dal Blog
LA GRANDE PORCHERIA DEL SALVATAGGIO LIGRESTI-FONSAI - IL REGISTA DI TUTTO E' NAGEL PER L'ASSURDO MILIARDO DI EURO PRESTATO A LIGRESTI DA MEDIOBANCA, GOVERNATA DA UN CDA CHE AFFETTUOSAMENTE OSPITA LA LIGRESTI FIGLIA - PENATI CONTRO MUCCHETTI: “CON UN SALVATAGGIO DI MERCATO LE BANCHE CI AVREBBERO RIMESSO CIRCA IL 40% DEI CREDITI. INVECE, NON PAGANO PER L´ERRORE DI AVER SOSTENUTO COSÌ A LUNGO UN GRUPPO COSÌ MAL GESTITO”…
1- LA GRANDE PORCHERIA DEL COSIDDETTO SALVATAGGIO FONSAI
Bankomat per Dagospia
As usual. Non bisogna cambiare una virgola al pezzo del Prof. Penati oggi su Repubblica (vedi a seguire), che stigmatizza la grande porcheria del cosiddetto salvataggio Fonsai, che in realtà e come Dagobankomat da tempo aveva denunciato, sarebbe solo la copertura delle esecrabili politiche bancarie che hanno permesso a Don Salvatore di governare Sai e finanziare i cavalli della figlia a spese dei piccoli azionisti.
CUCCIA LIGRESTINAGEL E SIGNORA Ma se leggiamo bene quello che sta accadendo, come sempre non solo le idee ma anche le porcherie viaggiano sulle gambe degli uomini. Il regista di tutto e' la Mediobanca di Alberto Nagel, che da sempre esercita uno stile di governo simile a Cuccia nell'opacità ma purtroppo non anche e perlomeno nella visione. Nagel ha ben paura per l'assurdo miliardo di euro prestato a Premafin-Fonsai da Mediobanca, governata da un Cda che affettuosamente ospita la Ligresti figlia.
JONELLA LIGRESTI resize E che come ben osserva il Prof. Penati, dovrebbe casomai portare Mediobanca a farsi carico del salvataggio come in tutti i normali casi di imprese in crisi. Premafin in default, Sai fusa magari anche con Unipol (sebbene si potrebbe argomentare che non e' obbligatorio) o comunque ristrutturata e rilanciata, con debiti ristrutturati e magari stralciati in parte e magari anche in parte convertiti in azioni.
E con fallimento della holding, doverosamente dichiarato dal Tribunale e indagato dalla Procura come in altri casi simili ma forse meno chic per la classe dirigente milanese. Soprattutto, con assunzione di responsabilità chiara delle Banche finanziatrici di Ligresti.
Ovvio che no, il rischio d'impresa lasciamolo correre alle piccole medie imprese.
Salvatore Ligresti Poi sappia il pubblico non addentro alle cose bancarie che Nagel dr. Alberto ha da una dozzina di anni un amico che si chiama Piero Montani, amico che insieme a qualche alto funzionario anonimo di Bankitalia il Nagel ha ben tirato fuori dal frigorifero dopo le disavventure di Montani in Banco Popolare, Antonveneta e Italease, piazzandolo ai vertici della Popolare di Milano. i piazza Meda, co
Bankomat per Dagospia
As usual. Non bisogna cambiare una virgola al pezzo del Prof. Penati oggi su Repubblica (vedi a seguire), che stigmatizza la grande porcheria del cosiddetto salvataggio Fonsai, che in realtà e come Dagobankomat da tempo aveva denunciato, sarebbe solo la copertura delle esecrabili politiche bancarie che hanno permesso a Don Salvatore di governare Sai e finanziare i cavalli della figlia a spese dei piccoli azionisti.
CUCCIA LIGRESTINAGEL E SIGNORA Ma se leggiamo bene quello che sta accadendo, come sempre non solo le idee ma anche le porcherie viaggiano sulle gambe degli uomini. Il regista di tutto e' la Mediobanca di Alberto Nagel, che da sempre esercita uno stile di governo simile a Cuccia nell'opacità ma purtroppo non anche e perlomeno nella visione. Nagel ha ben paura per l'assurdo miliardo di euro prestato a Premafin-Fonsai da Mediobanca, governata da un Cda che affettuosamente ospita la Ligresti figlia.
JONELLA LIGRESTI resize E che come ben osserva il Prof. Penati, dovrebbe casomai portare Mediobanca a farsi carico del salvataggio come in tutti i normali casi di imprese in crisi. Premafin in default, Sai fusa magari anche con Unipol (sebbene si potrebbe argomentare che non e' obbligatorio) o comunque ristrutturata e rilanciata, con debiti ristrutturati e magari stralciati in parte e magari anche in parte convertiti in azioni.
E con fallimento della holding, doverosamente dichiarato dal Tribunale e indagato dalla Procura come in altri casi simili ma forse meno chic per la classe dirigente milanese. Soprattutto, con assunzione di responsabilità chiara delle Banche finanziatrici di Ligresti.
Ovvio che no, il rischio d'impresa lasciamolo correre alle piccole medie imprese.
Salvatore Ligresti Poi sappia il pubblico non addentro alle cose bancarie che Nagel dr. Alberto ha da una dozzina di anni un amico che si chiama Piero Montani, amico che insieme a qualche alto funzionario anonimo di Bankitalia il Nagel ha ben tirato fuori dal frigorifero dopo le disavventure di Montani in Banco Popolare, Antonveneta e Italease, piazzandolo ai vertici della Popolare di Milano. i piazza Meda, co