Le società ricche di liquidità
Websim - 17/12/2008 17:36:16
Business sottovalutati o valutati zero, società medio piccole trascurate che nascondono nelle pieghe dei bilanci grandi potenzialità. La tempesta finanziaria che ha falciato il valore delle società ha creato grandi occasioni in Borsa. Passando in rassegna i titoli dell'S&P/Mib, del Midex e dell'All Star, salta all'occhio la bassa valutazione che il mercato attribuisce ad alcune società che hanno una situazione di cassa positiva.
Una cosa non da poco in un momento in cui ricorrere all'indebitamento non solo è difficile, ma anche oneroso. Il caso più eclatante a Piazza Affari è Danieli (DAN.MI), che ha in cassa liquidità per circa 700 milioni di euro. In realtà, spiega un analista di una banca d'affari milanese, circa 400 milioni sono anticipi su ordini ricevuti e quindi non possono essere conteggiati come posizione finanziaria netta positiva. Questa voce, quindi, si riduce a 300 milioni di euro, che comunque sono una cifra enorme per una società che capitalizza poco più di 500 milioni (fra azioni ordinarie e di risparmio) ed è fra i leader al mondo nella progettazione e realizzazione di acciaierie. Danieli conta di chiudere il prossimo esercizio (a giugno) con ricavi compresi fra 3,1 e 3,3 miliardi e con un Ebitda di 280-300 milioni.
"Gli investitori - spiega un gestore - hanno l'opportunità di investire in società ricche di cassa che di fatto permettono di pagare quasi zero gli utili attesi nei mesi a venire. Sui listini mondiali ce ne sono oltre 2mila che sono un'ottima opportunità d'acquisto".
Maire Tecnimont , società di impiantistica, ha più cassa che capitalizzazione, ma lo squilibrio è dovuto al fatto che le disponibilità liquide della società sono essenzialmente anticipi per lavori futuri. Il gruppo dovrebbe chiudere il 2008 con ricavi per 2,27 miliardi e un utile di 102 milioni.
Curiosando nel listino milanese, spuntano altri nomi noti e meno noti che potrebbero attirare l'attenzione degli investitori. Parmalat (PLT.MI), società alimentare, ha quasi 1 miliardo di cassa e vale in Borsa solo 2 miliardi di euro: l'attività industriale dovrebbe realizzare nel 2008 ricavi per 3,941 miliardi di euro e un utile netto di 674 milioni.
Anche Dea Capital (DEA.MI), che agisce come fondo di private equity, vanta una cassa positiva per 231 milioni di euro a fronte di una capitalizzazione di 380 milioni di euro. Il 2008 dovrebbe chiudersi in lievissima perdita.
Nel settore editoriale spiccano due società. Caltagirone Editore (CED.MI) ha una posizione finanziaria netta positiva per 313,7 milioni di euro, decisamente superiore ai 270 milioni della sua capitalizzazione. Il gruppo che edita Il Messaggero e Il Mattino ha chiuso i primi sei mesi del 2008 con ricavi per 155 milioni e un utile netto di 11,5 milioni. Cairo Communication , invece, vanta quasi 64 milioni di euro di cassa contro i 160 milioni di capitalizzazione. La società, secondo le stime degli analisti, dovrebbe chiudere il 2008 con ricavi per 286 milioni e un utile netto di 16 milioni.
Anche se in misura ridotta, si trovano in posizione di forza società come Ansaldo Sts (STS.MI) (175 milioni di cassa e 960 di capitalizzazione), società che opera nel segnalamento ferroviario. Le attese sul 2008 sono per ricavi di 1 miliardo e un utile di oltre 70 milioni di euro. Cad It (CAD.MI) ha 13,6 di cassa e 45 milioni di capitalizzazione: il gruppo attivo nell'information Technology ha realizzato nei primi nove mesi 2008 ricavi per 44,6 milioni e l'utile lordo a 7,2 milioni.
El En , attiva nel mercato dei laser, ha 54,1 milioni di cassa e 68 milioni di capitalizzazione: nei primi nove mesi 2008 i ricavi sono stati pari a 165 milioni e il risultato operativo a 19,5 milioni.
Landi Renzo , società attiva negli impianti a gas, vanta 57,3 milioni di cassa e 356 milioni di capitalizzazione. Il gruppo dovrebbe chiudere il 2008 con ricavi per 220 milioni e un utile netto di circa 30 milioni.
La valutazione di una società solo sulla base della cassa, in questa fase di mercato difficile, permette però di fare altre considerazioni: "Un gruppo che è finanziariamente autosufficiente senza ricorrere alla leva - spiega un altro gestore - si trova in una situazione avvantaggiata. Non ha debiti e per questo può sfruttare la sua flessibilità finanziaria per acquisire altre società e guadagnare quote di mercato".
Websim - 17/12/2008 17:36:16
Business sottovalutati o valutati zero, società medio piccole trascurate che nascondono nelle pieghe dei bilanci grandi potenzialità. La tempesta finanziaria che ha falciato il valore delle società ha creato grandi occasioni in Borsa. Passando in rassegna i titoli dell'S&P/Mib, del Midex e dell'All Star, salta all'occhio la bassa valutazione che il mercato attribuisce ad alcune società che hanno una situazione di cassa positiva.
Una cosa non da poco in un momento in cui ricorrere all'indebitamento non solo è difficile, ma anche oneroso. Il caso più eclatante a Piazza Affari è Danieli (DAN.MI), che ha in cassa liquidità per circa 700 milioni di euro. In realtà, spiega un analista di una banca d'affari milanese, circa 400 milioni sono anticipi su ordini ricevuti e quindi non possono essere conteggiati come posizione finanziaria netta positiva. Questa voce, quindi, si riduce a 300 milioni di euro, che comunque sono una cifra enorme per una società che capitalizza poco più di 500 milioni (fra azioni ordinarie e di risparmio) ed è fra i leader al mondo nella progettazione e realizzazione di acciaierie. Danieli conta di chiudere il prossimo esercizio (a giugno) con ricavi compresi fra 3,1 e 3,3 miliardi e con un Ebitda di 280-300 milioni.
"Gli investitori - spiega un gestore - hanno l'opportunità di investire in società ricche di cassa che di fatto permettono di pagare quasi zero gli utili attesi nei mesi a venire. Sui listini mondiali ce ne sono oltre 2mila che sono un'ottima opportunità d'acquisto".
Maire Tecnimont , società di impiantistica, ha più cassa che capitalizzazione, ma lo squilibrio è dovuto al fatto che le disponibilità liquide della società sono essenzialmente anticipi per lavori futuri. Il gruppo dovrebbe chiudere il 2008 con ricavi per 2,27 miliardi e un utile di 102 milioni.
Curiosando nel listino milanese, spuntano altri nomi noti e meno noti che potrebbero attirare l'attenzione degli investitori. Parmalat (PLT.MI), società alimentare, ha quasi 1 miliardo di cassa e vale in Borsa solo 2 miliardi di euro: l'attività industriale dovrebbe realizzare nel 2008 ricavi per 3,941 miliardi di euro e un utile netto di 674 milioni.
Anche Dea Capital (DEA.MI), che agisce come fondo di private equity, vanta una cassa positiva per 231 milioni di euro a fronte di una capitalizzazione di 380 milioni di euro. Il 2008 dovrebbe chiudersi in lievissima perdita.
Nel settore editoriale spiccano due società. Caltagirone Editore (CED.MI) ha una posizione finanziaria netta positiva per 313,7 milioni di euro, decisamente superiore ai 270 milioni della sua capitalizzazione. Il gruppo che edita Il Messaggero e Il Mattino ha chiuso i primi sei mesi del 2008 con ricavi per 155 milioni e un utile netto di 11,5 milioni. Cairo Communication , invece, vanta quasi 64 milioni di euro di cassa contro i 160 milioni di capitalizzazione. La società, secondo le stime degli analisti, dovrebbe chiudere il 2008 con ricavi per 286 milioni e un utile netto di 16 milioni.
Anche se in misura ridotta, si trovano in posizione di forza società come Ansaldo Sts (STS.MI) (175 milioni di cassa e 960 di capitalizzazione), società che opera nel segnalamento ferroviario. Le attese sul 2008 sono per ricavi di 1 miliardo e un utile di oltre 70 milioni di euro. Cad It (CAD.MI) ha 13,6 di cassa e 45 milioni di capitalizzazione: il gruppo attivo nell'information Technology ha realizzato nei primi nove mesi 2008 ricavi per 44,6 milioni e l'utile lordo a 7,2 milioni.
El En , attiva nel mercato dei laser, ha 54,1 milioni di cassa e 68 milioni di capitalizzazione: nei primi nove mesi 2008 i ricavi sono stati pari a 165 milioni e il risultato operativo a 19,5 milioni.
Landi Renzo , società attiva negli impianti a gas, vanta 57,3 milioni di cassa e 356 milioni di capitalizzazione. Il gruppo dovrebbe chiudere il 2008 con ricavi per 220 milioni e un utile netto di circa 30 milioni.
La valutazione di una società solo sulla base della cassa, in questa fase di mercato difficile, permette però di fare altre considerazioni: "Un gruppo che è finanziariamente autosufficiente senza ricorrere alla leva - spiega un altro gestore - si trova in una situazione avvantaggiata. Non ha debiti e per questo può sfruttare la sua flessibilità finanziaria per acquisire altre società e guadagnare quote di mercato".
