contenute nel fumo di sigaretta come il Benzopirene, o solventi, vernici,
acetone generosamente distribuito nella sperimentazione MDB, amianto. Ormoni,
soprattutto estrogeni, prescritti in funzione anticoncezionale e di terapia
sostitutiva post menopausa. Nelle nazioni che hanno sospeso la terapia
sostitutiva si è abbattuta decisamente la percentuale di tumori della mammella.
Gli anabolizzanti e soprattutto il GH somministrati ampiamente, soprattutto
nelle ex Repubbliche Socialiste in occasione delle Olimpiadi, hanno provocato
un numero impressionante di decessi di quegli atleti.
Tante altre molecole che per limiti di spazio non posso citare, possono
indurre il cancro. Anche radiazioni ionizzanti, come raggi ultravioletti, raggi
X, ecc., radioisotopi sono potenziali responsabili dell’insorgenza di
neoplasie. Un certo numero di germi tra cui quello della sifilide, della TBC, l’
elicobacter, i virus dell’epatite C, e tanti altri possono interferire con le
sequenze del DNA e causare mutazioni cancerogene. Queste cause sono però
modulate dall’omeostasi immunoneuroendocrina (interazione funzionale dei
sistemi immunitario, nervoso ed endocrino), e soprattutto dai meccanismi che
regolano la proliferazione e la differenziazione cellulare (centri deputati al
controllo della crescita regolare, ordinata funzionale all’economia dell’
organismo).Un capitolo a parte di peso rilevante, ma poco conosciuto, sono le
sofferenze morali, soprattutto spirituali. Le attuali conoscenze sull’argomento
sono fuorvianti, mentrela chiave di lettura è essenzialmente spirituale,
cristiana. Il massimo studioso è probabilmente don Paolo Spoladore (1), che ha
conoscenze ampie e profonde della vera psicologia scientifica (non delle
elucubrazioni maniacali di degenerati degeneranti oggi esaltate e imposte ma
scientificamente demolite) ha unito uno studio appassionato e approfondito
della Bibbia, dei Salmi e del Vangelo, che ha letto nei testi originali ancora
reperibili, in aramaico, greco antico e latino, lingue che conosce
perfettamente. Ne deriva un’unità inscindibile degli aspetti fisici, morali, e
soprattutto spirituali della malattia.
E’ vero che sconsigliate la biopsia perché la ritenete pericolosa?
Andrebbe sempre preceduta dal MDB e da una fiala intramuscolo di Somatostatina
ritardo per abbattere decisamente la nota e documentata percentuale di
disseminazione di cellule neoplastiche.
E’ vero che sconsigliate le operazioni?
Il professor Di Bella non era contrario a priori, ma il suo atteggiamento era
impostato alla prudenza, a una riflessione critica sugli effettivi vantaggi di
una mentalità eccessivamente interventista soprattutto in certe forme
neoplastiche e stadi, per le frequenti recidive e disseminazioni neoplastiche
post chirurgiche. Sicuramente riteneva una percentuale di interventi non solo
inutili ma dannosi.
Quale è la vostra opininione sulla chemioterapia?
Può dare qualche risultato in alcune leucemie e linfomi perché in queste
neoplasie le cellule possono essere meno resistenti e aggressive rispetto a
quelle dei tumori solidi. Nella maggior parte dei casi più che di guarigioni si
tratta di remissioni, periodi variabili il cui il tumore non si manifesta,
seguiti da ricadute. I risultati di effettiva e stabile guarigione sono
comunque sicuramente molto più rari di quanto non si lasci intendere alla
gente. In tutti i tumori solidi, la chemio in base a dati verificabili e
documentati della letteratura scientifica, non ha la benchè minima capacità di
eradicare la neoplasia, ma in una certa percentuale, che varia in base alle
caratteristiche istologiche, alla stadiazione e localizzazione del tumore, può
ottenere solo riduzioni, o remissioni, di durata variabile, penalizzate da
tossicità e dall’effetto mutageno che seleziona popolazioni neoplastiche sempre
più resistenti in un organismo sempre più debilitato dalla chemio stessa. In
molti altri casi la chemio non ottienne neppure questo illusorio e temporaneo
effetto palliativo. La risposta al MDB è inversamente proporzionale al numero
e intensità dei cicli chemioterapici effettuati, e direttamente proporzionale
alla precocità del trattamento.
Dati scientifici sintetici sulla chemio tratti dalla letteratura
Dalla revisione della letteratura, emerge evidente che in tutti i tumori
solidi la guarigione degli ammalati oncologici è indissolubilmente unicamente e
interamente legata al successo della chirurgia, ma questo dato è totalmente
difforme dalle statistiche oncologiche diffuse al pubblico.
Una delle massime riviste scientifiche, Lancet ha pubblicato tempo fa uno
studio sui tumori broncopolmonari inoperabili dal titolo Treatment of
inoperabile carcinoma of bronchus, firmato da Laing, Berry, Newman. Un gruppo
molto importante di pazienti fu trattato con chemioterapia, un altro gruppo
identico di controllo fu stato trattato solo con farmaci palliativi. Questi
ultimi pazienti hanno avuto una mediana di sopravvivenza doppia rispetto a
quelli che hanno fatto la chemio. Ma il dato non è pubblicizzato. «Quando
organizzano le giornate della vita e questue varie non informano la gente di
questi dati, il messaggio al pubblico è molto diverso». «Secondo il più ampio e
noto studio clinico (condotto su 220.000 pazienti, per 14 anni, e in tutte le
forme più frequenti di tumore) pubblicato da Morgan G. e A. A. ‘The
contribution of cytotoxic chemotherapy to 5 year survival in adult
malignancies’ sulla prestigiosa rivista oncologica ‘Clin. Oncol’ il 16 dicembre
2004 (8): 549-60: la chemio su 100 ammalati di tumore, consente a due, di
sopravvivere 5 anni, e all’1% 10 anni. È bene evidenziare che secondo un
criterio internazionalmente condiviso al di sotto del 30% di risultati una cura
si ritiene inutile. Per l’entusiasmante risultato di una sopravvivenza del 2,3%
a 5 anni, lo Stato spende il 32,37% dell’intera spesa farmaceutica (Rapporto
dell’Agenzia Italiana del Farmaco-Registro farmaci oncologici sottoposti a
monitoraggio-Rapporto 2007, pagina 5). Il fatturato annuale in Italia della
chemio è di 1.341 milioni di euro su 4.142,6 di spesa complessiva per i
farmaci. La chemio rappresenta pertanto il 32,37% della spesa di farmaci, anche
se su cento ammalati consente solo al 2,3% di raggiungere i 5 anni; GacMed Mex,
1998, marzo-aprile, 134 (2): 145-5, ha accertato che metà dei pazienti,
sopravvissuti a cinque anni, nel lungo termine muore per tumore. È documentata
anche l’inaccettabile percentuale di mortalità da chemio denunciata da un’
agenzia della Reuters Healt (Wesport, CT 2001-05-17): ‘Unexspected high
mortality rated associated with chemoterapy regimen’ (‘Non ci si aspettava un
tasso di mortalità così elevato associato ai protocolli chemioterapici...’). Il
dato è confermato dalla pubblicazione di Gerrard [Br. J. Cancer, 1998, giugno
77 (12) 281-5] con l’11% di decessi, non causati dal tumore ma unicamente da
chemioterapia in alcuni protocolli oncologici».
Tossicità dei chemioterapici
Il dottor Vincenzo Cordiano, noto onco-ematologo all’ospedale di Vicenza e co-
autore del libro La medicina di laboratorio nella pratica medica sulla
tossicità della CA, afferma che nel Linfoma di Hodgkin «il tipo di
chemioterapia è importante poiché esiste il rischio di leucemia fino a 10 anni
nei soggetti trattati con MOPP o protocolli simili contenenti mecloretamina, e
di tumori della mammella, del polmone, della tiroide, delle ossa e del colon
soprattutto in soggetti che hanno ricevuto anche radioterapia. Circa l’80% di
questi tumori compare in zone precedentemente irradiate». Cita anche uno studio
del NCI, secondo cui «i casi di Linfomi CA-radiotrattati avevano il doppio di
probabilità di sviluppare un secondo tumore rispetto alla popolazione generale
e il rischio rimaneva significativamente elevato per oltre 25 anni». Si rileva
inoltre «che negli ammalati di tumore CA-radiotrattati può manifestarsi
tossicità cardiaca, miocardite e pericardite, aterosclerosi coronarica precoce,
infarto. I casi di Linfoma di Hodgkin possono degenerare nei più aggressivi
Linfomi Non Hodgkin».
Dalle schede tecniche dei farmaci, rapporti dell’Istituto Superiore di Sanità
relativi alla CA riporto i dati di due molecole usate correntemente in CA, per
chiarire le controindicazioni di questa linea terapeutica:
Antraciclinici: «Stomatite, alopecia e disturbi gastrointestinali sono comuni
ma reversibili. La cardiomiopatia, un effetto collaterale caratteristico di
questa classe di chemioterapici, può essere acuta (raramente grave) o cronica
(mortalità del 50% dei casi). Tutti gli antraciclinici sono potenzialmente
mutageni e cancerogeni».
Procarbazina: «Cancerogena, mutagena e teratogena (malformazioni embrionali) e
il suo impiego è associato a un rischio del 5-10% di leucemia acuta…».
Merita attenta considerazione anche quanto riportato nel testo del Corso di
Oncologia Medica dell’Università di Firenze, coordinato dal professor Roberto
Mazzanti. Gli scritti, Principi di chemioterapia, sono documenti destinati agli
studenti della facoltà di medicina, quindi formano i futuri medici e oncologi.
Si legge: «Un agente antitumorale raramente potrà, da solo, eliminare tutte le
cellule cancerose senza dare effetti tossici intollerabili per il paziente. La
chemioterapia antitumorale è infatti fortemente limitata dalla sua tossicità».
Nella relazione del corso coordinato dal professor Mazzanti sono elencati gli
effetti tossici dei diversi chemioterapici:
Agenti alchilanti: «Interagiscono direttamente con il Dna, (contiene tutti i
caratteri genetici) possono provocare dei legami a ponte (cross-link) tra due
filamenti del Dna o anche all’interno dello stesso filamento provocando la
rottura completa della molecola di Dna oppure un blocco della trascrizione e
della duplicazione. Appartengono al gruppo dei farmaci ciclo aspecifici, cioè
danneggiano ogni cellula in qualsiasi fase essa si trovi». Le conseguenze sono
mutazioni di cellule sane in tumorali, e selezione in quelle tumorali di ceppi
più resistenti, proliferativi, mobili, aggressivi.
Mostarde azotate: «La mecloretamina è un derivato di un gas vescicante usato a
scopi bellici, il gas iprite. È mielotossica con neutropenia e trombocitopenia
(decremento nel sangue dei globuli bianchi e piastrine elementi essenziali per
la vita)».
Ciclofosfamide: «La ciclofosfamide può provocare cistite emorragica. Molto
importante è anche la cardiotossicità che consiste in un infarto miocardico
massivo con emorragia interstiziale, edema, versamento pericardico ad
insorgenza acuta e decorso sfavorevole».
Ifosfamide: «Neurotossicità e danno renale».
Nitrosuree: «La tossicità dose-limitante è quella del midollo: è tardiva (dopo
4-6 settimane di terapia) e cumulativa. Molto importante anche la tossicità
polmonare, renale ed epatica».
Procarbazina: «Il principale impiego è la terapia MOPP nel linfoma di Hodgkin.
Numerosi effetti tossici: neurologici, ematologici, gastroenterologici,
alopecia, azospermia. È un potente cancerogeno (induce in prevalenza leucemie
acute a breve e a lungo termine)».
Antimetaboliti: «In questi farmaci il methotrexate, (tra le altre
controindicazioni), è mielotossico e provoca gravi danni a livello
gastroenterico rendendo necessaria la sospensione della terapia (per) frequenti
mucosite, diarrea, sanguinamento fino alla perforazione di visceri. È tossico
per fegato e reni».
E’ pertanto nota, chiara, documentata, la totale impotenza dell’oncologia
ufficiale o convenzionale, in realtà commerciale, a eradicare qualsiasi tipo di
tumore solido, in qualsiasi stadio, e di qualsiasi varietà istologica e
immunoistochimica.
Dichiarazioni di oncologi
Un oncologo farebbe la CA a se o familiari? Anche se i media si guardano bene
dal divulgarlo - esiste una grande sfiducia tra gli oncologi riguardo la CA. Da
indagini e questionari si rileva che, ad esempio, tra gli oncologi americani 3
medici su 4 (il 75%) rifiuterebbero qualsiasi CA, a causa della sua inefficacia
e dei suoi effetti devastanti per l’organismo umano.
Dichiarazioni di medici
Allen Levin, MD, UCSF, The Healing of Cancer, Marcus Books, 1990, «La maggior
parte dei malati di cancro di questo Paese muore a causa della chemioterapia,
la quale non elimina i tumori al seno, al colon o ai polmoni. Tale aspetto è
documentato da oltre un decennio, e tuttavia i medici utilizzano ancora la
chemioterapia per combattere questi tumori».
Professor George Mathe, Scientific Medicine Stymied Medicines Nouvelles,
Parigi, 1989, «Se contraessi il cancro, non ricorrerei mai ad un certo standard
per la cura di tale malattia. I malati di cancro che stanno alla larga da
questi centri hanno qualche possibilità di farcela».
Il dottor Hardin Jones, docente presso l’Università della California, dopo
aver analizzato per molti decenni le statistiche relative alla sopravvivenza al
cancro, ha tratto la seguente conclusione: «... quando non vengono curati, i
malati non peggiorano, o addirittura migliorano». Le inquietanti conclusioni
del dottor Jones non sono mai state confutate.
Walter Last, The Ecologist, volume 28, numero 2, marzo/aprile 1998, «Molti
oncologi raccomandano la chemioterapia praticamente per qualsiasi tipo di
tumore, con una fiducia non scoraggiata dagli insuccessi pressoché costanti».
Albert Braverman, MD, Medical Oncology in the 90s, Lancet, 1991, volume 337,
pagina 901, «I nostri regimi più efficaci sono gravidi di rischi, di effetti
collaterali e di problemi pratici. Dopo che tutti i pazienti che abbiamo curato
ne hanno pagato lo scotto, solo un’esigua percentuale di essi viene
ricompensata da un effimero periodo di regressione tumorale, generalmente
parziale».
Edward G. Griffin, World Without Cancer, American Media Publications, 1996,
«Non vi è alcuna prova che per la stragrande maggioranza dei casi la
chemioterapia prolunghi le aspettative di sopravvivenza. Questa è la grande
menzogna su tale terapia, cioè che esista una correlazione fra la riduzione del
tumore ed il prolungamento della vita del malato».
Philip Day, Cancer: Why We’re Still Dying To Know The Truth, Credence
Publications, 2000,
«Alcuni scienziati di stanza presso il McGill Cancer Center (McGill
University, Montreal, Canada) inviarono a 118 medici, esperti di cancro ai
polmoni, un questionario per determinare quale grado di fiducia essi nutrissero
nelle terapie che applicavano. Fu loro chiesto di immaginare di aver contratto
essi stessi la malattia e quale delle sei attuali terapie sperimentali
avrebbero scelto. Risposero 79 medici, 64 dei quali non avrebbero acconsentito
a sottoporsi ad alcun trattamento che contenesse Cisplatino - uno dei comuni
farmaci chemioterapici che applicavano - mentre 58 dei 79 reputavano che tutte
le terapie sperimentali in questione fossero inaccettabili, a causa dell’
inefficacia e dell’elevato grado di tossicità della chemioterapia».
Philip Day, Cancer: Why We’re Still Dying To Know The Truth, Credence
Publications, 2000,
«Il dottor Ulrich Abel, epidemiologo tedesco della Heidelberg/Mannheim Tumor
Clinic, ha esaustivamente analizzato e passato in rassegna tutti i principali
studi ed esperimenti clinici eseguiti sulla chemioterapia (...). Abel scoprì
che il tasso mondiale complessivo di esiti positivi in seguito a chemioterapia
era scioccante in quanto, semplicemente, non erano disponibili da nessuna parte
riscontri scientifici del fatto che la chemioterapia riesca a ‘prolungare in
modo apprezzabile la vita dei pazienti affetti dai più comuni tipi di cancro
organico’. Abel sottolinea che di rado la chemioterapia riesce a migliorare la
qualità della vita, la descrive come uno squallore scientifico e sostiene che
almeno l’80% della chemioterapia somministrata nel mondo è priva di qualsiasi
valore. Ma, anche se non esiste alcuna prova scientifica che la chemioterapia
funzioni, né i medici né i pazienti sono disposti a rinunciarvi».
Lancet, 10 agosto 1991, «Nessuno fra i principali media ha mai nemmeno citato
questo esaustivo studio: Tim O’Shea ‘Chemioterapy - an unproven procedure’;
esso è stato completamente insabbiato».
JAMA Journal of the American Medical Association, 15 aprile 1998, «Secondo le
associazioni dei medici, i noti e pericolosi effetti collaterali dei farmaci
sono diventati la quarta causa principale di morte dopo infarto, cancro e colpo
apoplettico».
I costi della chemioterapia, radioterapia, anticorpi monoclonali
Il costo medio dei cicli chemioterapici che differiscono sostanzialmente nelle
varie composizioni e associazioni di molecole, varia sensibilmente in base ai
farmaci. Comunque il costo complessivo per ogni ammalato si aggira su svariate
decine di migliaia di euro comprensivo delle varie fasi di trattamento composte
in media di sei cicli chemioterapici e/o anticorpi monoclonali, associati o
meno a radioterapia. Questi trattamenti possono precedere e/o seguire gli
interventi. L’ingenua convinzione che queste linee di terapia siano gratuite,
ignora il dato ovvio che esse gravino sui contribuenti sotto forma di prelievi
fiscali. A questi costi esorbitanti si aggiungono gli elevati oneri dell’
indotto. Sono frequenti tossicità e depressioni midollari chemio-indotte con
grave carenza di globuli rossi, bianchi, piastrine e relativo impiego dei
costosi fattori di crescita relativi, trasfusioni; il sovvertimento dell’
omeostasi colloidosmotica, elettrolitica, acido-basica, comporta l’impiego di
flebo di albumina, aminoacidi, soluzioni elettrolitiche, glucosate, ecc., ecc..
La grave depressione immunitaria, costante nei cicli ad alte dosi, comporta il
ricovero in terapia intensiva, camera sterile, con altissimi costi, l’impiego
di dosi elevate e prolungate di antibiotici battericidi ad ampio spettro di
quantità rilevanti di cortisonici, con ulteriore cedimento delle capacità
immunitarie, e conseguente insorgenza di micosi e patologie gastro intestinali.
Ciò comporta l’aggiunta di gastroprotettori, antimicotici, antidissenterici. Il
solo trapianto di midollo può comportare un onere complessivo di oltre 60-
80.000 euro. Anche l’indotto della CA pertanto è a sua volta particolarmente
gravoso per il contribuente.
Leggendo tante cartelle di ammalati di cancro ho spesso dovuto riflettere sull’
eccezionale capacità dell’organismo umano di non soccombere a un carico
inimmaginabile e simultaneo di trattamenti gravemente tossici. Vengono spesso
somministrati chemioterapici unitamente ad antibiotici, cortisonici,
gastroprotettori, antiemetici, fattori di crescita dei globuli bianchi e/o
rossi, antimicotici, antidissenterici, febbrifughi. A questi costi già rilevati
vanno aggiunti quelli per premedicazione e reazioni avverse.
Sei cicli soltanto di chemioterapia costano per ogni paziente una cifra che va
da 4.520 euro a 8.420 euro. Nel Giornale italiano di Farmacia clinica del 21
febbraio 2007 sono stati pubblicati i costi
(oggi sensibilmente lievitati) dell’uso dei farmaci citotossici nei cicli di
chemioterapia.
Valutazione dei costi associati alle terapie platinum based e pubblicate nel
Giornale italiano di Farmacia clinica. Se a questo sommiamo i costi della
somministrazione, premedicazione e reazioni avverse il totale raggiunge livelli
vertiginosi:
1. Costo 6 cicli di chemioterapia (Paclitaxel e Cisplatino) +
somministrazione, premedicazione e reazioni avverse per 100 pazienti:
452.096,00 euro;
2. Costo 6 cicli di chemioterapia (Vinolrelbina e Cisplatino) +
somministrazione, premedicazione e reazioni avverse per 100 pazienti:
814.366,00 euro;
3. Costo 6 cicli di chemioterapia (Paclitaxel e Carboplatino) +
somministrazione, premedicazione e reazioni avverse per 100 pazienti:
467.550,00 euro;
4. Costo 6 cicli di chemioterapia (Gemcitabina e Cisplatino) +
somministrazione, premedicazione e reazioni avverse per 100 pazienti:
703.251,00 euro;
5. Costo 6 cicli di chemioterapia (Docetaxel e Cisplatino) + somministrazione,
premedicazione e reazioni avverse per 100 pazienti 825.887,00 euro;
6. Costo 6 cicli di chemioterapia (Docetaxel e Carboplatino) +
somministrazione, premedicazione e reazioni avverse per 100 pazienti:
841.978,00 euro.
Nei malati le varie fasi di cicli di chemio non seguono sempre regole
costanti; possono anche essere protocollate nelle singole patologie e stadi.
Se la terapia è rivolta a un paziente in fase metastatica per esempio, la
durata è variabile, e comunque si sospende di solito dopo l’ottavo ciclo.
La somministrazione comunque si può prolungare e reiterare, difficilmente si
limita a 6 cicli.
I nuovi malati di tumore in Italia sono ogni anno circa 270.000.
Costi degli anticorpi monoclonali
Considerando che in Italia ogni anno perdono realmente la vita per tumore
circa 300.000 pazienti, nell’ipotesi che il trattamento si limiti a sei cicli l’
importo per il contribuente italiano sarebbe di 6.500 x 200.000=1.
300.000.000, equivalenti a circa 2.520 miliardi di lire, cui aggiungere
Costi anticorpi monoclonali
Studio canadese:
Trastuzumab $ 127 milioni
Bevacizumab $ 299 milioni
Studio Viennese:
Trastuzumab $ 40.000 all’anno
Studio giapponese:
Bevacizumab $ 2.500-3.000 al mese
In Italia:
Trastuzumab 35.000 euro per un anno di terapia
Rituximab 10.546 euro per un anno di terapia
Bevacizumab 1.197 euro, costo aggiuntivo per ogni somministrazione; 1 fiala da
100 mg costa 1.289 euro
Cetuximab 1.000 euro alla settimana; 1 fiala da 100 mg costa 199 euro.
Negli Stati Uniti il guadagno di vendita degli anticorpi monoclonali è passato
da $ 6.4 bilioni nel 2004 a $ 11.7 bilioni nel 2006. Nel mondo nel 2006 sono
stati venduti anticorpi monoclonali per una cifra pari a $ 20.6 bilioni.
Moltiplicando 1,7 milioni di ammalati per il costo di Anticorpi monoclinali,
CA, Rx terapia (anche escludendo la chirurgia, i costi di degenza, l’apparato
medico e infermieristico), e oltre 270.000 nuovi ammalati l’anno, emerge
chiaramente che il cancro è la malattia più ricca, è indubbiamente la maggior
fonte di guadagno per le multinazionali, e come sostiene il quotidiano Des
Spigel rappresenta il 15% del costo della sanita. L’efficacia temporanea e
limitata, l’assenza di effetti risolutivi, l’elevata tossicità, l’induzione di
gravi sofferenze e di danni non raramente irreversibili, rendono moralmente
inaccettabile, scientificamente irrazionale, clinicamente improponibile,
economicamente fallimentare, questa empirica e inumana linea terapeutica.
Considerando il fatturato mondiale dell’oncologia, è facilmente comprensibile
che questa massa di denaro conferisca ai poteri forti che gestiscono questo
mercato la possibilità di condizionare i governi, l’informazione, di orientare
le scelte terapeutiche e di screditare e censurare linee di ricerca e relativi
sviluppi clinici che possano vanificare questi profitti. Il ricercatore
indipendente che unisce, alla capacità intellettuale, un grande patrimonio di
conoscenze scientifiche e cliniche, e il coraggio di mettere la salute e la
sacralità della vita davanti agli interessi economici, viene emarginato dal
mondo accademico, contrastato con ogni mezzo, offeso, vilipeso, screditato
censurato. Questa una delle cause delle continue persecuzioni, vessazioni,
offese, emarginazione subite dal professor Luigi Di Bella.
Tecniche di controllo del mercato dei farmaci mediante disinformazione e
manipolazione statistica
La dottoressa Angell, per 20 anni direttrice della prima rivista scientifica
The New England Journal of Medicine, ha dato le dimissioni per denunciare l’
intollerabile grado di inquinamento della logica esasperata del profitto sul
dato clinico e scientifico, inviando un rapporto al Senato americano, riportato
sul sito ufficiale
www.metododibella.org. Un’agenzia della Reuters chiarisce e
sintetizza i termini del problema: «I conflitti di interessi economici
alterano nel 90% dei casi i risultati degli studi scientifici condotti da
ricercatori non-indipendenti».
Londra, 31 luglio 2008: «The results of medical studies… Hurst Hannum, a
professor at Tufts University in Massachusetts, said in report in the…».
Traduzione dell’articolo: «Gli esperti hanno affermato che è probabile che i
risultati degli studi scientifici in medicina siano inquinati o travisati se
gli stessi studi sono stati finanziati dalle industrie ed i ricercatori hanno
conflitti di interesse».
L’argomento è trattato anche in una lettera aperta che il dottor Giuseppe
Parisi, presidente di una delle maggiori associazioni italiane a difesa dei
consumatori, l’Aduc, ha pubblicato sul sito della stessa associazione
www.aduc.it/dyn/medicare/art/stampa.php?id=132027: «Ecco che chi ricerca controcorrente,
chi mette in discussione le parole d’ordine delle autorità (sanitarie) viene
punito severamente. È toccata a tanti (…). Cito il professor Luigi Di Bella
finito nell’oblio. Intanto restiamo fermi alle maratone Telethon. E ancora le
grandi serate TV, con ospiti che raccontano di guarigioni dai tumori ormai all’
87%. Sono barzellette che non racconterebbe nessun comico; loro lo fanno. Usano
semplici trucchi, ne cito qualcuno. Se viene ospedalizzato un paziente, ad
esempio, con un tumore al seno, fatta la terapia, viene poi dimesso, non la
chiamano dimissione, ma guarigione. Se dopo tre mesi ritorna con un tumore al
fegato, non verrà ricollegato alla sua situazione precedente. Ma c’è di più: se
viene dimesso e poi ritorna per controlli e viene di nuovo dimesso, ad ogni
passaggio è un dato positivo. Se si viene dimessi 9 volte e si muore una volta
sola, alla fine il risultato sarà del 90% di guarigioni e del 10% di mortalità.
C’è ancora di più. Per esempio il tumore al testicolo e il tumore al polmone.
Del primo, il meno aggressivo tra tutti i tumori solidi si salvano per la
chirurgia più del 90%, del secondo si arriva a fatica al 10%. A 5 anni una
media stimata sarebbe del 50%, ma non si dice che quelli del testicolo sono
solo 2.000, mentre quelli colpiti dal tumore al polmone sono 40.000. Alcuni
anni fa fu fatta una grande scoperta, il nuovo farmaco tamoxifene che sembrava
capace di bloccare l’insorgenza di tumore al seno. Ma gli scienziati ammisero
che aveva un difetto collaterale: provocava tumore all’utero.
(oltre a danni epatici trombosi ed embolie soprattutto polmonari che possono
essere mortali). Di contro ci sono le statistiche che parlano chiaro: l’
aggressività di un tumore recidivante diventa esponenziale dopo la
chemioterapia».
Altre interessanti indagini sulle tecniche di controllo del mercato del
farmaco da parte delle multinazionali sono stati recentemente pubblicati da
Melody Petersen, Alison Bass, Christopher Lane, Gardiner Harris. La
professoressa Angell cita il caso del dottor Joseph L. Biederman, professore di
psichiatria presso la Harvard Medical School e direttore dell’Istituto di
Psicofarmacologia Pediatrica presso il Massachusetts General Hospital di
Harvard. A lui si deve in larga misura se a bambini di due anni è stata fatta
diagnosi di disturbo bipolare e se sono stati trattati con un potente cocktail
di farmaci, molti dei quali mai approvati per tale patologia dalla Food and
Drug Administration (FDA) e nessuno dei quali autorizzato per minori di dieci
anni (…). Gli studi di Biederman, sono stati giudicati dal New York Times
«tanto modesti e così mediocremente concepiti da risultare in larga misura
inconcludenti».
Il senatore Grassley ha accertato che le aziende farmaceutiche hanno pagato
1,6 milioni di dollari a Biederman per consulenze e conferenze tra il 2000 e il
2007. Due suoi colleghi hanno ricevuto somme analoghe. Il senatore Grassley ha
anche scoperto che Alan F. Schatzberg, titolare della cattedra di psichiatria
del dipartimento di Stanford e presidente eletto della American Psychiatric
Association, ha gestito più di 6 milioni di dollari di prodotti nella Corcept
Therapeutics, produttrice del Mifepristone, farmaco abortivo altrimenti noto
come RU-486, da lui impiegato per trattare gli stati depressivi. Allo stesso
tempo Schatzberg figura quale principale referente in un Istituto Nazionale di
Salute Mentale, che sovvenziona la ricerca sul Mifepristone per questo impiego,
e figura tra gli autori di tre articoli sul tema.
Queste inchieste non hanno accertato solo i gravi aspetti descritti, ma il
controllo delle carriere universitarie, delle cattedre, della ricerca, del
potere accademico da parte dell’industria farmaceutica, la creazione di Icone
continuamente riproposte alla pubblica opinione attraverso la stampa,
trasmissioni televisive, conferenze. Questi personaggi chiave della strategia
delle multinazionali per incrementare il fatturato sono definiti Key opinion
leaders (KOLs). L’industria farmaceutica procura loro autorità e notorietà
indiscusse, li mette a capo di prestigiose e note istituzioni, li rende capaci
di influenzare il pubblico, la classe medica e, soprattutto, le scelte di
commissioni ministeriali decisive per il mercato dei farmaci. Con analoghi
criteri scelgono i politici, preferibilmente mediocri e ricattabili. La
strategia commerciale sovrappone i key opinion leaders al dato scientifico, da
questi personaggi oscurato e sostituito. Per vendere creano sponsor autorevoli,
noti, instancabili e prezzolati imbonitori, sicuramente più pericolosi dei
venditori televisivi alla Vanna Marchi, in genere mediocri personalità
scientifiche e professionali.
Tra le denunce della Angell «le bustarelle pagate a nomi eccellenti del mondo
accademico per poter mettere i loro nomi sugli articoli (…)» e per la
promozione commerciale di specialità farmaceutiche. Tra le tecniche di mercato
la creazione di bibbie standard di riferimento per il pronto soccorso, i
distretti medici e le strutture mediche di ogni genere ovviamente finalizzate
al guadagno delle multinazionali. «(…) l’intero mondo della medicina è invaso
da analoghi conflitti di interesse. In effetti, la maggior parte dei medici
prendono soldi o accettano regali, in un modo o nell’altro, dalle case
farmaceutiche. Molti di loro sono pagati in veste di consulenti, o come
relatori in congressi sponsorizzati dalle case farmaceutiche, o perché si
prestano a mettere il loro nome su lavori scritti dai produttori di farmaci o
da loro incaricati, o anche in qualità di apparenti ‘ricercatori’, il cui vero
compito spesso consiste semplicemente nell’indirizzare i propri pazienti su un
determinato farmaco e nell’informarne la ditta. Sempre più medici beneficiano
di pranzi gratuiti e altri di regali veri e propri. Inoltre, le aziende
farmaceutiche sovvenzionano i più importanti convegni delle organizzazioni
professionali e la maggior parte dei periodici corsi di aggiornamento
indispensabili ai medici per mantenere attiva la loro abilitazione all’
esercizio della professione. Nessuno conosce esattamente le cifre complessive
pagate dalle ditte farmaceutiche ai medici, ma ritengo, sulla base dei bilanci
delle nove più importanti aziende farmaceutiche americane, che si tratti di
decine di miliardi di dollari l’anno. Con tali strumenti l’industria
farmaceutica ha acquisito il controllo totale sulla valutazione e la
prescrizione dei propri prodotti da parte dei medici. Tutto ciò asserve i
medici, particolarmente i cattedratici di prestigiose scuole mediche, influenza
i risultati della ricerca, la pratica medica e persino la definizione di ciò
che costituisce una malattia!
Ragioni del fallimento dell’oncologia medica
La CA nelle modalità e dosaggi effettuati, è antitetica all’applicazione
ragionata delle scienze esatte, ai principi basilari della fisiologia umana e
della biologia, da cui non può prescindere alcuna terapia. Contraddice i
postulati fondamentali di ogni metodo di cura ragionato e razionale,
utilizzando per curare il cancro molecole cancerogene, mutagene (inducono
mutazioni genetiche, con ulteriore incremento delle probabilità di indurre il
cancro).
La medicina ufficiale è in malafede sulla cura del cancro?
Molti oncologi o ematologi sono in perfetta buona fede, in base agli
insegnamenti che hanno ricevuto nel corso degli studi universitari e
soprattutto della specializzazione, ritengono di operare al meglio, convinti
che quella sia l’unica possibilità di cura. Ho potuto però verificare
costantemente che la quasi totalità di loro non conosce tutti i componenti del
MDB, tanto meno la loro formula chimica, la farmacodinamica e cinetica, il
meccanismo d’azione e l’interazione dei componenti del MDB, né la mole
impressionante di pubblicazioni scientifiche che ne documentano e confermano
pienamente le indicazioni in oncologia. In pratica non conoscono quasi nulla di
quel metodo che criticano. I pochi che hanno capito sono prudenti, preferiscono
non esporsi.
L’inarrestabile degrado culturale e morale della scuola dalla fine della
guerra a oggi, ha creato le premesse di un decadimento progressivo della classe
medica. Mancano delle nozioni essenziali di chimica, fisica e matematica, oltre
che della chimica biologica, fisiologia, biologia molecolare, per rendersi
conto delle reali ragioni del sostanziale fallimento di terapie oncologiche
protocollate e comprendere le basi scientifiche e il meccanismo d’azione del
MDB. Sono indottrinati da schematismi, condizionati da linee guida
standardizzate che fissano per ogni tumore, per metro quadro della superficie
corporea del paziente, le varie associazioni di chemioterapici, e un’
impressionante quantità di farmaci per cercare di attenuarne i gravi sintomi e
i drammatici danni indotti. I più pericolosi e ostili sono i circoli di potere
che gravitano nell’ambito medico, sia economici, che politici, universitari e
ospedalieri. Questi hanno capito fin troppo chiaramente il pericolo
destabilizzante, per le loro posizioni gerarchiche, di prestigio, di
credibilità e di fatturati, costituito dal MDB, e conseguentemente prendono
ogni misura per censurare e delegittimare il MDB la cui affermazione li
coprirebbe d’infamia e di vergogna.
Nell’ambito delle cure cosiddette alternative ce ne è qualcuna che suscita il
vostro interesse?
Mio padre rifiutava queste classificazioni insegnando che esiste una sola
medicina: quella affrancata da inquinamenti politico-finanziari, in quanto
basata unicamente sull’integrazione razionale di tutte le conoscenze mediche
definitivamente acquisite, con le evidenze scientifiche.
E’ vero che fuori dall’Italia il Metodo Di Bella ha più successo?
L’interesse scientifico per il MDB all’estero è crescente ed evidenziato dall’
invito al sottoscritto a presentare relazioni a congressi mondiali di oncologia
e a inviare le pubblicazioni, ormai numerose, sul MDB.
Giuseppe Di Bella
Si continua a stupire per la scoperta dell’acqua calda. L’Italia intera funziona in questo modo.
Chi l’avrebbe mai detto!!! Miliardi in gioco per giacimenti di petrolio e si sacrificano due “managers”. Abbiam pagato miliardi di euro per quelle guerre pensate che adesso per non pagare una tangentina le si faccia scappar via?
ENI parte lesa? Ma dai!